lunedì 29 giugno 2020

Messaggio forte e chiaro


Ogni giorno, ogni mattina, da oltre due anni, mi si pone lo stesso problema: iniziamo dalla notizie positive o da quelle negative? Parliamo prima di quanto di buono viene fatto e si viene a conoscenza o quanto  di cattivo che pure non manca mai? In genere risolvo il problema con una guida sicura: la notizia che ispira maggiore curiosità e quella che potrebbe dare più fastidio far circolare.  Chi vi scrive appartiene a quella generazione di giornalisti che sono cresciuti leggendo le rassegne stampa alla radio con i giornali appena arrivati in edicola: cercavo sempre di capire quali articoli potessero suscitare maggiore attenzione ai radioascoltatori.

Questa mattina vi propongo tre articoli. Il primo si riferisce ad una lunga intervista ad Angelo Guglielmi su Il Foglio a firma Marianna Rizzini dove si legge ” La Rai di chi l'ha fatta e non la guarda più.  Sorride quando gli si parla dei sovranisti della tv pubblica, ricordando i tempi della spartizione partitica. “Ci si stava spartendo qualcosa che in teoria non doveva appartenere a nessuno. Fatto sta che poi lo si chiamava pluri-culturalismo: tre reti per tre culture, la cattolica, la comunista, la socialista"… Quando poi gli si nominano i sovranisti e gli antisovranisti, Guglielmi di nuovo sorride, e ricordando altri eserciti, quelli visti quando in Rai, tv di stato, la spartizione era teorizzata, applicata, inseguita, dichiarata nel modo in cui si agisce "in questo paese accomodante", dice: "Un paese non severo, di compromessi, un paese in cui essere tv di stato voleva dire  essere tv del governo e quindi dei partiti. …E se quella è la nota origine del male, dice Guglielmi, e se, "a differenza di altri paesi, non ci si limitava, dal governo, a scegliere un direttore generale", i ricaschi di quelle scelte arrivano fino a oggi, ma senza avere più la giustificazione del contesto”. Un’intervista nostalgica, del bel tempo che fù e che forse mai tornerà … da leggere non fosse altre per comparare con la Rai di oggi. Un confronto impietoso, alla faccia del “cambiamento” ...veri Gattopardi.

Poi la “notizia” che tale non è e che pure incuriosisce (abbiamo già posto la domanda): per quale motivo il Corriere tira sviolinate alla lasciva verso la Rai? Questa mattina un articolo da incorniciare e proporre alle scuole di giornalismo per quanto è imbarazzante: a firma di  Maria Elena Zanini si legge “ Lady fiction in aiuto a Netflix.  Cercansi serie nuove e «geniali». Eleonora Andreatta, direttrice di Rai Fiction, abbandona viale Mazzini per guidare il braccio italiano della piattaforma streaming che punta su nuovi progetti anche internazionali: la sua competenza (e i suoi contatti) aiuteranno”. Non c’è dubbio, i suoi contatti aiuteranno Netflix. Per tutto il resto … imbarazzante.

Veniamo ora alla politica: c’è  maretta nel Governo a proposito di Rai e non solo. Il presunto incontro tra Conte e Salini tiene ancora banco (per poco) e lascia chiaramente intendere il fuoco che cova sotto la cenere. Occorre avere pazienza ancora qualche giorno (il 14 luglio il Parlamento voterà i commissari AgCom) per avere indizi. Da leggere con attenzione un passaggio fondamentale oggi sul Messaggero firmato da Marco Conti: “Senza contare che su due questioni che per i dem avrebbero dovuto segnare un cambio di passo dal precedente governo giallo-verde, come Rai e decreto sicurezza, il Pd segna il passo. Ma se sui decreti sicurezza il rinvio a settembre è ormai scontato, sulla tv di Stato lo scontro si è riacceso e coinvolge anche i renziani che con Michele Anzaldi hanno chiesto conto dell'incontro a palazzo Chigi tra Conte e Salini. Tensioni che tagliano anche il Pd con l'ala più vicina a Zingaretti che attacca Salini e quella di Franceschini più defilata rispetto ad una possibile proroga dell'ad di viale Mazzini e ai suoi progetti di "riorganizzazione" della torta pubblicitaria. E che il contendere non sia tanto la governance del servizio pubblico quanto la proroga dell'ad e le risorse che si raccolgono con il canone e la pubblicità, si capisce anche dalla benevolenza con quale Silvio Berlusconi guarda all'inquilino di palazzo Chigi. D'altra parte l'accusa della Vigilanza e dell'Agcom - ancora in attesa dei documenti chiesti a viale Mazzini - è che nel periodo di lockdown, la Rai abbia praticato sconti del 90%, azzerando la pubblicità sulla carta stampata e mettendo anche in difficoltà La7 e le Tv del Cavaliere. Con quattro senatori in meno a palazzo Madama, e altri grillini pronti ad uscire convinti di spuntare da Matteo Salvini anche un terzo mandato, i voti di FI rischiano di diventare fondamentali. Al pari delle entrate pubblicitarie di Mediaset”. Messaggio ricevuto, forte e chiaro, passo e chiudo.

Infine, un ringraziamento ad un nostro attento e solerte lettore che ci segnale un lungo articolo sull’ultimo numero de L’Espresso con il titolo “Alla Guerra del 5G… Il nuovo standard ci cambierà la vita ma porterà con sé mille problemi” uno dei quali impatterà direttamente nelle modalità di produzione e diffusione dei segnali radiotelevisivi. La maggiore velocità di trasmissione dei dati in upload e download renderà tutto il mondo broadcast maggiormente rivolto più alla rete che non al digitale terrestre. Non ci sono dubbi: il 5G cambierà radicalmente la vita dei telespettatori e non solo loro, come in parte è già è avvenuto durante il lockdown e pure non ci sono dubbi che sorgeranno mille  problemi per la Rai e per il senso generale, per la mission di Servizio Pubblico. Torniamo, ahimè, sempre a bomba: qualcuno è a conoscenza di un progetto Rai per il 5G?  Forse…magari, è possibile che qualche ingegnere ancora sopravvissuto a Viale Mazzini dopo  la recente diaspora qualche idea possa averla ma se ne guarda bene da farla sapere. Va a sapere, magari potrebbe essere buona e dare fastidio a qualcuno che invece di idee non sembra proprio averne.

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