venerdì 18 marzo 2022

Il Governo Draghi, la Rai, la Politica: le tante facce delle stesse medaglie

 

Foto di Selena Gallagher da 

Ieri ci siamo soffermati a dibattere e riflettere sui due temi centrali della giornata che interessano il Servizio Pubblico: l’audizione del Ministro Giorgetti in Vigilanza su Rai Way e il Tg1.

Anche oggi dobbiamo fare due puntate del Post (non usiamo Twitter). Il secondo sarà tutto sul Tg1 e l’informazione Rai. Ci sono notizie interessanti. Questo primo Post è per fini intenditori, sfaccendati pensionati e collezionisti compulsivi di follie politiche.

1. La Politica con la P maiuscola trova nella Vigilanza la sua sede naturale dove mostrare tutta la sua inadeguatezza, ambiguità e incapacità a gestire i problemi della Rai e ieri è stato tutto evidenziato con prova provata. Cosa è successo? Semplice: il ministro Giorgetti si presenta, con notevole coraggio e faccia tosta, per dire ai Commissari che il DPCM su Rai Way sta per essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale proprio in quelle ore. Al che i commissari, esauriti i formali e rituali ringraziamenti di rito per tanta temerarietà e gentilezza, inorridiscono e quasi tutti, più o meno, levano gli scudi : “Ma come, Lei oggi viene qui a sbatterci in faccia il fatto compiuto …e noi che facciamo ora? La figura dei cretini o ben che vada della cassetta delle Poste”… si avverte un certo imbarazzo, per chi parla, per chi scrive e per chi ascolta. I termini usati da PD e M5S sono forti e impegnativi: “Scortesia, disappunto, imbarazzo etc”. Giorgetti, più o meno gli ringhia sottilmente e morbidamente: “ma nooo dai, non fate così …non siate permalosi, vi voglio bene …lo sapete…”. Abbiamo la vaga sensazione che pure in Rai succedono cose del genere.

Allora, tanto per non girarci intorno ed essere chiari. Del provvedimento ovvero delle intenzioni del Governo se ne parla da mesi (in verità da anni) e non solo e non tanto per Rai Way ma per tutto il perimetro delle controllate e/o partecipate della Stato. Draghi non ne ha fatto mai mistero, il liberismo è il suo mestiere e le banche il suo panorama. In particolare, da settimane è uscita fuori la notizia che a Palazzo Chigi stavano preparando il DPCM e, notoriamente, al Consiglio dei Ministri partecipano tutti i partiti che lo sorreggono ovvero gli stessi ai quali appartengono i parlamentari della Vigilanza che ieri sono sembrati caduti dall’albero del pero. I conti non tornano. Il tema è capire il perché di questo provvedimento, chi ne è artefice e chi complice.

Il Ministro se la cava sommariamente: è un’opera a fin di bene per la Rai, si tratta di mettere al sicuro il nuovo Piano Industriale e il prossimo contratto di Servizio, garantendo un futuro di prosperità e serenità agli italici telespettatori! Quanto è buono Lei! In che modo, di quanto si parla, con quali obiettivi e di quale Piano nonché quale Contratto si parla non è dato sapere in modo preciso, dettagliato e articolato (a parte gli stralci e le bozze che Bloggorai ha pubblicato). Però, Giorgetti dixit si “esclude” ogni altra destinazione dei profitti ricavati dall’operazione: solo contenuti di Servizio Pubblico. Vorrei ben vedere … elementare Watson… che se altro se ne potrebbe fare? Ci compriamo una casetta in campagna per tutto il vertice Rai? No, ci sono ben altre e nobili intenzioni chiarisce il Ministro. Allarghiamo il tema  e leggiamo cosa scrive oggi Fontarosa su Repubblica “Se la rete unica si farà, Giorgetti avverte che la Rai non potrà giocare due parti in commedia. Non potrà essere proprietaria di parte delle antenne (come imprenditore) e utilizzatrice delle antenne (come editore). In altre parole, Giorgetti vorrebbe che le antenne - con la rete unica - finissero nell'orbita di un soggetto terzo, partecipato dallo Stato. Una soluzione di garanzia gradita agli investitori privati che tifano per la fusione”. 

Ci crediamo sulla parola, lo abbiamo ricordato proprio nei giorni scorsi quando abbiamo saputo della lettera inviata dai Fondi Azionari al Capo del Governo. Notoriamente, loro e gli interessi pubblici sono la stessa cosa, perseguono gli stessi fini e obiettivi. Ecco che, come pure abbiamo scritto, lentamente e inesorabilmente, si svelano gli arcani e si trovano risposte alla sempre più evergreen delle domande: perché? Il Ministro prova ad allungare il brodino: avviene un po’ così dovunque, c’è la transizione al DVB-T2, la Rai ha bisogno di investimenti e sviluppo etc etc… Commovente. Un affetto del genere verso il Servizio Pubblico è sospetto. Andiamo avanti: il perno della possibile operazione è il controllo della futura Società unica delle torri (Ei Towers, ergo Mediaset). Chi comanda? Giorgetti farfuglia e mette il piede e la vanga, nella piaga: si mira a mantenere il controllo pubblico … nell’interesse generale … da “puntellare” con meccanismi che assicurino il preminente interesse statale nel controllo della rete … Ma dai Ministrooooo … (ad un ceerto punto, nella replica sembra ammiccare con "chi vuol capire capisce ..." del genere "tu 'sient'ammè" e i commissari avvertono un sottilissimo senso di “pensiero perduto …”.  Nessuno ci spiega gentilmente come si può garantire, in una logica di mercato aperto, “garantire il controllo pubblico” con il 30% ? Tutto si può fare e nel bel mondo della finanza e degli equilibri geopolitici dei Cda succede di tutto. Ma il tema è capire e sapere, visto che si tratta di “interesse pubblico” quale sia la strategia e qui casca l’Asino: la strategia la dovrebbe avere al Rai che, al momento, ce l’ha ma solo in bozza. 

Per tutto il reso ci sarà tempo. Nessuno dei Commissari e lo stesso Giorgetti non ne fa alcun cenno, ha letto evidentemente l’art. 2 del provvedimento del quale vi abbiamo scritto laddove si afferma che la sua efficacia è sottoposta alle autorizzazioni dei competenti organi di Vigilanza e controllo: ben quattro (AgCom, Consob, Antitrust e Vigilanza Rai). A nessuno sfugge il trappolone: nessun accenno a tempi e modalità con le quali esercitare questo potere autorizzativo. E se mai uno di questi organi si dovesse mettere di traverso e dicesse semplicemente NO … non si può fare (ad esempio l’Antitrust che potrebeb averno validi motivi)? Oppure, se ne parla proprio in questi giorni drammatici, visto che si tratta di “infrastrutture strategiche di preminente interesse nazionale” (sulle torri di Rai Way viaggiano non solo i segnali radiotelevisivi), e si dovesse porre il tema del “golden power” come la mettiamo ???

Concludiamo: la Politica e la Rai mostrano le facce della stessa medaglia e gli stessi “modelli organizzativi”. Il Governo si presenta lillo lillo con un DPCM “ a sorpresa” e la Politica, fa la “sorpresa” di scoprire questo tema vecchio come il cucco al quale, nessuno, prima di ieri, ha mai pensato di porre rimedio e attenzione.

Segue con il Tg1.

bloggorai@gmail.com


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