domenica 14 giugno 2020

Poker

Chi vi scrive ha giocato, spesso e volentieri, a poker. Un fondamentale del gioco sostiene che se dopo la terza mano non hai ancora capito chi è il pollo, allora il pollo sei tu. Ora, sembra, che di polli intorno al tavolo del Servizio Pubblico ce ne siano più di uno, o meglio potrebbe essere uno solo che cambia di mano in mano.

Due giorni addietro l’AD Salini ha convocato i dirigenti Rai per informarli che intende avviare una “rivoluzione” finalizzata a contenere i costi di produzione, in particolare quelli televisivi (perché mai solo i costi tv non è chiaro). A margine, sembra, che si sia lasciato sfuggire il proposito di “rivedere” il Contratto di Servizio. Abbiamo cercato di capire e di sapere qualcosa di più. A parte un certo imbarazzante silenzio e a parte la pigrizia del sabato, una battuta  siamo riusciti a farla uscire da uno dei soliti autorevoli interlocutori: “il Contratto di Servizio prevede che Rai si debba impegnare in adempimenti costosi e se il Governo non ci mette in condizioni economiche di realizzarli, allora sarebbe opportuno rivedere tali impegni”.  In verità, anche su questo blog lo abbiamo scritto: alla Rai si chiede tanto e si sostiene poco. Il Contratto di Servizio, effettivamente,  dispone oneri gravosi sul piano editoriale e sul piano tecnologico. Però, dispone anche meccanismi di efficientamento che, se applicati, possono garantire notevoli risparmi (vedi quanto previsto dall’art.25.1: “prevedere anche la ridefinizione del numero delle testate giornalistiche nonché la riprogettazione e il rafforzamento dell’offerta informativa sul web”).

Rimane comunque fermo il principio/obbligo di “assicurare l'equilibrato assetto economico della gestione in relazione agli obblighi posti dalla normativa e dal presente Contratto” come dispone l’art. 20. Dunque? Di cosa si parla e perché ora questa sortita “rivoluzionaria” di Salini? Nel merito, si vorrebbe sostanzialmente rivedere la struttura dei contratti artistici e la durata della messa in onda dei programmi di intrattenimento. Per andare avanti è necessario fare qualche passo indietro e risalire almeno prima a settembre e poi al 27 ottobre dello scorso anno. A settembre la Vigilanza Rai vota, all’unanimità, un documento dove impegna Rai a “…ad adottare, entro novanta giorni dall’approvazione della presente risoluzione, idonee procedure dirette: 1. a escludere che la produzione dei programmi trasmessi dalla Rai sia affidata, anche tramite appalti parziali, a società di produzione controllate e/o collegate ad agenti di spettacolo che rappresentino gli artisti che a qualunque titolo prendano parte ai programmi medesimi; 2. a escludere che sia affidata a società di produzione controllate e/o collegate ad artisti l’esecuzione, anche tramite appalti parziali, di programmi trasmessi dalla Rai, nei quali gli stessi artisti siano a qualunque titolo presenti e che per questo motivo percepiscano un corrispettivo dalla concessionaria…”. Passa poco più di un mese quando, sul Corriere della Sera a firma Renato Franco, a proposito dell’acquisizione di Endemol da parte del gruppo francese Banijay, compare un articolo dove si legge nell’articolo “Tutti i prodotti esterni del day time di RaiUno a questo punto saranno realizzati da un’unica casa di produzione” aggiungiamo noi: controllata dai francesi (il 32% è di Vivendi) e aspira ad essere il più grande gruppo di produzione audiovisivo europeo. Il tema era ed è tuttora molto caldo. Passa ancora qualche mese e si arriva a Sanremo 2020 con le note polemiche legate all’agente Presta e ai suoi “clienti”: Fiorello, Amadeus e compagnia cantando. A Roma si dice “de che ‘stamo a parlà???”

Intendiamoci: che si ci sia una vera emergenza sui conti, sulle prospettive economiche della Rai non ci sono dubbi e lo scriviamo da tempo. Ma la prima interlocuzione per affrontare il problema è con l’editore di riferimento, il Governo, il quale è tenuto ad essere chiaro almeno su un punto: la certezza del canone, nella sua totalità e nella sua stabilità. Non ci piace riferire battute, specie quando sono velenose, ma in questo caso è utile a comprendere il contesto di cui parliamo: “Secondo te, Salini, quando era a La7 parlava con il suo editore Cairo?”. Rispondiamo noi. “Non ne ho la più pallida idea”. Il seguito ve lo lasciamo immaginare. Poniamo allora noi la domanda: l’AD Rai parla con Patuanelli e con Gualtieri? Gli ha posto le emergenze dell’Azienda e gli ha chiesto conto di cosa intendono fare, anche per quando previsto dal programma di Governo che prevede la revisione di tutto il sistema delle TLC? In poche parole, se non si prende il topo per le corna, il toro se ne fugge tranquillo. Nel frattempo, pochi giorni fa è tornata alla carica la Vigilanza che ha richiesto e convocato Salini per chiedergli conto della lettera di impegno di cui abbiamo parlato prima della comunicazione dei prossimi palinsesti. Ecco allora che prende forma la logica del “pollo”. Ancora una volta, si intravvede la logica della navigazione a vista, delle opportunità e delle convenienze del giorno per giorno, del “tirare a Campari” (copy by Bloggorai). Abbiamo scritto, e continueremo a farlo, che se gli amministratori di Viale Mazzini, TUTTI, hanno voglia di occuparsi dei conti Rai non hanno che l’imbarazzo della scelta e, avendone la possibilità, farlo anche subito è possibile.

Infine, merita attenzione un articolo di Carmine Fotina sul Sole di oggi con il titolo “Sulla banda larga pesano tagli e ritardi” dove si legge dello scontro in atto tra Tim e Open Fiber per la realizzazione della rete unica e poi “…i numeri deprimenti dell'indice Desi sulla digitalizzazione dei paesi Ue, che segnala l'Italia di nuovo in peggioramento sia nella valutazione generale (dal 23esimo al 25esimo e quartultimo posto) sia nella graduatoria sulla connettività internet a banda larga (dal 12esimo al 17esimo posto). Questo un terreno di battaglia immediato, il “polo delle torri” evoca il medioevo dei castelli, destinati a cadere in rovina, proprio come il ferro del quale sono composte le torri di Rai Way. Salini vuole occuparsi di politica industriale dell’Azienda? Si sbrighi a vendere, prima che sia troppo tardi. Buona Domenica.

bloggorai@gmail.com

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