mercoledì 4 novembre 2020

Un messaggio forte e chiaro

La senatrice Valeria Fedeli, capogruppo PD in Commissione di Vigilanza, ha reso nota una lunga e articolata lettera, pubblicata da PrimaOnline  https://www.primaonline.it/2020/11/03/315024/rai-ecco-il-testo-della-riforma-della-legge-sul-servizio-pubblico-radiotv-proposto-dalla-senatrice-pd-valeria-fedeli-documento/  di grande interesse nella forma e nel contenuto.

Leggiamo alcuni stralci: La Rai deve cambiare. La crisi sanitaria, economica, sociale e culturale che il Covid 19 ha scatenato a livello europeo e globale investe direttamente il ruolo della più grande azienda culturale del nostro Paese. Non è immaginabile una Rai che si sottragga alle trasformazioni che questa emergenza globale sta imprimendo e continuerà a imprimere non solo nelle nostre vite ma anche sui modelli e i paradigmi di lavoro, di produzione, di consumo, di relazione, di formazione e istruzione nonché sul modo in cui ci spostiamo, comunichiamo, ci informiamo… Adesso è arrivato il momento di scegliere di farlo. Non c’è in campo solo la tenuta dei conti che pure sta destando grande allarme e preoccupazione. Ma pensare di intervenire solo con misure tampone significa non aver capito che ciò che serve a garantire le competenze che abitano la Rai e il futuro di Viale Mazzini è e deve essere una visione generale, più complessiva, che vada oltre il singolo provvedimento… E’ il Contratto a stabilire, obiettivi, indirizzi operativi, parametri di qualità, tipologie di programmi. E’ al Contratto che si deve far riferimento nell’immaginare un modello di riforma all’altezza di un servizio pubblico radiotelevisivo… Che fare dunque? Serve riconoscere che il problema principale sta nella sostanziale paralisi decisionale da parte dei vertici aziendali che restano negativamente vincolati a un sistema basato su un sistema di lottizzazione partitica che non ha ragione di esistere… Contemporaneamente bisogna mettersi d’accordo sul fatto che o la Rai fa la Rai differenziandosi sostanzialmente dalla televisione commerciale oppure il finanziamento pubblico, il canone, diventa del tutto ingiustificabile… Dobbiamo allora ripensare una Rai fortemente centrata sulla sua mission di servizio pubblico e sulla propria identità. Plurale, culturalmente forte, equilibrata, trasparente sia sul fronte dell’informazione che dell’approfondimento che dell’intrattenimento. Una Rai competitiva rispetto agli altri soggetti commerciali Per questo è fondamentale e urgente che il Parlamento affronti la sfida di una riforma complessiva…”.

Messaggio chiaro, forte e autorevole e, per quanto ci riguarda, per buona parte condivisibile. Aggiungiamo brevi osservazioni: anzitutto di particolare importanza avere posto al centro della riflessione il Contratto di Servizio, questo in vigore, così come è strutturato. Forse non sarà il migliore possibile ma non c’è di meglio. Il suo limite, come abbiamo scritto a su tempo, è di chiedere troppo alla Rai rispetto alle risorse che gli affida e questo ha generato il corto circuito del quale oggi dibattiamo.  Il Contratto è un tassello dell’intero sistema normativo che necessita di rapido aggiornamento. Precisiamo: il sistema per intero e non solo una parte di esso. Osserviamo che la governance, i suoi meccanismi, sono certamente centrali e su questi è necessario massimo impegno e attenzione ma consapevoli che si tratta di una parte del tutto e forse non la principale. Ciò che la Fedeli non dice compiutamente quale Rai vorrebbe, quale modello di Servizio Pubblico ha in mente che non sia una mera difesa dell’impianto precedente ma uno ispirato ad un mondo diverso tutto ancora da decifrare.

Infine, la Fedeli rappresenta il partito più forte nella coalizione di Governo che, peraltro, ha esattamente nel suo programma la proposta di riforma delle TLC. Il PD ha tutti gli strumenti per intervenire ora, subito, prima ancora che la situazione della Rai possa entrare nell’area grigia dei conti economici disastrati. Fra pochi mesi scade il Cda in carica (e la Fedeli stessa ha ribadito chiaro e tondo che di proroga non se ne parla proprio) allora tanto vale dare seguito alle buone intenzioni: potrebbe non esserci spazio e tempo per una riforma di sistema complessivo (la Gasparri ha richiesto quasi due anni) ma c’è tutto il tempo e l’opportunità di cambiare subito le regole del gioco per il nuovo Cda che si dovrà insediare il prossimo anno.

Questo il messaggio forte, chiaro, credibile e autorevole che può e dovrebbe essere inviato. Le cose che si possono fare o si fanno subito, altrimenti corrono il rischio di diventare solo buone intenzioni. Di queste sono lastricate le vie che portano al Paradiso, sulla terra invece occorrono altre scelte, rapide e concrete.

bloggorai@gmail.com

PS: ovviamente (si fa per dire) anche oggi non ci sono notizie rilevanti.

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