Cosa ci si aspetta dalla prima azienda culturale del paese che, per di più, è (o dovrebbe essere) la principale fonte di comunicazione/informazione nazionale? Anzitutto che sappia fare quello che deve fare: comunicare. E cosa fa la Rai? Non comunica sempre ciò che dovrebbe.
Cosa nasconde? Facciamo un breve riassunto, tanto per rinfrescare la memoria a chi ogni tanto sembra perderla. Iniziamo con la cronaca (nemmeno poi tanto recente). Nei giorni scorsi, grazie a due servizi di Striscia la notizia, qualche milione di italiani ha saputo che la Rai dovrebbe realizzare, secondo quando disposto dettagliatamente dal Contratto di Servizio, due canali, uno inglese e uno istituzionale.
Attenzione: “deve” e non “può”, cioè non rientra nelle sue disponibilità la facoltà di recedere o meno ad un determinato vincolo posto in forza di Legge dello Stato. Ma di tutto questo non è dato sapere nulla, o meglio, si sa che non si fa, per ora. Pensate invece se, un certo giorno, un editore illuminato decidesse: abbiamo il patrimonio artistico più importante del mondo, abbiamo una lingua amata e apprezzata dovunque, siamo proprietari del cosiddetto “made in Italy” che tutti invidiano e poi cibo, luoghi, moda, cinema e quant’altro. Allora, sai che c’è di nuovo? Promuovo un bel canale internazionale, magari pure in rete, con la doppia lingua e pure con le sottotitolature ...tiè … tanto per arricchire …, con un refresh ogni sei ore di notizie, servizi, documentari, inchieste e promozioni (e magari pure a pagamento) e magari cerco accordi e convenzioni con i vari Ministeri, ICE, istituti di cultura italiani nel mondo, associazioni di italiani emigrati e di stranieri appassionati di Italia. Ma voi pensate che una cosa del genere non avrebbe successo??? E non parliamo solo di successo economico, di redditività (come ha sostenuto recentemente il Ministro Gualtieri in Vigilanza Rai) ma anche sociale e politico? Si accettano scommesse. Allora, perché mai la Rai rinuncia a dare una notizia del genere: provate ad immaginare un titolo “Le immagini dell’Italia: il primo canale televisivo dedicato a quanto di meglio offre il Bel Paese realizzato dal Servizio Pubblico” !!! Boom !!! Esagerati !!!
Andiamo avanti. Pensate se, un certo giorno, qualche autorevole esponente delle istituzioni, magari le più importanti, Camera e Senato, decidessero di realizzare un proprio canale appunto “istituzionale” tutto dedicato a far sapere ai cittadini, giorno per giorno, ora per ora, cosa succede nelle “istituzioni” del Paese (pensate alla perdurante emergenza Covid). La trasparenza (qualcuno ricorda qualcosa del genere?). Detta così potrebbe anche incutere timore e minaccia, allora diciamo un filo meno: informare i cittadini su come e quanto le istituzioni agiscono nel loro interesse. Oddio… forse è troppo anche questo. Allora, riduciamo un filino, facciamo una cosa più semplice: “un progetto di canale tematico dedicato alla comunicazione concernente le Istituzioni secondo i seguenti criteri: i) illustrare le tematiche con linguaggio accessibile a tutti; ii) promuovere il valore dell’appartenenza dell’Italia all’Unione Europea; iii) diffondere la conoscenza dei ruoli e delle attività delle Istituzioni italiane ed europee” come prevede il Contratto di Servizio, art.25. Boom… Esagerati!!! Pensate ai titoli: “Rai: da oggi su tv, radio e Web tutte le Istituzioni, 24 ore su 24 al servizio dei cittadini”. Il solito esagerato!!!
Andiamo ancora avanti. Pensate se, un certo giorno, all’improvviso, qualcuno vi dicesse: “guarda che da domani (settembre 2021) sul tuo televisore non vedrai più nulla però, se sei collegato in rete, potrai vedere un sacco di belle cose in streaming e magari non paghi più nemmeno il canone” (qualcuno certamente omette di dire che pagherai un abbonamento ad un server e un altro abbonamento ad un fornitore di contenuti, ma questo è un dettaglio, la qualità, si sa costa). Del resto, una Ferrari non può valere come un marca di auto qualsiasi, senza offesa per nessuno. Allora pensate se, invece, qualcuno ti dicesse “guarda che, a partire da settembre 2021 il tuo televisore potrebbe essere da rottamare, hai tutto il tempo per provvedere e, sei hai difficoltà economiche e il tuo ISEE è basso, ti posso dare anche una piccola mano”. Magari pensate pure ad un titolo del genere “La Rai e il suo futuro: con il DVB-T2 un balzo in avanti nella qualità dei prodotti e della tecnologia”. Magari non è del tutto vero (rispetto alla precedente transizione in cambio della rottamazione si offriva molto di più) però magari qualcuno ci crede e si affretta a provvedere. Comunque, almeno, si spera, si potrebbe cercare di limitare i danni rilevanti che già si prevedono. Allora, notizia del giorno, alla faccia di quelli del MISE che non sanno fare la televisione, figuriamoci gli spot, sai che ti immagina un SuperManager di Viale Mazzini ??? “mo te faccio vedè io come se fa’ no spot !!!” chiama qualche genio della lampada che a Viale Mazzini non mancano (uno recentemente è stato pure nominato direttore) e .. zacchete … spara sulle reti tv, radio, web, Rai Play, Rai Doc, Isoradio, televideo e quant’altro che l’Azienda è seriamente impegnata a garantire una transizione al DVB-T2 che avvantaggia gli utenti. È difficile ma ci si può provare e, comunque, l’effetto notizia è garantito. Ma su questo c’è ancora molto da dire, anzitutto sulla “distrazione” di Viale Mazzini su questo tema.
Basta così? No! Possiamo, ad esempio, trattare il tema della banda larga, per il quale è stato recentemente costituito a Viale Mazzini un “gruppo di lavoro”. Oppure possiamo occuparci degli ascolti della televisione, di come si modifica la platea dei telespettatori e, magari, proporre un confronto pubblico, aperto all’esterno della Rai (istituti di ricerca, università etc) ed affrontare il problema direttamente, senza nascondere la polvere sotto il tappeto. Provate ad immaginare un titolo: “La Rai e il suo pubblico, cosa è cambiato e cosa potrà cambiare”. Vogliamo parlare di RaiPlay? Vogliamo parlare del numero delle testate giornalistiche? Vogliamo parlare di RaiNews24? Per oggi ci limitiamo ma andremo avanti, la lista è lunga.
Conclusione, e potrebbe essere il titolo del post di domani, in tutti gli avvenimenti c’è una genesi. È un dibattito antico: i fenomeni si manifestano per circostanze casuali oppure tutto avviene in conseguenza di qualcosa?
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