domenica 27 marzo 2022

La Memoria corta e i flagelli Rai (Way)

Foto di Melk Hagelslag da Pixabay

“Se non riesci a ricordare dove hai messo le chiavi, non pensare subito all'Alzheimer; inizia invece a preoccuparti se non riesci a ricordare a cosa servono le chiavi.”

Rita Levi Montalcini

“Mai memorizzare quello che puoi comodamente trovare in un libro.”

Albert Einstein

La memoria non solo è fallace perché viene meno quando più ce ne sarebbe bisogno, ma è anche sciocca perché vigila quando meno dovrebbe: è fedelissima nelle cose che possono causare pena ed è invece labile in quelle che potrebbero fare piacere.

Baltasar Gracián

Quelli che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo.

(La frase si trova incisa in trenta lingue su un monumento nel campo di concentramento di Dachau.)

Se il destino del mondo, le sorti della Pace e la speranza di porre fine alla guerra sono nelle mani di questi signori, siamo messi bene, molto bene. “Putin è un animale” Di Maio dixit, salvo poi chiedere scusa, ovvero “Putin è un macellaio” Biden dixit salvo poi una nota della Casa Bianca correggere il tiro con una pezza più piccola del buco : “Il Presidente non stava parlando del potere di Putin in Russia..." vedi https://www.rainews.it/articoli/ultimora/Casa-Bianca-precisa-su-parole-di-Biden--acc78722-b3d5-4ef9-87b1-e326bb7e4926.html 

Già, chissà cosa voleva dire Biden e se poi ci spiega con chi e come si potranno avviare trattative per terminare la Guerra senza dover rischiare missili atomici ci farà un grande favore. Veri geni della diplomazia internazionale... c’è da avere piena fiducia in loro. Quando ieri abbiamo ascoltato le dichiarazioni di Biden in Polonia e in serata su La7, quelle del nostro Ministro degli esteri Di Maio, oltre che sobbalzare sulla sedia e fare venire uno stranguglione di paura, è venuto in mente uno dei quattro termini su quali vogliamo fare un piccolo accenno: oggi proponiamo la memoria. Ci poniamo il dubbio se ne avranno a sufficienza quei pii e devoti parlamentari (nonché pacifisti da combattimento, quelli delle armi a fin di bene) che dovranno superare quel vago e fastidioso senso di vergogna così bene espresso dal Papa quando saranno chiamati a sostenere al Senato nei prossimi giorni la scelta di aumentare le spese militari al 2% del PIL “...perché ce lo ha chiesto la NATO da tanto tempo ... anzi…siamo pure in ritardo”.

«I Cretesi sono sempre bugiardi, brutte bestie e fannulloni». Questa testimonianza è vera.» disse Epimenide. Se non che, egli stesso è cretese. Da allora il paradosso del mentitore si aggira nelle nostre menti confuse. Evitiamo di imbarcarci nel quesito correlato: cosa è la “verità”? Abbiamo ancora negli occhi “Ceci n'est pas une pipe” e non siamo ancora in grado di dare una risposta compiuta, figuriamoci quanto possiamo essere in grado di credere ciecamente a quanto ci viene raccontato in questi giorni. Allora, tanto per rimanere nel clima di chi ha il missile più lungo o potente, e tanto perché ci stanno facendo tornare alla memoria avvenimenti di un passato non tanto lontano. Correva il giorno 5 febbraio 2003, quando l’allora segretario di Stato degli USA Colin Powell si rivolse al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite con un discorso, supportato da immagini, che entrerà nella storia. Mostrando una fialetta con polverina bianca con alle spalle un cartone animato dove si vedevano laboratori chimici mobili, autorizzò una delle più violente e aggressive guerre dell’era moderna alla quale molti paesi NATO hanno dato fervente e incondizionato appoggio. La bufala bellica più clamorosa che mai si ricordi. La memoria, in questo caso, è un optional.

Bene, ora veniamo alla notizia del giorno che interessa la Rai: AgCom esprime un indirizzo “a futura memoria”. L’Autorità ha reso noto un documento importante: “Linee-guida sul contenuto degli ulteriori obblighi del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale, ai sensi dell’articolo 59, comma 6, del testo unico dei servizi di media audiovisivi (quinquennio 2023-2027)” cioè il periodo di vigore del prossimo Contratto di Servizio.

Aldo Fontanarosa titola su Repubblica: “Rai come DAZN, investa sul segnale Web” e scrive “La RAI dovrà offrire tutti i suoi programmi su ogni dispositivo: dai televisori del pensionato alla Smart TV, dagli smartphone ai PC, dalle auto connesse fino alle radio più evolute di generazione Dab+. La RAI è tenuta poi a garantire una qualità di visione ottima in ogni angolo del Paese. Anche via Internet. Per questo dovrà fare investimenti analoghi a quelli che DAZN ha sopportato per proporre le partite di calcio via web”. Bum !!! Risposta dei ragazzi del Bar sotto casa: e con quali soldi potrebbe/dovrebbe fare questi investimenti che non c’è una lira in cassa, anzi? A nessuno sfugge che si parla “a nuora perché suocera intenda” e che ci troviamo nel piano di un passaggio cruciale che interessa Rai e Rai Way già a partire dai prossimi giorni e questi i punti essenziali: ieri dimissioni di Pasciucco da presidente e di Ciccotti da consigliere, il prossimo 29 marzo Fuortes e Soldi in Vigilanza sulla vendita di Rai Way e il 27 aprile l’Assemblea degli azionisti  di Rai Way. Sullo sfondo il DPCM che autorizza Rai a scendere dalla quota di controllo di Rai Way. Torniamo alle “raccomandazioni di Agcom” e leggiamolo in connessione con l’art. 2 del DPCM. L’Autorità si concentra sugli obblighi specifici inderogabili del Servizio Pubblico che potrebbero contrastare con gli orientamenti di una società terza che invece potrebbe avere altri indirizzi, ovvero il profitto. Non a caso questo parere emerge proprio a valle di quanto disposto dall’art.2 del DPCM che recita: “… il perfezionamento delle operazioni di cui all’art.1 è condizionato all’ottenimento delle necessarie autorizzazioni da parte delle Autorità di garanzia e di vigilanza” cioè la stessa AgCom, Consob, Antitrust e Vigilanza Rai. In altre parole, per come leggiamo noi, il parere positivo dell’Autorità potrebbe non essere per nulla scontato. Non a caso poi questo indirizzo di AgCom pone in luce la centralità del passaggio più rilevante: il Contratto di Servizio attualmente in gestazione dal quale, solo successivamente, si dovrebbe evincere il nuovo Piano Industriale.

Sempre a proposito di Rai Way, nel frattempo registriamo quanto di cui siamo a conoscenza: le opinioni dentro e fuori Viale Mazzini sulle dimissioni di Pasciucco e ancora più su quelle di Ciccotti sono articolate ma pressoché tutte riconducibili a due sole domande: sono state… indotte e/o sollecitate??? Al fine di…??? Sempre con tutto il dovuto rispetto per i “motivi personali” ma i conti non tornano per tanti buoni motivi. Come abbiamo già scritto: scriviamo tutto quello che vogliamo, ma non sempre scriviamo tutto quello che sappiamo. Almeno per ora.

bloggorai@gmail.com

  

 


 

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