Questa mattina c’è da leggere. Anzitutto vi proponiamo un articolo
importante, comparso nell’ultimo numero dell’Espresso, a firma di Naomi Klein
con il titolo “La dottrina dello shock pandemico”. Leggiamo qualche passaggio: “I
colossi del digitale stanno usando il virus per intrecciarsi con la politica e
imporre un futuro a loro immagine e somiglianza. Su telelavoro, scuola a
distanza e intelligenza artificiale, Amazon,
Facebook e Google ricostruiscono la loro egemonia. Oggi siamo di fronte a
scelte storiche che non si dovrebbero fare approfittando dell'emergenza e senza
un dibattito pubblico”. Ancora: “il futuro che prende forma - e che è molto più
high-tech di quello innescato dalle catastrofi precedenti - considera le nostre
settimane di isolamento fisico non una dolorosa necessità per salvare vite
umane ma un laboratorio permanente e altamente redditizio di un futuro senza
contatto fisico…Cominciamo a osservare un marcato trend verso la tecnologia che
non prevede il contatto tra gli esseri umani. Gli esseri umani sono a rischio
biologico, le macchine no». E un futuro nel quale le nostre case non saranno
più spazi personali ma terminali di connettività digitale ad alta velocità. E
così anche le nostre scuole, i nostri studi medici, le nostre palestre e, se
così vorrà lo Stato, le nostre prigioni…La domanda, tuttavia, è: tale
tecnologia sarà soggetta alla disciplina della democrazia e del controllo
pubblico o sarà lanciata nel bel mezzo della frenesia dello stato di eccezione,
senza lasciare il tempo per un dibattito sulle questioni cruciali che
modelleranno la nostra vita per i decenni a venire?”. Di grandissimo interesse
e che riguarda direttamente il futuro del Servizio Pubblico Radiotelevisivo,
soleva un dibattito che merita di essere approfondito ed esteso (grazie al
nostro solerte lettore che ci ha segnalato questo articolo). Solita domanda
semplice semplice: perché qualcuno in Rai non si fa promotore di dibattito
pubblico su questi temi? Perché non rendere di pubblico accesso tutto il sapere
e le conoscenze?
Veniamo alle notizie di oggi, o meglio di ieri. Dibattito in
Vigilanza Rai con l’audizione di Tagliavia sulla pubblicità Rai. Tutti o quasi,
a palle incatenate contro l’AD di Rai Pubblicità accusata di fare dumping sui
prezzi, in particolare Antonello Giacomelli (PD?) secondo il quale Rai viola le
disposizioni del Contratto di servizio. Questo tema è un campanello di allarme,
come abbiamo scritto: lo scontro sulle risorse pubblicitarie (scarse) di tutto
il comparto broadcast renderà la competizione sempre più aspra ed è evidente che nel
calderone ci andrà di mezzo pure il canone.
Risponde l’AD Salini (Andrea Biondi
sul Sole): “Ieri l'ad Rai Fabrizio Salini ha invitato a «trovare una nuova
strategia». Questo momento, ha detto Salini, «deve rappresentare un nuovo
passaggio per la Rai da cui non si torna indietro. Dalla pandemia è necessario
uscire con modelli diversi, non è un'opzione ma un dovere». È stato un incontro
in vista del varo dei palinsesti che saranno presentati al prossimo Cda del
17 giugno e pubblicamente l'1 luglio. E l'ad Rai ha molto insistito su due
filoni: riduzione dei costi e un nuovo modello virtuoso per l'audiovisivo. «Il
sistema non è più lo stesso e non sarà più lo stesso». In questo quadro Salini
ha poi toccato un tasto che da sempre rappresenta un elemento ad alta tensione:
la riduzione dei compensi. «La riduzione dei compensi per i collaboratori è il
minimo. Si faranno interventi speciali sempre nel segno di una ancora più
accentuata valorizzazione delle risorse interne, di una stabilizzazione delle risorse
e di una razionalizzazione generale». Anche l'offerta di contenuti andrà dunque
«razionalizzata, con cambiamenti nel modo in cui vengono strutturate le nostre
prime e seconde serate, anche nella loro durata, evitando sprechi di risorse
che non portano valore di servizio pubblico e commerciale». Acciperbacco … una
nuova strategia !!! Vedremo … intano, modestamente, gli suggeriamo di leggere
attentamente una noterella di Marco Giordani, CFO di Madiaset a proposito di strategie
europee: “… nel mondo televisivo di oggi, le sinergie non si realizzano sui
contenuti ma su quel 35% di costi rappresentato da tecnologia, software, dati,
dove si può risparmiare fino al 30% del totale”.
Ieri abbiamo sollevato il tema delle Fake News. Oggi Il
Fatto Quotidiano riporta l’accordo raggiunto in Parlamento per dare vita all’ennesima
Task Force dopo che pure la Commissione Europea ha indicato i nostro Paese dove,
secondo un documento appena pubblicato dalla “La disinformazione si alimenta soprattutto
delle ansie e delle paure delle persone e non è un caso che gli Stati membri
più colpiti dalla pandemia siano anche i più vulnerabili e più esposti alla
diffusione delle fake news. L’Italia è sicuramente tra i Paesi più colpiti,
sostiene la vicepresidente della Commissione europea con delega alla
Trasparenza, Vera Jourova”. Ribadiamo il concetto: cosa ha fatto la Rai e cosa
intende fare Antonio Di Bella in proposito? Riproponiamo la domanda: perché non
si rende pubblico il Report del Centro Studi Rai presentato in Cda lo scorso 15
maggio su quanto hanno fatto gli altri Servizi Pubblici in Europa? Noi lo
stiamo leggendo attentamente.
Infine, ieri sera è andato in onda su Italia Uno un docufilm
interessante dove sono state raccontate storie di persone durante il coprifuoco
Covid. Stasera Rai risponde con Petrolio. Domani ne parliamo.
Ovviamente, il racconto su Rai Way iniziato nei giorni scorsi
non è finito … anzi… e vista l’attenzione che ha suscitato nei nostri lettori
merita un ulteriore approfondimento.
bloggorai@gmail.com
Nessun commento:
Posta un commento