giovedì 25 giugno 2020

Amazon, gli scippi e la Fortezza Bastiani

Pongo  anzitutto grande attenzione al dialogo con i fedeli lettori di questo blog e prima di rispondere
veniamo alle notizie importanti della giornata. Questa mattina MF pubblica un articolo, a firma Andrea Montanari, dal titolo “Amazon accende la Tv generalista” e si legge “Netflix investe in prodotto tv locale: l'acquisto di Eleonora Andreatta da Rai Fiction va in questa direzione. Disney+ ha costi bassi e una strategia aggressiva sui mercati puntando a una library infinita. Sky ha virato sulle TLC e sulla banda larga… E Amazon?… Jeff Bezos per rafforzare l'offerta di Prime Video e per conquistare anche il bacino d'utenza del piccolo schermo sta lavorando alla creazione di una vera e propria emittente tv tradizionale che possa garantire una programmazione lineare con programmi e un palinsesto full time su base giornaliera.” Poi, leggiamo su Avvenire, a firma Andrea Giacobino, “Mediaset è pronta per il rush finale: vuole costruire la casa europea della tv”. 

Un tema che ci porta direttamente nel cuore della grande battaglia che si appresta ad essere combattuta nello scenario del sistema delle TLC nazionale ed europeo:  la banda larga e il 5G. Non è semplicemente una grande battaglia, forse si tratta di qualcosa di più che segnerà in modo definitivo lo scenario del mondo audiovisivo digitale del prossimo futuro e potrebbe trattarsi di una battaglia che non prevede prigionieri e dove non si faranno sconti a nessuno. O meglio, si potrà concedere a chi soccombe di vivere in una “riserva protetta” esattamente come potrebbe succedere al Servizio Pubblico nazionale, alla Rai per intenderci. In questa chiave si leggono le narrazioni politiche e tecnologiche  di questi giorni che, fatalmente, si intrecciano in  modo diabolico. Da un lato si formano inedite (???) alleanze tra partiti apparentemente distanti tra loro (Fi e IV) che, insieme, cantano il coro “togliete la pubblicità alla Rai per restituirla al mercato” cioè Mediaset.  Dall’altro lato, si affollano trattative e manovre finalizzata alla formazione di un “ambiente” tecnologico basato sulla rete in fibra che si pone come sostanziale, formale, antagonista alla diffusione broadcast basata sul Digitale terrestre. Il tutto, nel pieno della applicazione della roadmap della transizione al DVB-T della quale ora, dopo il Coronavirus, non si capisce ancora bene l’esito e il percorso successivo che, indubbiamente, non potrà essere lo stesso rispetto a quanto previsto fino alla fine dello scorso febbraio.  La “mutazione genetica” che sta intervenendo nel pubblico, in particolare a seguito della crisi prima sanitaria ed ora economica, ha cambiato sostanzialmente lo scenario: il ricambio dei Tv Set previsto si è drammaticamente bloccato e non sarebbe improprio che i broadcasters ponessero con fermezza il tema del possibile rinvio dello Switc Off, previsto per il prossimo anno, che già nella sua formulazione originaria prevedeva rischi ed incognite gravi a carico della Rai ed oggi ancor più, proprio a seguito delle grandi manovre in corso. Un nostro esperto lettore ci ha posto un tema di indubbia suggestione a vantaggio della Rai che potrebbe “impegnarsi a garantire l’accesso alla banda larga libero e gratuito per tutti, magari con un costo “sociale” con una capacità minima ed essenziale. Chi è interessato ad avere maggiore banda la potrebbe acquistare ad un prezzo calmierato, con una opzione tipo Premium”. In questo modo si potrebbe garantire una maggiore diffusione dei prodotti di servizio pubblico a condizioni vantaggiose ed entrare pieno titolo nel mercato che si sta formando. Torniamo a bomba: si richiede una visione, un'idea di Servizio Pubblico prossimo venturo che da nessuna parte si avverte. La Rai ha un progetto per la banda larga? In che modo e in che tempi intende inserirsi nella partita? Tutti assenti. È  assente la politica anzitutto che vorrebbe riformare l’intero sistema delle TLC (vedi programma di Governo) ma, al momento, la sola  cosa che riesce ad immaginare è l’ennesima volgare truffa ai danni della Rai (vedi post dei giorni scorsi). Ma sono assenti ingiustificati anche coloro che solitamente sono sempre pronti a lanciare proposte e progetti che da anni, non riescono a fare un centimetro in avanti. A farla breve: non si intravvede all’orizzonte il VII cavalleria che potrà salvare la Rai. Forse, c’è solo da sperare in qualche eroico resistente all’interno della Fortezza Bastiani di Viale Mazzini in grado di mettere fuori la testa.     

Veniamo ora alla "posta dei lettori". Ieri uno di loro ci ha scritto sollevando dubbi sull’opportunità di ripubblicare un vecchio post di Roberto Fico con l’elenco dei “figli e parenti di …” in Rai.  Come ho scritto, si tratta di un tema fastidioso, urticante, ma non per questo deve esser sottaciuto specie quando in nome di un malinteso “bene della Rai” può succedere che si scambia il grano con loglio: il primo è frumento vitale, la seconda è una pianta infestante, detta anche zizzania. Il malaffare e il malcostume, in particolare degli anni passati, è stato spesso il tratto distintivo delle relazioni aziendali, dove succedeva solitamente che non si premiava la capacità e la professionalità delle persone ma l’essere “amico di “ oppure “in quota a …” o , appunto  “congiunto di…”. Ecco, ho voluto ribadire semplicemente e unicamente questo, senz’altro retropensiero.  Rimane la riflessione sostanziale: non si è trattato di un “esproprio di una affermata dirigente” a danno di un'Azienda debole e indifesa, ma di una pura operazione commerciale e professionale di chi ha deciso di accettare uno stipendio migliore offerto dalla diretta concorrenza della Rai.  Punto. Scusate se è poco. Che ci sia risparmiata la lamentela, pecunia non olet e se poi chi la offre è stato il tuo "nemico" fino al giorno prima, poco importa.
Chiudiamo, almeno per ora l’affare Andreatta//Netflix  con un altro lettore che ci ricorda lo scorso anno, esattamente il 19 luglio,  quando è andato in onda su Rai Due, condotto da Simona Ventura, uno speciale sulla nuova edizione de La casa di carta, un prodotto di punta di Netflix. Si è trattato di una trasmissione/spot importante che, più o meno, equivale a dire come se Mediaset facesse una trasmissione per lanciare la promozione del prossimo Sanremo 2021. Se non ricordiamo male, nessuno o quasi ebbe nulla a che ridire, nessuno o quasi ha sollevato sdegnati proclami sullo “scippo” di uno spazio di servizio pubblico rivolto ad interesse privato. Infine, abbiamo letto ieri su Prima On line, una nota dove si sostiene che la rotazione dei dirigenti prevista dal Piano Anticorruzione dell’ANAC si tratta di “Una cosa inaudita che sfiora la stupidità”. Tanto per essere chiari e sgombrare dubbi,invitiamo a leggere quanto disposto dalla  Delibera numero 1064 del 13 novembre 2019 http://www.anticorruzione.it/portal/public/classic/AttivitaAutorita/AttiDellAutorita/_Atto?id=8ed911d50a778042061d7a5d0028cba2  (Approvazione in via definitiva del Piano Nazionale Anticorruzione 2019). Punto.  A capo.

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