Abbiamo ritardato la pubblicazione del post perché eravamo
in attesa di qualcosa per poi scoprire che proprio l’attesa era il “qualcosa”. Aspettavamo
notizie sulla Riforma Rai: domani scade il termine per la presentazione degli emendamenti
al testo di maggioranza e ancora, in questo momento, non se ne sa nulla. Non
si sa nulla se e da chi verranno presentati ma non si sa nulla su cosa
contengono, cosa si intende “emendare”. Bene che vada, si saprà qualcosa,
forse, last minute ovvero quando non ci sarà più modo di fare osservazioni,
proporre qualcosa, dibattere. Nulla. Sarà una riforma targata Meloni e ce la
terremo per i prossimi anni. Per l’opposizione, come abbiamo scritto e
ripetuto, se non è una disfatta, una Caporetto, una ritirata su tutti i fronti
poco ci manca. Grave!!!
Poi aspettavamo notizie sugli
ascolti di ieri sera e questi sono i numeri:
Rai Uno 5minuti 23%sh
e 4,3 mln
Affari
tuoi 23% e 4,9 mln
Montalbano 20,3 e 3,1 mln
Porta a porta 14% e 0,7 mln
Rai Due Freeze con 3,4% e 0,5 mln
Rai Tre film Of Dog1,3 con 0,2 mln
Non sappiamo da che parte iniziare. Quale è la notizia del giorno
che ha suscitato tanto clamore in tutte le sedi istituzionali? Da ieri quando è
apparsa la notizia della frase “Bruno Vespa infame” comparsa in un ascensore
di Via Teulada o da ieri sera quando, alle 23.55 va in onda appunto Bruno Vespa e
il “suo” Porta a Porta con la Meloni. È successo qualcosa di formidabile, unico
e sensazionale: inizia la trasmissione, il “direttore” pone gentilmente il microfono
al Capo del Governo e, dopo pochi minuti, passa la linea al Tg1. Il Tg1 inizia
e il terzo servizio su cosa è? Nientepopodmenoche su la Meloni a “Porta a porta”
con una accurata sintesi della sua partecipazione (sulla quale non ci pronunciamo). Nota a margine: si dimenticano della notizia sulla posizione del Vaticano. Attenzione, per chi non lo avesse notato: alle 20.31 sempre Bruno Vespa è andato
in onda con il “suo” 5 minuti e sempre la Meloni in studio. A seguire, per
tenere alti gli ascolti, sempre su Rai Uno il gioco d’azzardo dei pacchi e,
clamorosa novità nell’offerta editoriale, la XXXa replica di Montalbano.
Che gli vuoi dire? Che gli vuoi dire all’AD Rossi (ed altri) che hanno parlato di “intimidazione” contro Vespa ed è stata annunciata l’apertura di un’inchiesta (sembra che hanno chiamato i RIS di Parma per rilevare le impronte)? Magari Rossi ha dimenticato che il termine “infame” è stato già sdoganato dal suo direttore degli Approfondimenti, Paolo Corsini, lo scorso ottobre rivolto a Corrado Formigli. Lo stesso Corsini che ha partecipato con entusiasmo alla festa di Fratelli d’Italia.
Che gli vuoi dire a tutti coloro che dimenticano che la Rai
è priva di presidente da oltre un anno e che la Vigilanza è paralizzata e
nessuno batte un ciglio e seppure lo batte non se ne accorge nessuno (vedi
Mattarella)?
Lasciamo perdere. Andiamo avanti ovvero indietro
Nei momenti cupi, smarriti e confusi, ci rifugiamo nell’archivio
di Bloggorai. Siamo tornati indietro di 4 anni, nel 2021 in piena era Covid. Il
21 di quel mese abbiamo pubblicato un post con il titolo “Un sottile velo di
noia e tristezza sul tetto di Viale Mazzini” e nelle prime righe abbiamo
scritto: “Recentemente abbiamo citato Hemingway quando in Fiesta ha scritto “Come
hai fatto a fare bancarotta? – Chiese Bill. In due modi – Mike disse –
Gradualmente prima e lentamente poi. – Chi ti ci ha portato? – Amici- disse
Mike, Io avevo un sacco di amici. Falsi amici”.
Oggi ci viene in mente una citazione correlata, tanto per
aggiungere un velo di ulteriore tristezza: “L'amore non muore mai di morte
naturale. Muore perché noi non sappiamo come rifornire la sua sorgente. Muore
di cecità e di errori e tradimenti. Muore di malattia e di ferite, muore di
stanchezza, per logorio o per opacità.” (Anaïs Nin). Provate a sostituire i
soggetti e, parlando di Rai, il gioco è fatto”.
Sono trascorsi quattro anni da quel Post e la situazione Rai
è peggiorata e non poco. Sono peggiorati i conti, sono peggiorati gli ascolti, è
peggiorata l’offerta editoriale e le prospettive tecnologiche arrancano. La Rai,
il Servizio Pubblico, sembra condannato ad un lento e inesorabile destino di
povertà, di limitatezza e incertezza di risorse, di orizzonti e prospettive
dove, nella migliore delle ipotesi, avrà un ruolo marginale e subordinato anche
rispetto al suo diretto concorrente.
Attenzione, il declino della Rai non sarà solo colpa dei soggetti
esterni ma sarà dovuto per buona parte a gravi responsabilità interne. Non sarà solo colpa della “politica” che l’ha
messa sotto scacco con la Legge Renzi come non sarà perché Mediaset è
più “forte”. Sarà pure perché i suoi “manager” sono incapaci ad
intercettare e comprendere “il nuovo che avanza”. Sono incapaci e progettare,
ad inventare qualcosa di nuovo quale che sia. La loro abilità è tutta tra “il vecchio
che avanza” tra Montalbano, il prossimo Sandokan e il ritorno di Goldrake (dopo
50 anni) e lo strapotere delle società di produzione esterne e gli agenti
artistici. Sarà poi invece colpa della “politica”
e segnatamente di quella dell’opposizione di arrivare tardi e male, confusa e disordinata,
ai grandi appuntamenti della storia del Servizio Pubblico.
bloggora@gmail.com
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