mercoledì 21 settembre 2022

Rai: come polvere nel deserto

Foto di Martin Redlin da Pixabay

Quanta attenzione meritano Salvini per un verso e Damilano per l’altro? Poca, ai limiti del nulla. Tutto già noto, tutto già scritto da tempo e lo abbiamo ricordato più volte. Semmai, ci stupisce chi si stupisce o fa finta di stupirsi mentre cascano tutti dall’albero del pero.

Su Salvini e la storia del canone, completamente inutile tornarci sopra. Sarà la prima grana del prossimo Governo e, temiamo, non sarà una grana facile da risolvere. La gravità della situazione è tutta nella coscienza politica di chi non ha voluto affrontare il problema per tempo, quando c’erano tutte le condizioni per trovare una soluzione. Ne ha responsabilità per primo il Governo Draghi e con lui i partiti che lo hanno sorretto, tutti, nessuno escluso. Necessario pure dire che anche non scegliere, non decidere, è in qualche modo una scelta che esprime un orientamento ben preciso ed è sempre tutto nella stessa identica direzione: indebolire strutturalmente e strategicamente la Rai. Non ci perdiamo altre energie: i nostri lettori sanno bene, da tempo, come stanno le cose. Ora si tratta solo di attendere la sera del prossimo 25 settembre.

Altro ragionamento per Damilano. Anche in questo caso era tutto noto da tempo. Il problema non è lo scivolone di questi giorni sulla par condicio e la possibile multa che potrebbe essere erogata da AgCom. Il problema è la storica, cronica, palese inadeguatezza di tutta l’offerta informativa Rai che nessuno, nessuno, ha voglia e interesse ad affrontare. 2000 giornalisti sono tanti si o no? Si vogliono aumentare, come sembra, di altre 90 unità più altri 300 riconoscimenti di attività giornalistica dei programmisti registi? 

Questa vicenda del conduttore è una piccola parte del problema, non è la soluzione ad una legittima esigenza di approfondimento giornalistico. Aver scelto una figura esterna non è “mercato” è “politica” e se poi si vuole sostenere che i due termini sono congiunti ci può anche stare ma che non ci si venga a dire che il giornalista Damilano che intervista il giornalista Ezio Mauro  sia una scelta editoriale coraggiosa. Il problema non è conduttore esterno ma chi ce lo ha messo e perché  ancora non ha saputo o voluto chiarire il senso editoriale/aziendale  di questa scelta (peraltro con un compenso di tutto rispetto).

bloggorai@gmail.com

 

ps. Gli ascolti del funerale della regina andati in onda ieri sono andati bene per Rai. Il problema è capire perché milioni di persone sono attratti da questa rappresentazione.

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