Quando la politica abdica al suo ruolo di levatrice dei
valori per farsi puro strumento del consenso, sulla vita pubblica scende il
sonno della ragione. M. Riva, Avviso ai Naviganti, La Repubblica 11 /2/94
Per paradossale che possa apparire, sul fronte Rai e
Servizio Pubblico è la “politica” tutta che sembra abdicare al suo ruolo. Anzitutto
a destra dove si tratta solo di occupare manu militari posti e potere ma anche
a sinistra, spesso, è avvenuto lo stesso fenomeno. Quando si tratta di “prendere”
o presidiare una posizione non si fanno prigionieri e non ci sono scrupoli.
Bloggorai ha trascorso quasi 40 anni dentro, intorno e ora fuori la Rai. Potrebbe
aprire fascicoli enciclopedici, capitoli di storia, vicende umane di vario
genere assortite di nomine, cacciate, sostituzioni e promozioni avvenute in “quota”
a qualcuno senza mai sapere e capire perché e con quali titoli e/o de/meriti fossero
avvenute. Pochi, a nostro avviso, sono esenti da colpa e peccato.
Oggi e nei prossimi giorni si parla molto di “nomine” Rai
(comprese quelle di nuovi dirigenti dove, ci riferiscono, spiccano alcune di
forte matrice più che politica ... familiare) e di piano Industriale e
immobiliare. La differenza tra i due argomenti è che il primo, le nomine avanzano
spedite, e il secondo, i Piani, sono fermi al palo. Il Piano Industriale, giocoforza,
è sostenuto dalla vendita/cessione quote di Rai Way, ancora molto lontana da
venire, e dal Piano immobiliare (Milano, Venezia etc …) perso nelle nebbie
padane. Sappiamo poi che nei prossimi giorni tutti i direttori Rai saranno chiamati
a discuterne con il retropalco illuminato da una inedita alleanza che, ci riferiscono,
essere al centro della scena: Rossi e Sergio contro Marano. Bah … andiamo
avanti, vedremo.
Già, ma quale è o quale dovrebbe essere “il ruolo della
politica” verso la Rai e il Servizio Pubblico? Come ha detto Riva solo “levatrice
di valori”? Detta così, in termini generici, ci sarebbe da metterci la firma
subito. Purtroppo, non è così semplice. Ma, doppio già, quali “valori” si dovrebbero
promuovere, sostenere e diffondere? È del tutto evidente, ai limiti del banale,
affermare che ogni parte politica ha i “suoi” specifici valori e che questi
spesso non sono sovrapponibili o scambiabili tra loro. Vedi il caso “Cora” (per
gli amici) Boccia, Capo Ufficio Stampa Rai: quando ha affermato che “l’aborto è
un omicidio” ha espresso un “suo” valore che giocoforza rispecchia quello della
sua parte politica. Libera di esprimere le sue opinioni a titolo personale ma
non altrettanto libera quando lo fa per nome e per conto del Servizio Pubblico
che invece deve rispettare la molteplicità di opinioni.
Accantoniamo i “valori” della destra e soffermiamoci su quelli a noi più vicini. Come stiamo scrivendo spesso e volentieri, siamo a cavallo di un momento storico sul futuro del Servizio Pubblico di particolare rilevanza. A molti potrà apparire un tema financo “noioso” ma cionondimeno è di assoluto rilievo strategico. Con la prossima riforma Rai si deciderà il suo futuro, le sue prospettive ovvero il suo ruolo in un panorama profondamente mutato dalle sue origini. E allora quali “valori” esprime la “sinistra” ovvero l’opposizione in questo ambito? Se le parole hanno un senso, se i testi pubblici esprimono una architettura di “valori”, allora per quanto sappiamo, per quanto abbiamo letto e dibattuto, le proposte (e non la “proposta” ovvero una proposta organica, ma i soli emendamenti al testo di maggioranza) esprimono “valori” a dir poco “discutibili.
Il primo tra tutti, ovviamente, risale ad un antico pensiero di una certa “sinistra”
che non ha mai abbandonato quel sottile fascino della privatizzazione, totale o
parziale, della Rai. Ritorna spesso sotto mentite spoglie e, in questa
novella edizione contenuta negli emendamenti, ha assunto le sembianze di un fantomatico
e misterioso Contratto di Obiettivi e Mezzi o in altri termini Contratto
Attività e Risorse (ma se è la stessa cosa perché chiamarlo in due modi
diversi? Boh!). Appare del tutto evidente come in questo ambiguo e nascosto
retropensiero ci sia quello sul canone: abbiamo ricordato più volte come il vicesegretario
del PD, Boccia, a suo tempo ha espresso chiaro e tondo il suo pensiero: “Non
penso sia più tollerabile un canone, al tempo della società digitale,
interamente assorbito dalla Rai” (ANSA del novembre 2019). In questo caso,
negli emendamenti, il pensiero sul canone oscilla, ovvero “scorre anno per
anno” oppure “lo stanziamento Rai è assicurato da risorse statali…” come si legge
in due emendamenti diversi.
Torniamo alla domanda iniziale: quali valori? Ieri abbiamo letto
il “valore” della “proposta unitaria”. Un po' poco. L’unità dell’opposizione non è e non può
essere un “valore” in se, autoreggente. Il “valore” è il contenuto, la
proposta, il pensiero, la visione. Tutto il resto ci appare solo come “puro strumento
di consenso”. Si comprende poi perché la “gente” non va più a votare.
bloggorai@gmail.com
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