lunedì 12 settembre 2022

la memoria corta

Foto di Alexandra_Koch da Pixabay
Ogni  lunedì che capita sulla terra è un giorno complicato. Necessario riprendersi dal giorno precedente, necessario riprendere i propri impegni, necessario rimettere in moto la macchina della vita quotidiana. Per quanto riguarda la Rai, ogni lunedì è una scommessa: ci sarà qualche notizia interessante da leggere? Oggi no e ieri pure e succede sempre più spesso che per trovare qualche spunto che merita attenzione occorre pazientare a lungo. Questo silenzio però ci consente di proporre altre riflessioni a margine.

A proposito di ieri e oggi e di memoria, è successo un fatto a dir poco “strano”: ieri era l’11 settembre e ricorreva l’anniversario di una delle tragedie più gravi e drammatiche, nonché ancora misteriose, dell’era moderna. Ovvero l’attentato delle torri gemelle a New York. Ebbene, la notizia è scomparsa completamente dai radar della carta stampata: non un cenno in nessuna prima pagina dei quotidiani, il Corriere non gli dedica nemmeno una riga. Eppure, non è stato un fatto che ha inciso poco nella storia contemporanea: vedi guerra in Afghanistan e crisi in tutta l’area mediorientale. 

E’ solo un problema di memoria corta? No, non lo crediamo. Siamo più convinti che ci sia un meccanismo, più o meno consapevole, conscio o latente, che induce a ricordare solo ciò che torna più comodo e funzionale alle esigenze e convenienze del giorno, dell’ora, del minuto e rimuovere o porre in secondo piano, fin quasi ad annullare, tutto ciò che può essere sconveniente. Non è solo un problema di giornalismo ma di pura argomentazione politica, dove la stampa non fa altro che riflettere umori e sensibilità.

Tornare a quella data e ricordare tutti i misteri ancora insoluti che la circondano, nonché alle conseguenze che ne sono derivate, può risultare molto imbarazzante perché  ci riporta proprio ad un altro anniversario, più recente, che pure ci interessa direttamente: la sciagurata avventura in Afghanistan e la rovinosa fuga avvenuta giusto appena l’anno scorso. Potrebbe dover significare che la credibilità e gli interessi geopolitici dei nostri “alleati” potrebbe non corrispondere ai nostri interessi nazionali. Potrebbe dover ammettere che la “lettura” dei fenomeni internazionali (guerra in Ucraina) potrebbe non coincidere con quella avvertita dall’opinione pubblica. Potrebbe dovere ammettere che il cosiddetto “atlantismo”  è qualcosa di impalpabile, controverso e difficile da accettare senza  remore e dubbi. Ricordate i sondaggi su gli italiani e l’invio di armi in Ucraina? Se ne parlava molto fino alla fine di maggio scorso quando emerse chiaro e tondo che la quasi maggiorana degli italiani era contrario. Poi sono scomparsi …puf … nulla … non se è più parlato. È successo però che quel tema è stato non poco influente nella caduta del Governo Draghi e vedremo la prossima settimana quanto potrà avere influito nelle scelte che gli elettori si apprestano a fare nelle urne.

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