Se i concetti non sono giusti le opere non si compiono.
Se le opere non si compiono arte e morale non prosperano e se questo avviene la
giustizia non e' precisa e se la giustizia e' precisa il paese non sa dove
poggiare.
Percio' non si deve tollerare che le parole non siano in
ordine.
Oggi sembra una giornata di mezzo. Nel mezzo della stagione
che cambia. Nel mezzo di un momento politico che non prende forma tra una
destra in apparente solida maggioranza e una sinistra che non cresce. Nel mezzo
di un Paese sempre più povero, con oltre 5 milioni di indigenti. Nel mezzo di
un paese sempre più anziano dove si nasce sempre meno. Nel mezzo di un Paese dove va a votare solo una minoranza, vicino alla soglia critica del 50% di astensione.
In questa giornata di mezzo abbiamo visto la “mezza” manifestazione
di ieri sera in solidarietà a Ranucci e Report: Piazza Santi Apostoli era mezza
piena (o mezza vuota) e le persone che hanno aderito erano ben oltre la mezza
età. Erano completamente assenti i “giovani” che invece abbiamo visto numerosi
in tutte le recenti manifestazioni di solidarietà con il Popolo Palestinese. Perché
poche persone e perché pochi o nulli i giovani? Eppure il tema, la libertà di stampa,
è universale e fondamentale (tant’è che ieri sera sono apparsi pure esponenti
di governo). Eppure la manifestazione è stata si promossa dal M5S ma vi hanno aderito
conviti anche il PD e AVS e ciononostante i pochi che vi hanno partecipato non “sembravano”
rispecchiare tutte le anime politiche dell’opposizione. Eppure, i “giovani” non
dovrebbero essere insensibili al tema. Insomma, qualcosa non torna, come
abbiamo scritto ieri.
Cosa c’è che non torna? Ci possono essere tanti buoni
motivi, politici anzitutto proprio come le “piste” più o meno criminali che vengono
seguite (come se la criminalità, appunto “organizzata” non fosse contigua a
certa politica).
Proviamo a cercare una possibile risposta nel solo ambito che, forse, conosciamo bene: la Rai. Non torna, ad esempio, la “solidarietà” dei vertici a Ranucci e Report che prima gli tolgono quattro puntate, lo spostano di collocazione (dal lunedì alla domenica), gli impongono intralci burocratici ed editoriali (vedi l’Espresso dello scorso luglio “Ci tengo a informarvi direttamente per evitare fraintendimenti. Dopo circa 10 anni, la Rai ha deciso, per motivi noti, di togliermi la responsabilità della firma per quello che riguarda presenze, contratti, trasferte, acquisti, questioni legali penali civili, rapporti con autority’’ o gli impongono un “supervisore” su servizi (vedi https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/01/26/supervisore-programmi-rai-norma-anti-report-opposizioni-attaccano/7852292/ ). E poi non torna l’immagine del Cda che si fa fotografare in Via Teulada vicino a Ranucci e che invece non si convoca urgentemente in via straordinaria per ripristinare subito le quattro trasmissioni tolte e la ricollocazione al lunedì sera.
Come
abbiamo letto in un comunicato del M5S sul Cda Rai: “… e' necessario che tutelino i principali
programmi di giornalismo d'inchiesta, confermandoli e valorizzandoli nel
prossimo palinsesto primaverile, da Presa Diretta a Petrolio fino a Il Fattore
Umano. Sarà importante vedere che l'impegno dimostrato oggi si traduca in
scelte concrete a tutela dei programmi e dei giornalisti che li realizzano. Se
questo non avverrà per quanto ci riguarda sarebbe opportuno che i consiglieri
facessero un passo indietro". Se ci possiamo permettere un modesto
consiglio: alzate il telefono e chiamate subito il vostro consigliere di Majo,
magari poi l’altro consigliere Natale lo viene a sapere si accordano e insieme
si dimettono.
In questa terra di mezzo, ovviamente, si colloca anche il
tema della riforma Rai. Ieri sera l’abbiamo sentita invocare più volte. È una
riforma di mezzo, nel senso che la proposta dell’opposizione è o appare del
tutto dimezzata rispetto a quella della maggioranza. Queta mattina sono completi
gli emendamenti al testo di riforma dove il solo che spicca di luce propria è quello
della Lega sul canone. Ne abbiamo scritto tante volte e non ci ripetiamo più di
tanto. In sintesi: gli emendamenti proposti da PD, M5S e AVS sono prevalentemente a dir poco
inaccettabili, irrilevanti, irricevibili e ai limiti dell’illegittimità
costituzionale. E non ha alcun senso invocare “lo spirito unitario” dell'opposizione raggiunto dagli Uffici legislativi dei partiti e non dal dibattito pubblico
come invece è avvenuto: quale "unità " ci può essere se i contenuti sono inverti e confusi? Chi, come e perché si “inventa” un Contratto Obiettivi
e Mezzi (poi diventato Attività e Risorse) senza capo né coda? Da una parte si scrive
che dura 5 anni e in altra 10? Come e perché si inventa un “canone
scorrevole anno per anno” da una parte e dall’altra si scrive che il finanziamento
Rai avviene con “risorse statali” e, infine, come si deve intendere l’art.
64 della Costituzione laddove dice chiaro e tondo che il Parlamento non prevede
votazioni con il criterio dei “due terzi”???
Ci sono volte, ci sono avvenimenti, che si comprendono molto
più facilmente di quanto invece non appaiono complessi.
bloggorai@gmail.com

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