Per fare un passo avanti rispetto a quanto scritto ieri (con notevole rrisocntro di letori,grazie!!!) è necessario fare attenzione alla notizia del giorno: il governo intende esercitare la Golden Power sul caso Vivendi Mediaset. Cosa significa questo per quanto riguarda la Rai e il Servizio Pubblico??? Potrebbe significare molto e spiegare alcune cose.
Ieri abbiamo scritto che il M5S “tace, lasciando trasparire imbarazzo”. Ecco, questo è un buon motivo dove vedere imbarazzo. Un passo indietro: da tempo giace in Parlamento una proposta di riforma della Rai presentata dal Presidente della Camera, Roberto Fico, alla quale si è aggiunta successivamente una iniziativa del Senatore Primo Di Nicola lo scorso 8 novembre dove si proponeva di unificare i testi delle proposte esistenti (Gentiloni e Tana De Zelueta) ed avviare subito una riforma della governance di Viale Mazzini. Da poco si è aggiunta la proposta di Valeria Fedeli, della capogruppo PD in Vigilanza. Dunque, semplificando, i due partiti di Governo concordano su questo obiettivo: riformare subito la Rai. Bene, benissimo: fatelo !!! Ne avete la forza e le capacità e fatelo subito, ogni ritardo è colpevole non solo imbarazzante. Viceversa, appare sospetta invece la solerzia e la velocità che viene posta a “tutelare” Mediaset in nome di non si sa bene cosa. O meglio, il cosa è facilmente rintracciabile e potrebbe avere anche una sua logica politica non del tutto infondata: puntellare quanto più possibile l’attuale maggioranza fino a scadenza mandato, il 2023, almeno per “tutelare” l’elezione del prossimo Presidente della Repubblica (ricordiamo l’inizio del semestre bianco a luglio prossimo). Benissimo. Ma tutto questo giustifica l’imbarazzo che si avverte quando il ministro Patuanelli ancora non eroga i 40+40 milioni di euro previsti dalla precedente finanziaria e, anzi, chiede a Rai, un giustificativo dei spesa. Da ricordare che quell’importo venne stanziato esattamente per far fronte ai maggiori impegni previsti dal Contratto di Servizio e, successivamente dal Piano Industriale. Lasciamo poi da parte per un momento il tema canone che è divenuto, a questo punto, la pietra d’inciampo su tutto il quadro (Patuanelli: “Credo che il passaggio del canone nella bolletta elettrica con la riduzione dell’evasione e dunque con l’incremento del gettito, debba portare a una riduzione del canone partendo dalle fasce più deboli. Ciò deve essere fatto dopo una riorganizzazione e una razionalizzazione dei costi. E in questo esprimo la posizione del governo” novembre 2019). Per concludere sull’imbarazzo dei 5S: vogliamo parlare dell’impegno della Liuzzi sul tema transizione al DVB-T2 che, a quanto sembra, rimpalla a Salini l’inerzia sulla comunicazione obbligatoria agli utenti? Andiamo avanti e facciamo due passi laterali.
Il primo riguarda il tema occupazione in Rai. Premesso che
tutto ciò che giunge a San Macuto è come se fosse un manifesto attaccato sulla piazza del
mercato. Nella lettera di Salini alla Vigilanza, datata 28 ottobre, si legge chiaramente
a pag. 5: “punto 4. Le prospettive di intervento. Lo scenario sopra delineato
rende evidente come per riportare la gestione economico finanziaria in
equilibrio nel medio periodo siano necessari ulteriori interventi di carattere
straordinario:
• sul fronte dei ricavi, il riconoscimento alla Rai delle
quote di canone pagate dagli abbonati ma che non vengono riversate alla
concessionaria (sui 90 euro dell’importo unitario del canone, alla Rai ne
vengono riconosciuti poco più di 74);
• sul fronte dei costi, l’implementazione di ulteriori
interventi di razionalizzazione;
• eventuale riduzione del perimetro di attività e/o occupazionale.
A seguito del clamore suscitato da tale affermazione, specie al punto riferito al personale (vedi titoli articoli di oggi), l’Ufficio Stampa Rai rilascia un comunicato dove si legge ” In merito a notizie riguardanti la situazione economico-finanziaria della Rai, l’Azienda precisa di non aver mai preso in considerazione interventi drastici sul piano occupazionale ma, eventualmente, politiche di accompagnamento alla pensione e/o incentivazione all’esodo”. Forse parliamo o leggiamo lingue diverse ma ”…necessari interventi di carattere straordinario… eventuale riduzione del perimetro occupazionale…” cosa altro significa??? Che differenza c’è tra “interventi straordinari” e “interventi drastici”???. Come si può smentire un documento ufficiale inviato al Parlamento? Sul tema dell’occupazione comunque sarà necessario approfondire il dibattito per capire, una volta per tutte, se si ragiona di Rai come fosse un’Azienda normale o no. Nel primo caso, il tema costo del lavoro, uso razionale e ottimale delle risorse, è un argomento che non dovrebbe suonare eretico. Viceversa, se si ritiene che la Rai debba continuare ad essere percepito da chi paga il canone come un “carrozzone legato alla politica” si apre altro ragionamento.
Veniamo all’altro tema del quale abbiamo accennato: l’HuffingtonPost rivela di uno studio dove si legge che Rai perde ascolti tra i giovani (non è proprio una grande novità). Che succede quando si chiede di saperne qualcosa? Che tutti, o quasi, cascano dal solito albero del pero e nessuno, o quasi, ne sa nulla o finge di non sapere. Ricordiamo a tutti loro che quando, a partire dal 2018, la BBC si trovò di fronte ad un problema simile ne fece materia di dibattito pubblico (vedi https://www.theguardian.com/media/2019/oct/24/bbc-at-risk-of-losing-young-audiences-according-to-ofcom ). Perchè allora questo atteggiamento miope e pauroso, perché non rendere pubblico tale argomento e anzi sollecitare dibattito, studi, riflessioni? Cosa si teme? Cosa si vuole nascondere sotto il tappeto?
Infine, ci scusiamo per una inesattezza scritta ieri in apertura del post: l'audizione di Gualtieri è prevista per mercoledi prossimo e non lunedì. Solerti lettori lo hanno notato e ci hanno baccchettato ma sono gli stessi ai quali avevavamo chiesto notizie fino a poche ore prima della convocazione ufficiale e non ne sapevano nulla.
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