Nel frattempo, questa mattina veniamo a leggere che domani
ci sarà un faccia a faccia online tra Meloni e Letta.
Dopo che Agcom ha posto il veto alle vanaglorie televisive dei
due ora la tribuna gli viene dalla Rete dove tutto è ancora possibile. Due semplici
considerazioni, una politica e una “audiovisiva”.
La prima. Ostinato, ottuso e perverso più Letta che la
Meloni nel voler far credere o nel voler sostenere che lo scontro politico sarà
tra lui e Fratelli d’Italia. La competizione più forte e accanita sarà tra tutti
i partiti e il resto del mondo che non andrà a votare e, in subordine, tra
tutti i partiti e coloro che andranno a votare, perché il dovere civico li
chiama, ma non sapranno a chi dare la preferenza. Evocare lo spettro del
fascismo, della destra che avanza, e non quello dell’astensionismo e del
distacco dell’elettorato dalla partecipazione politica significa semplicemente nascondere
le proprie responsabilità. Nessuno che si chiede perché la Meloni è cresciuta a
dismisura? Nessuno che si interroga su perché la “destra” di opposizione ai
vari Draghi ha conquistato crescente consenso sociale?
La seconda. Il dibattito e lo scontro politico, la tensione economica,
la cosiddetta “narrazione” sociale e civile si svolge per buona parte sulla
rete, attraverso i “social”. La televisione potrebbe non essere più l’epicentro
del confronto e se pure lo fosse è sempre in termini relativi e marginali. Aggirato
l’ostacolo della Par Condicio in Tv ci si rivolge alla libera prateria del Web
dove non c’è regolamentazione che tenga. Alimentare e sostenere questo indirizzo
è pure un metamessaggio forte e chiaro che porta al suo interno due livelli di comunicazione:
politica (siamo solo noi i due poli in competizione) e audiovisiva (non si vive
di sola tv).
bloggorai@gmail.com
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