mercoledì 10 giugno 2020

Bufale Notizie e grandi problemi


 Il 31 marzo dell’anno corrente, alle prime ore del mattino, viene dato l’annuncio ufficiale: la Rai, in ottemperanza da quanto disposto dal Contratto di Servizio, in ossequio alle logica, al buon senso e alla decenza, ha dato formalmente e pubblicamente notizia dell’avvenuta costituzione di un Comitato di esperti, autorevoli giornalisti, analisti strategici e consulenti vari finalizzato a “dare un’informazione corretta, smascherando le fake news”. Tale Comitato viene denominato Task Force !!!
Purtroppo c’è poco da scherzare e quanto avvenuto in questi mesi è sotto gli occhi di tutti per le nefandezze, le inefficienze, gli errori madornali e le complicità con interessi privati. Abbiamo scritto da subito che insieme al Virus agisce in modo non memo pericoloso e devastante la cattiva informazione. Abbiamo pure scritto che la Rai, prevalentemente, ha comunicato molto e informato poco. Oggi leggiamo (Corriere e MF) che lo stesso comitato proposto dal Governo lo scorso 3 aprile ha elaborato un documento di 12 pagine con l’obiettivo di “ … contrastare la diffusione di notizie fuorvianti e la disinformazione sul Coronavirus occorrerebbe quanto meno che le istituzioni parlassero con un sola voce. O almeno che data la molteplicità delle fonti, tra ministeri, Protezione civile, commissari straordinari, Istituto superiore di sanità, che si armonizzino e sincronizzino i contenuti”. Per il solito e noto problema di credibilità che abbiamo posto più volte, poniamo la domandina semplice semplice: che fine ha fatto la Forza Tascabile di Rai sulle Bufale Notizie (tradotto in italiano corrente). E poniamo la stessa domanda ora che stanno emergendo sospetti e dubbi di conflitto di interessi sui vari esperti che tutte le sere ci hanno terrorizzato con teorie e raccomandazioni cliniche che un giorno erano buone e il giorno dopo no, paladini di vaccini e di terapie varie sempre in discussione, alfieri di autoreferenzialità. Una Bufala Notizia può consistere anche nel dare voce e credibilità a personaggi dalla storia professionale e legami familiari  sospetti. In queste circostanze il Servizio Pubblico che spesso e volentieri ha contribuito fortemente ad alimentare un mondo di confusione e incertezza qualche responsabilità ce l’ha o no??? No, magari, forse, probabile, no… tutti bravi ragazzi.

Bene, torniamo su un tema che anche ieri ha suscitato notevole interesse tra i nostri lettori. Dicevamo di Rai Way. Ieri abbiamo raccolto un altro autorevole commento: “Tra Rai e Rai Way si è determinato un rapporto perverso sia dal punto di vista tecnologico e sia dal punto di vista finanziario. Dal punto di vista tecnologico nessuno finora si è preso la briga di verificare i costi della capacità trasmissiva sul mercato. Per quanto è noto, il concorrente Mediaset, a pari impegno, spende molto meno. Inoltre, si pone un rilevante tema di efficienza: F2i Tower è molto più affidabile e “razionale”, vedi le reti SFN. Per quanto riguarda l’aspetto finanziario il problema è semplicissimo: si tratta di autotrasfusione. In altre parole, il profitto generato da Rai Way e riversato a Rai in forma di dividendi è prevalentemente derivato dal canone che la controllante versa alla controllata”. Su questo aspetto abbiamo già sollevato un tema di legittimità finanziaria: il Regolamento mercati di Consob (n.b. delibera n. 20249 del 28 dicembre 2017) all’art. 16 (Condizioni che inibiscono la quotazione di azioni di società controllate sottoposte all’attività di direzione e coordinamento di altra società) dispone che “1. Le azioni di società controllate sottoposte all’attività di direzione e coordinamento di un’altra società o ente non possono essere ammesse alla quotazione in un mercato regolamentato italiano ove le società controllate: … b) non abbiano un’autonoma capacità negoziale nei rapporti con la clientela e i fornitori”

Inoltre, il Regolamento Mercati di Borsa Italiana, al punto 2.2.2, (requisiti degli emittenti di azioni) al punto 7 dispone che “L’emittente deve esercitare, direttamente o attraverso le proprie controllate e in condizioni di autonomia gestionale, una attività capace di generare ricavi”. Il cosiddetto “combinato disposto” di questi due articoli merita attenzione o no ??? Rai Way è in grado di esercitare “autonoma capacità negoziale nei confronti della clientela e dei fornitori” si o no? Da sottolineare che l’oggetto della “capacità negoziale” si riferisce alle frequenze che non sono in capo a Rai Way ma assegnate in Concessione alla Rai, mentre la quotata è proprietaria solo del ”ferro” di cui sono fatte le torri. Infine, per quanto riguarda i ricavi: dall’ultimo bilancio si legge che ha generato ricavi sul mercato per 0,1 mln di Euro (pari a 100 mila Euro) cifra con la quale si ripagano a malapena gli aumenti di compenso degli amministratori. Domanda: se la capacità di “generare ricavi” è di tale entità, quale è il senso industriale di questa storia?

Torniamo al’autorevole commento di ieri: “Il paradosso dei problemi è che spesso più sono complessi e più è facile trovare le soluzioni. Il tema non è tanto Rai Way ma Rai: è necessario porsi  interrogativi sulle visioni strategiche sulle reti di diffusione dei prodotti audiovisivi. Quale è la strategia di Rai per la banda larga, per il satellite, per il DVB-T2 … quale strategia ha elaborato per il passaggio al 5G sia nei processi di distribuzione sia per quelli di produzione (remote working)? Per non dire poi dei Big Data… come vengono raccolti, gestiti e utilizzati i preziosissimi dati raccolti da Rai con le connessioni realizzate attraverso il Web?”.

Abbiamo scritto spesso e volentieri di costi, risparmi ed efficienze di gestione. Come al solito, giriamo gli interventi agli amministratori che certe volte non capiamo bene dove stanno e di cosa si occupano.

A proposito ..., nei giorni scorsi, tornando a Roma dopo un lungo periodo forzato di assenza, abbiamo avuto il piacere di leggere il rapporto presentato il 15 maggio in Cda sul tema “Cornavirus,la risposta degli altri” e realizzato dal Centro Studi Rai diretto da Andrea Montanari. Il documento riporta in 30 slides cosa hanno fatto i servizi pubblici europei durante la crisi del Covid. Di grande interesse e ne parleremo ma intano una sola semplice domanda: perché non renderlo pubblico???

bloggorai@gmail.com
   


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