Ieri durante la sua partecipazione alla trasmissione Newsroom
(sic !!!) Ranucci ha affermato di non credere molto alla pista politica per l’attentato
sotto casa sua. Testuale: “Io credo che sia un'opera di qualcuno legato alla
criminalità o comunque che si serve della criminalità. Non vedo invece scenari
o mandanti politici, come pure è stato ipotizzato, perché la politica ha altri
strumenti se vuole... Starei quindi con i piedi a terra. Tuttavia è possibile
che qualcuno possa pensare di fare un favore a qualche amico, questo sì...»
Avrà le sue tante, ragionevoli, meditate e buone ragioni per fare queste affermazioni molto
di più di quanto non ne possano avere tutti gli investigatori e gli osservatori
messi insieme. Quindi le piste prevalenti potranno essere le varie mafie, le
lobby interessate a qualche piccolo o grande affare oppure qualche scapestrato
cialtrone terrorista camuffato da professionista (o viceversa) che armeggia con
la polvere dei fuochi artificiali senza sapere bene perché e per conto di chi. Non
ci spiega però quali sono i ragionamenti che lo inducono su questa “pista” che
escluderebbe quella politica e poi che significa esattamente “… che si serve
del criminalità”. Chi se ne serve? E perché supporre a priori che la “politica
ha altri mezzi” che non siano quelli già utilizzati in passato? Infine: chi farebbe
quale favore a quale amico?
Prendiamo atto di queste osservazioni di Ranucci però qualcosa non torna. Non tornano anzitutto alcune considerazioni fondamentali: è vero o no che spesso e volentieri la criminalità organizzata è state e forse è ancora in stretta collusione con una certa “politica” che non si fa scrupolo di utilizzarla a suo uso e consumo? È vero o no che nella storia di questo Paese la criminalità organizzata ha agito sotto mentite spoglie e magari pure indisturbata o almeno non “vigilata” quanto invece avrebbe dovuto essere?
In sintesi: è vero o non è vero che la criminalità
organizzata è “politica” e forse lo è allo stato bestiale e primordiale e
che senza una adeguata “politica” compiacente, complice e di copertura non potrebbe
prosperare e diffondersi?
Ieri abbiamo proposto una “convergenza”, una similitudine di
ragionamento con il caso del delitto Mattarella quando ancora si vuole
sostenere che si è trattato di una “pista” mafiosa e che la “politica” nera,
nerissima, non c’entra nulla. È utile e interessante ricordare quanto dichiarato
dall’onorevole Chiara Colosimo, presidente della Commissione parlamentare Antimafia
(nota bene: appartiene a Fratelli d’Italia, il partito della Meloni) quando a
maggio scorso sostenne che “ … l'alleanza del male ha condizionato tutte le
stragi italiane, che ha avuto un epicentro fondamentale in Sicilia, che la
vedova Mattarella nel riconoscere Fioravanti come esecutore materiale del
delitto deve essere presa sul serio” (dal Fatto.it del 26 maggio). A discapito di quanti invece stanno indagando sui esecutori per mano di mafia (senza peraltro avere riscontri dopo quasi 10 mesi dalla recente "notizia" pubblicata da Repubblica lo scorso gennaio). Qualcuno, forse, potrebbe non aver preso bene queste dichiarazioni della Colosimo.
Speriamo di chiudere presto questo capitolo di Bombe Rai per
tornare ad occuparci solo di Servizio Pubblico e poi di Rai. E ce n’è in abbondanza.
Ce n’è talmente tanto che non ci sembra poi tanto fantascientifico aggiungere
una “pistina” complementare, subordinata, terziaria e financo accessoria alle tante che vengono
seguite sull’attentato contro Ranucci: distogliere o alleggerire le attenzioni
sui tanti “problemini” Rai che crescono, si amplificano e si estendono in tante
direzioni.
La Rai, il Servizio Pubblico non sta bene, non accenna a guarire
e la prossima riforma targata Meloni potrebbe aggravare la situazione. Non foss’altro
perché non c’è un bravo medico e non si trova un farmaco adeguato.
Parliamo d’altro … già … parliamo d’altro.
bloggorai@gmail.com
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