L’opposizione, tutta intera, sulla Rai e sul Servizio Pubblico
è in stato confusionale, in grave ritardo su tutto e incapace ad assumere un
atteggiamento progettuale, proporre una visione e trovare soluzioni. E lo è da
almeno due anni, da quando è stato approvato l’attuale Contratto di Servizio.
In questi giorni si “festeggia” la disfatta.
Oggi, infatti, non ricorre solo il fatto grave della mancata
nomina del Presidente ma l’inizio di un capitolo buio della storia dell’opposizione
in Rai. Tutto ha inizio il 3 ottobre 2024 quando in Vigilanza Rai viene
approvato il testo del Contrato di Servizio: La Stampa titola “Vigilanza
Rai, le opposizioni si spaccano. Ok al nuovo contratto di servizio con il sì dei
5 Stelle”. Quel Contratto, questo Contratto, ha segnato un passo indietro notevole
rispetto al precedente dove in buona sostanza i “vincoli specifici” dettagliati
in un lungo articolo, il 25, diventano un generico “allegato 1” e dove si introduce
lo strampalato criterio dei KPI (peraltro mai applicato per quanto è
inapplicabile).
Passa quasi un anno e ad agosto 2024 tutta l’opposizione
unita afferma “prima la riforma e poi le nomine” e arriviamo, appunto,
all’odierno anniversario dove si “festeggia” la nomina dell’attuale Cda con i vecchi
criteri della Legge Leggi. Ribadiamo forte e chiaro: si poteva e si doveva applicare
subito lo schema del nuovo EMFA e, di conseguenza, si poteva e si dovevano fare
le barricate per sostenere il principio del “prima la riforma e poi le nomine”.
Invece no! Il 26 settembre M5S e AVS vanno da una parte e nominano i “loro”
uomini e PD dall’altra. Il Manifesto ha titolato “Rai, 5S e AVS votano il
nuovo cda con le destre. Pd furioso”. Cosa è rimasto di quella “furia”? Nulla.
Con questa mossa, con la nomina del Cda, la maggioranza si blinda e brinda
a ostiche e champagne e propone la Agnes come presidente e, nel frattempo, si
tiene stretto Marano: stanno benissimo così! La mancata nomina del Presidente e
il blocco della Vigilanza sono una conseguenza del 26 settembre.
Veniamo ai giorni nostri e riparliamo ancora della Riforma Rai.
Al momento in cui scriviamo sappiamo che: A esiste solo un testo della
maggioranza presentato lo scorso fine luglio; B domani scadono i termini della
presentazione di emendamenti alla proposta di riforma Rai; C nessuno sa nulla
se, da chi e quali articoli saranno interessati. Punto. Se mai dovessero
essere presentati domani last minute, nessuno potrai mai proporre un’obiezione,
sollevare in dubbio o approfondire i temi. Dopo di che, la strada verso l’Aula
è spianata e in quella sede la maggioranza ha i suoi numeri per far passare
quello che vuole. Amen! Se ne riparla tra qualche anno. Tele Radio Meloni for
ever and ever!!!
Veniamo ancora ai giorni nostri e vediamo perché l’opposizione
è assente o in grave e colpevole ritardo su quasi tutto ciò che interessa la Rai
e il Servizio Pubblico.
Proposta editoriale. Non è sufficiente gridare al
timore del calo degli ascolti se non ci si chiede perché questo avviene, se non
ci si interroga sul prodotto editoriale. Ancora ieri sera è andata in onda su Rai
Uno l’ennesima replica di Montalbano, su Rai due una inguardabile e ignobile
trasmissione sulle “puzze” varie e Rai Tre è divenuto terreno di scorribanda
delle telefonate “politiche di turno (mancata messa in onda del film No Man’s Land
prevista il 7 ottobre). Se mai qualche parlamentare che ci legge fosse
interessato, abbiamo ampia documentazione interessante, compreso il famigerato
e segretissimo “Linee Guida Palinsesti 2025-2027” che, ovviamente, possiamo
fornire invia strettamente riservata e personale.
Informazione. Non è sufficiente essere preoccupati
del superamento del Tg5 sul Tg1 (peraltro avvenuto spesso da anni) se non ci si
interroga perché questo avviene. Ricordiamo ancora uno volta che non esiste
nemmeno uno straccio di proposta di riforma/revisione di tutta l’offerta informativa
Rai dai Tg ai Gr per finire a Rai News24. Le proposte che c’erano sono
state ostacolate in ogni modo: dal Progetto Verdelli al Piano Industriale 2018
per finire al Contrato di Servizio Precedente che prevedeva la rimodulazione
delle testate giornalistiche. Chi tocca i fili di questo tema si brucia le dita.
Tecnologia. Nei giorni scorsi scadeva il MoU (Memorandum
of Understanding) tra Rai e Ei Tower per il progetto di fusione che interessa Rai
Way. È stato rinnovato di altri sei mesi. Avete mai letto di qualcuno dell’opposizione
che si è interessato al “dossier” Rai Way da qualsiasi punto di vista:
finanziario, economico, industriale e tecnologico? Mai, nessuno!!! Nessuno che
si pone il dubbio su quali sono gli interessi prevalenti della Rai e come
possono essere tutelati su “vendita e/o cessione” della propria quota in Rai
Way. Nessuno tra i partiti di opposizione che si pone il dubbio se l’attuale
contratto di Servizio al costo di oltre 210 mln di euro possa essere rivisto e
aggiornato a valori di mercato. Silenzio totale. Imbarazzante. Non parliamo poi
dei consiglieri che su questo tema magari o sono del tutto all’oscuro o seppure
sanno qualcosa non sanno che pesci prendere.
Canone. Se vai a chiedere in giro tra i partiti di
opposizione se esiste una posizione unitaria condivisa sul canone ti guardano storto.
Qualcuno non ha chiara la differenza tra canone come imposta di scopo e
fiscalità generale, per non dire di chi lo vorrebbe abolire del tutto. Andate
a rivedere le quattro proposte di Legge depositate nella famigerata VIII Commissione
Senato.
Conclusione. C’è una conclusione? Non lo sappiamo, ammettiamo di essere in stato confusionale anche noi: non sappiamo se, come e quando se ne potrà uscire. È sconfortante ma è così.
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