La notizia del giorno la pubblica La Notizia, con la firma di
Francesco Carta: “La Rai perde 100
milioni di pubblicità. E ne spende 81 in collaborazioni. Una clausola permette
di limare fino al 20% degli stipendi Così si recupererebbero subito 16 milioni
di euro… Una vera e propria emorragia di fronte alla quale, rimettendo mano ai
mega compensi degli anchorman di punta della Tv pubblica, si potrebbero
recuperare fino a quasi 20 milioni di euro. I contratti di collaborazione Rai,
infatti, prevedono una clausola standard per "eccessiva onerosità
sopravvenuta" che consente all'azienda di rivedere le condizioni economiche
in caso di situazione anomale e imprevedibili. Casistica nella quale
l'emergenza Coronvirus - e le conseguenti perdite pubblicitarie - rientrerebbe
a pieno titolo. Insomma, un'opzione che piomba sul tavolo dei vertici Rai
peraltro proprio nel pieno della discussione - e delle polemiche - sul rinnovo
del contratto di Fabio Fazio. Opzione obbligata per il consigliere
d'amministrazione Riccardo Laganà. "Data la grave crisi economica in atto
con forte contrazione della raccolta pubblicitaria e risorse da canone
sottratti da riforme, leggine e continuamente in discussione, occorre
ottimizzare e intervenire immediatamente per rimodulare il costo dei contratti
più onerosi di collaborazione artistica e di esclusiva, nonché quelli con le
società di produzione per eccessiva onerosità sopravvenuta - spiega a La
Notizia -. Non si devono tagliare gli investimenti tecnologici già programmati
perché incidono sul futuro industriale dell'azienda, ma occorre intervenire con
urgenza e forza impiegando il più possibile le risorse interne come più volte
raccomandato anche nella recente relazione sulla gestione finanziaria Rai della
Corte dei Conti".
Attenzione: stiamo per entrare nell’occhio del ciclone. Il
tema risorse economiche potrebbe essere la clava da usare contro la Rai. Attenzione
bis: nei prossimi giorni, il 24, si dovrebbe svolgere l’Assemblea degli
azionisti di Rai Way sulla quale abbiamo scritto molto. Anzitutto, da non dimenticare
mai, che la cessione di parte della proprietà delle torri Rai è avvenuta a
seguito di una operazione politica operata dal Governo Renzi con la sottrazione
indebita di 150 milioni che, se non compensata, avrebbe rischiato di dover
portare i libri in Tribunale. Sono stati richiesti e depositati ben tre pareri
di autorevoli costituzionalisti (Ainis, Pace e Cheli con una variante di
riserva) dove si sosteneva fortemente l’incostituzionalità del provvedimento e, di
conseguenza, l’illegittimità della vendita delle quote Rai Way. E così via. Per
venire ai giorni nostri:
ATTENZIONE: ieri la solita bene informata Sara
Bennewitz su Repubblica ha titolato: “Riparte il risiko delle torri Ei Towers
vende un pezzo per fare le nozze con Rai Way” e scrive “Vendere le torri TLC
sarebbe inoltre un passo verso un'altra operazione di consolidamento, ovvero
quella delle torri tv di Rai Way. Il gruppo controllato al 65% dalla tv di Stato
in Borsa, debiti compresi vale circa 1,6 miliardi, di cui la quota della Rai un
miliardo. Tuttavia anche se le distanze tra Rai Way e Ei Towers attraverso la
vendita da 600 milioni si avvicinerebbero e le società sarebbero comunque più
facili da mettere insieme, comunque la Rai perderebbe la maggioranza assoluta
dal colosso che nascerebbe dalla fusione, un gruppo che, come si è visto
dall'unione tra Tim e Vodafone nelle antenne, creerebbe notevoli sinergie sui
costi e sui ricavi”. Infine: “Se da parte di Ei Towers, come dimostra il
tentativo respinto nel 2015, la volontà di creare un unico gruppo delle antenne
tv c'è sempre stata, ora anche dalle parti di Viale Mazzini i tempi potrebbero
essere maturi. Resta che dopo aver studiato vari modi su come realizzare la
fusione tra le due società, anche se Ei Towers vendesse le torri telefoniche
comunque ci sarebbe bisogno di un decreto (Dpcm) per modificare lo statuto di
Rai Way, che impedisce alla Rai di perdere la maggioranza assoluta delle sue
torri. La Rai avrebbe comunque la quota di maggioranza (e sopra la soglia
d'Opa) del nuovo gruppo, con una Mediaset pronta a ritagliarsi un ruolo
defilato al 10% e F2i in mezzo a fare da garante e disposto a valorizzare la
sua partecipazione a tempo debito. Chissà che l'esempio di Inwit da una parte e
la nuova ondata di consolidamenti nelle reti dall'altra, non riesca a creare
anche le condizioni politiche per la firma del Dpcm”. Basta e avanza per essere
allertati. Alla prossima Assemblea degli azionisti verrà rinnovato il Cda di
Rai Way con Pasciucco (attuale CFO Rai) come presidente e Ciccotti (ex AD della
stessa Rai Way e attuale CFO Rai) come consigliere.
I due temi, calo pubblicità e prospettive di Rai Way, formalmente
non sono collegati se non per il semplice fatto che, insieme, contribuiscono alla
formazione del bilancio Rai. Comincia a formarsi un malevolo sospetto: che ci
possa essere una qualche regia occulta che possa spingere verso quel DPCM di
cui ha scritto la Bennewitz. La domanda è semplice: chi se ne avvantaggerebbe?
bloggorai@gmail.com
Nessun commento:
Posta un commento