martedì 10 novembre 2020

Rai: una brutta storia

13.17: fate attenzione a questi numeri. Verrebbe proprio voglia di non scrivere questa brutta storia ma, considerata la posta in gioco, siamo costretti a farlo. Portate pazienza e leggete con attenzione.

Oggi il Sole 24 Ore (unico giornale che riporta questa notizia) pubblica un trafiletto dove si legge che: “Rai, torna in cassa il 5% di trattenuta governativa sul canone tolto alla Rai dalla Legge di bilancio del 2015. A rilanciare la notizia è l'Adnkronos che indica nella prossima legge di bilancio il veicolo per questa operazione da 80 milioni (il valore di quel 5%)”.

Andiamo a leggere più attentamente la fonte della notizia: “…un accordo fatto dall'amministratore  delegato della Rai Fabrizio Salini con il Ministero dello Sviluppo Economico e con il Ministero dell'Economia nei giorni scorsi. Un  accordo, 'siglato' alla maniera dei gentiluomini e cioè con la sola  stretta di mano, stando al quale, da un lato, la Rai torna in possesso del 5% del canone che non percepisce più da ormai sei anni e, dall'altro, Salini ferma sul nascere l'ipotesi di accorpamento Rai  Storia-Rai5 e l'eliminazione dei canali Rai Sport”. Se non fosse vero stenteremo a crederci: un accordo di tale portata economica e politica tra due ministeri siglato con una "stretta di mano"??? Andiamo con ordine e iniziamo dalla forma. Il titolo: ”Accordo Salini-Governo”. Cioè??? Salini alza due telefoni contemporaneamente e mette d’accordo il Ministro Patuanelli e il Ministro Gualtieri per fare un’operazione che costerebbe alle casse dello Stato circa 80 milioni? Surreale: proviamo ad immaginare l’Ad che chiede: “Ciao Ste' …che dici? Famo n’accordo e me dai 80 milioni??? Aspetta n’attimo, c’ho ar telefono Roberto e sento che dice”. Tut.tu. tuu…”Aho, regà, se pò fa… stringemose le mani (virtuali perché non se potrebbe fa cor Covid) come facevano l’antichi… noi semo gente de parola!!!”. Da non credere. Alla vigilia dell’audizione dello stesso Ministro Gualtieri in Vigilanza Rai dove si attendono comunicazioni importanti, cosa succede? che qualcuno (chi??) tira fuori dal cilindro un accordo (e ora vedremo di cosa potrebbe trattarsi) che potrebbe imbarazzare, e non poco, lo stesso Ministro che, a questo punto, potrebbe pure pensare che sia del tutto inutile la sua presenza a San Macuto (come ci suggerisce una fonte autorevole). La forma è anche sostanza e questa forma, le cose che si leggono, stanno a dire lo stato di confusione totale che regna da alcune parti.

Ma, ora la sostanza, vediamo i termini del presunto accordo “alla mano”: il Governo, da ora in poi, senza alcun accenno agli arretrati, rinuncerebbe al prelievo forzoso (e indebito) del 5% sul canone e, in cambio, l’AD Salini si “impegnerebbe” a rinunciare all’accorpamento di Rai Storia con Rai5. Facciamo fatica a credere. Che accordo può essere quello dove si mettono in relazione di scambio tra loro “beni” indisponibili? E che accordo sarebbe quello dove, in sostanza, dovrebbe far rientrare ciò che è stato arbitrariamente sottratto e, qualora fosse, ammettendo implicitamente questo presupposto, si dovrebbe poi parlare degli arretrati. Delle due l’una. Se la disposizione era errata anche le conseguenze sono indebite e dunque andrebbero sanate. O no???

I lettori speriamo ci possano perdonare le precisazioni e facciamo qualche passo indietro.

Premesso che la Corte Costituzionale ha sentenziato che “ … nel ribadire la legittimità dell’imposizione del canone radiotelevisivo, ha chiarito con la sentenza 284/2002, che lo stesso “costituisce in sostanza un’imposta di scopo, destinato come esso è, quasi per intero (a parte la modesta quota ancora assegnata all’Accademia nazionale di Santa Cecilia) alla concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo” e quindi la legge Legge 23 Dicembre 1999, n. 488  "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2000 )"  dispone che “comma 8. Il canone di abbonamento alle radioaudizioni circolari e alla televisione e' attribuito per intero alla concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, ad eccezione della quota gia' spettante all'Accademia di Santa Cecilia”. Se non che, arriva il Governo Renzi e con il Decreto Legge n. 66 del 24 aprile del 2014 dispone che: “4. Le somme da riversare alla concessionaria del servizio  pubblico radiotelevisivo, di cui all'articolo  27,  comma  8,  primo  periodo, della legge 23 dicembre 1999, n. 488, sono ridotte, per l'anno  2014, di euro 150 milioni” e, successivamente, con la Legge 23 dicembre 2014, n. 190  si dispone che : “292. All'articolo 21, comma 4, del decreto-legge 24 aprile 2014, n.66, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 giugno 2014, n. 89,dopo le parole: «per l'anno 2014, di euro 150 milioni»  e'  aggiunto il seguente  periodo:  «A  decorrere  dall'anno  2015,  le  somme  da riversare  alla  RAI,  come  determinate  sulla  base  dei  dati  del rendiconto del pertinente capitolo dell'entrata  del  bilancio  dello Stato dell'anno precedente a quello di accredito, sono ridotte del  5 per cento». 

Non è necessario essere fini costituzionalisti o dotti giuristi per leggere che il fondamento di queste operazioni sono illegittime in quanto violano il disposto prioritario della norma Costituzionale che definisce in modo chiaro e perentorio l’indisponibilità del canone per altre finalità (infatti si definisce, appunto, tassa di scopo). Quindi, semplificando: anzitutto non può essere oggetto di accordo un elemento non suscettibile di scambio (il canone) e tantomeno può subire modificazioni della sua struttura se non attraverso una nuova legge che ne determina l’importo. Vediamo ora quale sarebbe la “contropartita” che avrebbe offerto Salini: “… ferma sul nascere l'ipotesi di accorpamento Rai Storia-Rai5 e l'eliminazione dei canali Rai Sport”. Leggiamo il Comunicato Stampa Rai del 30 ottobre scorso: “L’Amministratore delegato ha affermato che le ipotesi relative a chiusure o accorpamenti del canale Rai Storia e del canale Rai Sport sono riconducibili a simulazioni e scenari volti ad affrontare la situazione economica ma non c’è alcuna volontà di chiudere nè accorpare i suddetti canali e ha anzi confermato l’impegno per rafforzare ulteriormente l’offerta culturale della Rai in un momento particolarmente difficile per il  Paese”. Tradotto in soldoni: l’AD avrebbe proposto un accordo ai due Ministri su un tema sul quale ha già dichiarato di non voler procedere. E che accordo sarebbe? Era già superato! Ma era superato non tanto e non solo perchè, come ha scritto, si trattava di “simulazioni” quanto perché non è nelle sue disponibilità ora, in questo particolare momento, con il Piano Industriale congelato, porre in atto qualsivoglia operazioni del genere. Posto poi che possano avere un senso ed una logica editoriale (nonchè culturale e sociale). A Roma si dice: “… de che stamo a parlà???”.

Ora sorgono domande: chi e perché ha sostenuto una storiella del genere e proprio ieri alle 13.17 ? Lo abbiamo chiesto in giro e la più benevola delle autorevoli risposte è stata “fake news .. banali operazini di distrazione …”. Domani è un altro giorno, si vedrà.

bloggorai@gmail.com

 

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