La sola notizia del giorno si riferisce a quanto abbiamo ascoltato ieri sera nell'edizione del Gr2 delle 19.30: si è parlato di "distanza interpersonale" invece di "distanza sociale". Questa piccola mutazione linguistica della Rai (non del Servizio Pubblico) si accompagna a quella delle immagini: sembra cambiato il clima linguistico, narrativo, dove tutto porta a ricondurre la vita del Paese verso una dimensione "normale" o almeno simile a quella precedente al Covid.
Vi proponiamo una riflessione: nei giorni scorsi è comparso un articolo sul Corriere a
firma Pierluigi Battista, dove si prospettava nel nostro Paese l’esistenza di
due squadre: quella della “gioia di vivere” contro quella della “paura di
morire”. Gli uni contro gli altri a contendersi la ”mascherina” se indossarla
anche quando non è necessario o obbligatorio sia di destra o di sinistra, a
dibattere se sia vero o meno che il Covid sia diventato meno pericoloso, destinato
a svanire come è arrivato, oppure ad essere timorati “a priori” dal fantasmico asintomatico ergo “a futura
memoria” qualora mai disgraziatamente dovesse tornare in autunno, in inverno,
alla prossima primavera o chissà quando e magari con un nome o una sigla
diversa. Per non dire poi se l’uscita “dalla
selva oscura” potrà avvenire con un vaccino (il più grande business del nuovo millennio)
oppure con un terapia farmacologica, con il calore e il raggi UV dell’estate.
Nel frattempo, a quanto sembra, stiamo entrando nella zona grigia degli ascolti Rai: segnali di cedimento degli ascolti,in particolare al Tg1 e a Rai Uno.
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ps: beninteso, non ci sono altre notizie,commenti o rifleessioni di alcune genere meritevoli di nota
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