sabato 6 giugno 2020

La clava


La notizia del giorno la pubblica La Notizia, con la firma di Francesco Carta: “La Rai perde 100 milioni di pubblicità. E ne spende 81 in collaborazioni. Una clausola permette di limare fino al 20% degli stipendi Così si recupererebbero subito 16 milioni di euro… Una vera e propria emorragia di fronte alla quale, rimettendo mano ai mega compensi degli anchorman di punta della Tv pubblica, si potrebbero recuperare fino a quasi 20 milioni di euro. I contratti di collaborazione Rai, infatti, prevedono una clausola standard per "eccessiva onerosità sopravvenuta" che consente all'azienda di rivedere le condizioni economiche in caso di situazione anomale e imprevedibili. Casistica nella quale l'emergenza Coronvirus - e le conseguenti perdite pubblicitarie - rientrerebbe a pieno titolo. Insomma, un'opzione che piomba sul tavolo dei vertici Rai peraltro proprio nel pieno della discussione - e delle polemiche - sul rinnovo del contratto di Fabio Fazio. Opzione obbligata per il consigliere d'amministrazione Riccardo Laganà. "Data la grave crisi economica in atto con forte contrazione della raccolta pubblicitaria e risorse da canone sottratti da riforme, leggine e continuamente in discussione, occorre ottimizzare e intervenire immediatamente per rimodulare il costo dei contratti più onerosi di collaborazione artistica e di esclusiva, nonché quelli con le società di produzione per eccessiva onerosità sopravvenuta - spiega a La Notizia -. Non si devono tagliare gli investimenti tecnologici già programmati perché incidono sul futuro industriale dell'azienda, ma occorre intervenire con urgenza e forza impiegando il più possibile le risorse interne come più volte raccomandato anche nella recente relazione sulla gestione finanziaria Rai della Corte dei Conti".

Attenzione: stiamo per entrare nell’occhio del ciclone. Il tema risorse economiche potrebbe essere la clava da usare contro la Rai. Attenzione bis: nei prossimi giorni, il 24, si dovrebbe svolgere l’Assemblea degli azionisti di Rai Way sulla quale abbiamo scritto molto. Anzitutto, da non dimenticare mai, che la cessione di parte della proprietà delle torri Rai è avvenuta a seguito di una operazione politica operata dal Governo Renzi con la sottrazione indebita di 150 milioni che, se non compensata, avrebbe rischiato di dover portare i libri in Tribunale. Sono stati richiesti e depositati ben tre pareri di autorevoli costituzionalisti (Ainis, Pace e Cheli con una variante di riserva) dove si sosteneva fortemente l’incostituzionalità del provvedimento e, di conseguenza, l’illegittimità della vendita delle quote Rai Way. E così via. Per venire ai giorni nostri: 
ATTENZIONE: ieri la solita bene informata Sara Bennewitz su Repubblica ha titolato: “Riparte il risiko delle torri Ei Towers vende un pezzo per fare le nozze con Rai Way” e scrive “Vendere le torri TLC sarebbe inoltre un passo verso un'altra operazione di consolidamento, ovvero quella delle torri tv di Rai Way. Il gruppo controllato al 65% dalla tv di Stato in Borsa, debiti compresi vale circa 1,6 miliardi, di cui la quota della Rai un miliardo. Tuttavia anche se le distanze tra Rai Way e Ei Towers attraverso la vendita da 600 milioni si avvicinerebbero e le società sarebbero comunque più facili da mettere insieme, comunque la Rai perderebbe la maggioranza assoluta dal colosso che nascerebbe dalla fusione, un gruppo che, come si è visto dall'unione tra Tim e Vodafone nelle antenne, creerebbe notevoli sinergie sui costi e sui ricavi”. Infine: “Se da parte di Ei Towers, come dimostra il tentativo respinto nel 2015, la volontà di creare un unico gruppo delle antenne tv c'è sempre stata, ora anche dalle parti di Viale Mazzini i tempi potrebbero essere maturi. Resta che dopo aver studiato vari modi su come realizzare la fusione tra le due società, anche se Ei Towers vendesse le torri telefoniche comunque ci sarebbe bisogno di un decreto (Dpcm) per modificare lo statuto di Rai Way, che impedisce alla Rai di perdere la maggioranza assoluta delle sue torri. La Rai avrebbe comunque la quota di maggioranza (e sopra la soglia d'Opa) del nuovo gruppo, con una Mediaset pronta a ritagliarsi un ruolo defilato al 10% e F2i in mezzo a fare da garante e disposto a valorizzare la sua partecipazione a tempo debito. Chissà che l'esempio di Inwit da una parte e la nuova ondata di consolidamenti nelle reti dall'altra, non riesca a creare anche le condizioni politiche per la firma del Dpcm”. Basta e avanza per essere allertati. Alla prossima Assemblea degli azionisti verrà rinnovato il Cda di Rai Way con Pasciucco (attuale CFO Rai) come presidente e Ciccotti (ex AD della stessa Rai Way e attuale CFO Rai) come consigliere.   

I due temi, calo pubblicità e prospettive di Rai Way, formalmente non sono collegati se non per il semplice fatto che, insieme, contribuiscono alla formazione del bilancio Rai. Comincia a formarsi un malevolo sospetto: che ci possa essere una qualche regia occulta che possa spingere verso quel DPCM di cui ha scritto la Bennewitz. La domanda è semplice: chi se ne avvantaggerebbe?


bloggorai@gmail.com

Nessun commento:

Posta un commento