mercoledì 9 marzo 2022

Bombe lontane e petardi Rai vicini


Siamo con le spalle al  muro. Per quanto riguarda questo Blog, siamo presi da un lato dal rumore assordante e drammatico delle bombe e dall’altro da un’Azienda Rai sulla quale gravano minacciose incognite. Per quanto riguarda la guerra in Ucraina, ci sembra di essere entrati un una fase critica dove le regioni della trattativa e della pace immediata faticano ad emergere contro le ragioni dei pacifisti combattenti che vorrebbero resistere armi alla mano. Anche se, avvertiamo qualche segno di cedimento sul fronte di coloro “armiamoli e partite”.

Oggi invece ci sembra ancora di particolare gravità il missile finanziario partito da Palazzo Chigi con destinazione Viale Mazzini a proposito della cessione della quota di maggioranza di Rai Way. Nel mentre che dal VII piano RAI tutto tace (e più avanti vi daremo un piccolo aggiornamento) veniamo a scoprire che il proposito del Governo è di far scendere il controllo Rai dall’attuale 64% al 30% mantenendo però (e non si sa bene come) “ … adeguati strumenti di controllo”. La questione si fa molto complessa e cerchiamo di semplificare. NB: lo scrive oggi Repubblica.

1. aspetto giuridico. Si può fare questa operazione? Forse anche no. Dobbiamo supporre che i “tecnici” di Palazzo Chigi possano e debbano aver valutato tutte le implicazioni normative che regolano la materia. Possiamo pure supporre allo stesso modo che lo stesso approccio sia avvenuto nel 2014 (forti dubbi di costituzionalità) e, ciononostante, se ne sono beatamente fregati. Il fatto che il testo del DPCM Draghi sembra sia stato secretato la dice lunga. La valutazione “tecnica” si pone in subordine a quella politica di cui più avanti. Ieri abbiamo proposto un dubbio: “Leggiamo quanto dispone il DPCM del 2014 all’art.21: “3. Ai fini  dell'efficientamento, della  razionalizzazione  e  del riassetto industriale nell'ambito delle partecipazioni detenute dalla RAI S.p.A., la Società può cedere sul  mercato,  secondo  modalità trasparenti e non discriminatorie,  quote  di  società partecipate, garantendo la continuità del servizio erogato. In caso  di  cessione di partecipazioni strategiche che determini la perdita del controllo, le  modalità  di  alienazione  sono  individuate  con  decreto   del Presidente del  Consiglio  dei  ministri  adottato  su  proposta  del Ministro dell'economia e delle finanze d'intesa con il Ministro dello sviluppo economico”. I capisaldi sono evidenti: continuità del servizio (ergo il controllo) e modalità di alienazione. La Legge non prevede in alcun modo la definizione del processo decisionale della cessione di proprietà o parte di essa di un bene pubblico (la società gestisce le frequenze  per conto dello Stato) e che, pertanto, non dovrebbe essere assoggetta ad una iniziativa del Governo”. Oggi lo rinforziamo con il dubbio che il DPCM del Governo possa violare la Legge Gasparri del 2004 laddove il recente Dlgs dell’ 8/11/2021 n. 208 (revisione del TUSAMAR) al comma 28 dell’art. 63 mette sotto tutela l’art. 21 della Legge 112 dove esattamente si sottolineano i “rilevanti e imprescindibili motivi di interesse generale e di ordine pubblico  connessi alla concessione di servizio pubblico” che costituiscono oggetto della disposizione normativa. In soldoni: il DPCM di Draghi potrebbe non avere solide fondamenta giuridiche.

 2. aspetto politico. Lo abbiamo accennato ieri: questa iniziativa avvantaggia notevolmente la concorrente Mediaset senza alcun contrappeso per Rai che (la quale … bon gré mal gré… non ha un partito di riferimento che la protegga, anzi ha molti falsi amici che non gli par vero di vederla indebolita --- vedi le recenti proposte di riforma della Governance). Berlusconi è un partito che, mai come in questo momento di traballanza politica per Draghi, rappresenta un sostegno inderogabile per la sopravivenza dello stesso Governo: “Ho confermato al presidente del consiglio Mario Draghi, nel corso di una lunga e cordiale telefonata, che l'apporto di Forza Italia alla sua azione è stato e sarà sempre costruttivo" Ipse Dixit pochi giorni addietro. Super Mario ringrazia e contraccambia la gentilezza.

2. aspetto finanziario. Gli speculatori esultano. Nel giro di poche ore i titoli delle società interessate compiono balzi in avanti sostanziosi. Se e quando si completerà l’operazione non importa, intano si contano i soldi intascati. Ora per allora, tutta l’operazione si concentra entro il perimetro di allegre alchimie finanziarie (M&A) e il cosiddetto “razionale” è tutto in un limbo sospeso utile solo alle banche che, nel caso ritenessero l’operazione vantaggiosa, potrebbero aprire linee di credito utili appunto a sostenere la teoria Fuortesiana del “pareggio di bilancio”.

3. Aspetto industriale. Al momento zero. Non ci sono tracce nel famigerato memorandum di lavoro sul nuovo Piano Industriale, non ci sono tracce di dibattito interno al Cda, non ci sono tracce nei progetti di sviluppo dell’Azienda Rai e della controllata Rai Way. Nessuno ha mai espresso compiutamente la logica “industriale” di una operazione del genere che, sia detto per inciso e per paradosso, potrebbe avere anche margini di sostenibilità e convenienza se mai ne fosse nota l’architettura e la finalizzazione.

4. Aspetto aziendale. È quello più delicato e sensibile. Ieri abbiamo riferiti un commento di una nostra fonte su chi possa esser stato l’agente “ispiratore” di questa iniziativa. Siamo stati dubito “bacchettati” da un suo autorevole collega: “Il due di coppe quando regna denari” è la sintesi. È verosimile supporre che per Fuortes la materia Rai Way era del tutto sconosciuta fino a pochi mesi addietro quando non sapeva nemmeno di cosa si trattava: le torri erano quella di Pisa o quelle di San Gimignano e le frequenze erano più o meno intervalli di tempo tra un brano musicale e un altro al Teatro dell’Opera. Abbiamo inteso che a Viale Mazzini si contrappongono due partiti: A) siamo alla canna del gas, occorrono soldi e chissenefrega, è solo ferrovecchio … deinde vivere; B) è un “gioiello di famiglia” e resistiamo, andiamo in debito con le banche, chiediamo la restituzione del maltolto (canone) e pensiamo ad un piano di sviluppo che non sia solo lacrime e sangue.

Al momento tacciono tutti. Laganà ha chiesto chiarimenti all’AD per il prossimo Cda di domani … rimaniamo in tiepida attesa.

La guerra, purtroppo, è ancora in corso.

bloggorai@gmail.com

 

 

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