lunedì 6 ottobre 2025

La RAI, Gaza e il Servizio Pubblico

By Bloggorai ©

E se nei vostri quartieri

Tutto è rimasto come ieri

Senza le barricate

Senza feriti, senza granate

Se avete preso per buone

Le “verità” della televisione

Anche se allora vi siete assolti

Siete lo stesso coinvolti (F. De André, 1973)

Se e quando la Rai decide di svolgere il suo dovere di Servizio Pubblico, ci riesce e bene. Se e quando la Rai decide di svolgere il suo dovere di informare i telespettatori, di consentire loro di conoscere e riflettere per poi poter assumere una loro opinione, ci riesce e bene.

Ieri sera è andata in onda una puntata di Presa Diretta su RaiTre che merita assolutamente di essere rivista, conservata e diffusa. Si parla del conflitto tra Palestina e Israele, il titolo della trasmissione è “La Guerra Totale”  e la trovate su Rai Play https://www.raiplay.it/video/2025/09/La-guerra-totale---PresaDiretta---Puntata-del-05102025-2053d5d4-5d69-44f9-9ad2-e82135b595b0.html  .

È stato documentato cosa succede oggi a gaza, cosa è successo negli ultimi due anni in maniera completa.  Non ci sono alibi e scuse per nessuno: è tutto evidente, documentato e certificato, forte chiaro e tondo. Non solo “guerra totale” quanto “dramma totale”. Non si fanno sconti ai vari perbenisti e moderati che si scandalizzano a giorni alternati, in cerca di pretesti fuorvianti dal vero ed unico problema: il Popolo Palestinese e del suo diritto ad esistere nella loro terra. Tutto è posto nella giusta evidenza e ordine di rilevanza: dal ruolo del governo Nethanyahu a quello del governo Meloni, dalla fame come strumento di guerra alle armi come materiala di guerra (fornito dall’Italia).

Semmai la trasmissione ha avuto e sofferto un limite è stato nel non avere adeguatamente riportato perché si è arrivato al 7 ottobre, cosa è successo prima non solo a Gaza ma in tutta la Palestina, nei territori occupati da anni, da decenni, sia in termini politici che in termini “operativi”. Nessuno, legittimamente e ragionevolmente, può pensare infatti che la storia del conflitto tra palestinesi e israeliani è cominciata il 7 ottobre, dimenticando e annullando tutto quanto è avvenuto nei decenni precedenti. Questo non significa giustificare nulla e nessuno, ma non può certo significare cancellare d’un colpo tutto il suo contesto, la comprensione di tutta la sua genesi, la sua radice e l’origine di quanto è avvenuto e di quanto avviene oggi. È sufficiente rivedere il passaggio della trasmissione quanto riporta la seduta della Knesset del 25 luglio. C’è poco da aggiungere e commentare: quando si sostiene che agli israeliani la terra gli stata “affidata” da Abramo 3000 anni fa e in virtù di questo si giustifica il genocidio dei palestinesi, ogni dibattito e riflessione si interrompe.

Il 7 ottobre, da un semplice banale quanto drammatico punto di vista, non è iniziato la mattina del 7 ottobre. È impensabile, inconcepibile e insostenibile che i più potenti servizi segreti del mondo, in attiva e costante collaborazione con i suoi potenti alleati, ovvero il Mossad, lo Shin Bet, la Cia e l’Mi6, non hanno visto nulla di quanto si stava organizzando a Gaza, sotto i loro potenti occhi elettronici e umani (spie). Da mesi, forse anni, si stavano preparando aerei ultraleggeri, auto e moto, si stavano organizzando centinaia di persone armate di tutto punto e nessuno tra loro si è accorto di nulla?  No, non è possibile a meno che si voglia ammettere che tutta quella potenza di intelligence militare sia composta da una banda di cialtroni e, qualora fosse, in questo caso, siamo messi molto male.

Un secondo limite della trasmissione, che poi è il primo e vero limite della Rai, è nel non aver posto una trasmissione di questo genere su Rai Uno, rivolta al grande pubblico della prima serata. Come se la maggior parte dei telespettatori non avesse diritto ad essere adeguatamente e tempestivamente informata: per alcuni, a loro spetta solo la fiction, magari rivista e corretta nella ennesima edizione dei Montalbano.

Oggi ci sono interessanti articoli dal Corriere (Donne in giallo, sul tema del pubblico femminile di fronte al genere “crime”), dal Messaggero sul tema del sabato sera con lo sconto tra Rai Uno e Canale 5, ancora sul Corriere sula sovranità dei dati digitali (i dati sui telespettatori Rai a chi appartengono e chi li gestisce?) e infine sul Sole 24 Ore sula “fidelizzazione” come miniera dei brand (vedi la scelta strategica di Canale 5). Nota a margine su questo aspetto: lo stacco tra le due reti e fors’anche tra i due broadcaster si sta allargando sempre più a favore di Mediaset e Canale 5: sono ormai centinaia di migliaia di telespettatori che sono emigrati ed emigrano costantemente dal Servizio Pubblico. Tra questi i "giovani". Sarà difficile riprenderli: sono ormai “fidelizzati” da altre parti, vedono e si informano con altri mezzi, con altra televisione, con altra radio e non sono del Servizio Pubblico del quale però pagano il canone.

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