mercoledì 7 settembre 2022

La RAI per i giovani e gli Affari de Maria Cazzetta...

Foto di Victoria_rt da Pixabay

Prima di affrontare un tema di grande interesse e attualità, vista l’assenza di notizie sulla Rai su giornali di oggi, ci permettiamo una breve divagazione, innocente e sottile come una tisana di giuggiole.

Chi ci segue ormai da alcuni anni (oltre 4) sa bene quanto siamo affezionati alle teorie che interessano il “vuoto” ovvero il suo opposto “pieno”. Allo stesso modo ci incuriosisce tutto ciò che riguarda la teoria degli opposti.

Sono mondi affascinanti dove si incontrano e scontrano valori assoluti e relativi, dove tutto appare mutabile e misurabile a seconda delle convenienze, opportunità e necessità. Non ci stupiamo più quando succede che alcune “verità” che ci sono apparse totali e dogmatiche che poi, ad un certo punto, mutano verso e si palesano in altra forma e dimensione.  

Ci sono venuti in mente questi sommari e grossolani pensieri quando ieri sera abbiamo visto un promo Rai sulla prossima stagione di fiction che in qualche modo si collega assai alla teoria del “vuoto” che, ineluttabilmente, non esiste (non dovrebbe) nemmeno in televisione e dunque viene occupato da un’altra entità. Dal prossimo 14 settembre torneranno in tv le prime puntate (1999) del Commissario Montalbano. Da notare che, sempre ieri sera, proprio in quegli stessi minuti stava per andare in onda, come ormai avviene da tempo, una lunga striscia di Techedeche. Non ci stupirebbe affatto se per il prossimo autunno verranno programmati in palinsesto grandi titoli del genere “La nonna del Corsaro Nero – Reloaded” oppure “La principessa Sissi: segreti e misteri inconfessabili” oppure ancora “Via col vento: finale con sorpresa” oppure uno “Speciale Zecchino d’oro: i piccolo cantanti sono cresciuti e ora sono nonni”. Ci si stupisce poi quando si deve constatare che la Rai sta perdendo i telespettatori “giovani”?

Bene, andiamo oltre, altrove. Come abbiamo più volte scritto nei giorni scorsi, il recente accoro Rai/Sky ci è apparso come una “mezza verità” ovvero una “mezza sola” come si dice a Roma, ovvero un “affare di Maria Cazzetta” e chi conosce il modo di dire capisce di cosa si tratta. Nei giorni scorsi tra alcuni lettori di Bloggorai c’è stato dibattito su questo argomento. Alcuni sostenevano le buone ragioni e la convenienza a chiudere questo accordo e hanno ripreso le dichiarazioni di Fuortes “Adempiamo al Contrato di servizio: siamo su tutte le piattaforme”. Vero, giusto, corretto. Altri invece sostenevano che l’accordo, di fatto, arricchisce più Sky rendendo più robusto e appetibile il suo bouquet di quanto invece non avvantaggia Rai per quanti “dollari” percepisce in cambio. Abbiamo posto un interrogativo al quale finora non abbiamo trovato risposte convincenti: il numero di potenziali “telespettatori/abbonati a Sky che Rai andrebbe a guadagnare compensa la perdita di “sovranità” sui proprio contenuti e sulla sua piattaforma di riferimento privilegiata? Bloggorai è dalla parte di chi dubita della convenienza dell’affare.

Ma, nei giorni scorsi, in questo dibattito, è emerso con chiarezza un elemento a noi da sempre molto chiaro: ogni virgola di telespettatori che si che si spostano dal broadcast al broadband è un atomo che li allontana dal digitale terrestre e l’indirizza verso la rete. In altri termini, tutto ciò che “incoraggia” o attrae verso il mondo delle tv connessa, di fatto, scoraggia e allontana dalla tv digitale che, fino a prova contraria, per molti anni ancora sarà la piattaforma di distribuzione del segnale tv più diffusa, conveniente e universale facilmente accessibile a tutti. 

C’è però un piccolo problema: che in questo “secondo mondo” per vedere i canali Rai si dovrebbe pagare un canone cosa che invece non avviene quando si paga un abbonamento ad un’altra piattaforma seppure e ancora di più diretta concorrente. Da non dimenticare mai il famoso teorema del “sintonizzatore”: il pagamento del canone è dovuto solo per i device che lo contengono e dunque le prossime SmartTv che ne sono prive, i tablet, i pc e i cellulari non debbono pagare la relativa tassa. Ricordate quando vi abbiamo riportato la notizia della prima SmartTv senza sintonizzatore?

Ecco esattamente dove casca l’asino: il canone come fonte primaria di sostegno per le attività di Servizio Pubblico televisivo, argomento del quale ancora non si sente volare una mosca. Ma, ci dice un nostro autorevole lettore “Non è un problema tecnologico o amministrativo… è solo un problema politico: come si immagina il ruolo della Rai nel suo prossimo ed immediato futuro? Al prossimo Parlamento, forse, qualche possibile risposta. Non siamo molto ottimisti, vista l'aria che tira. Non lo eravamo prima quando ci eravamo illusi che c'erano gli "amici" e figuriamo ora che si avvicinano i "nemici". Appunto: chi sono i veri "amici" della Rai? dove il "vuoto"  dove il "pieno"? 

bloggorai@gmail.com

 

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