giovedì 9 ottobre 2025

SPECIALE. La Costituzione, la riforma e la RAI

By Bloggorai©

Oggi alle 12 sono stati chiusi i termini per la presentazione degli emendamenti alle proposte di riforma Rai.

Premessa: A quando Bloggorai tratta questo argomento la maggior parte dei lettori non sembra molto interessata (e magari hanno un tantinello di ragione): B Bloggorai non è un “tecnico”, ovvero un giurista; C le osservazioni che proponiamo sono ancora provvisorie, sommarie e incomplete degli emendamenti presentati dalla maggioranza di Governo; D la partita si concluderà con il passaggio in VIII Commissione Senato e poi in Aula.

Breve riepilogo. Ottobre 2024: inizia “l’incardinamento” delle proposte di riforma in VIII Commissione Senato (a quel tempo erano 7 per poi arrivare ad 11). Lunga pausa invernale: nessuno se ne occupa e ne dibatte. Maggio 2025: qualcuno si risveglia a avvia un “tavolo di confronto” tra i partiti di opposizione “società civile”. Sottotraccia sono al lavoro “esperti europei” e locali che, a fine luglio, fanno uscite un testo articolato (mai rivendicato da alcuno). Negli stessi giorni, sempre fine luglio, la maggioranza di governo rende nota una sua “sintesi” delle proposte di legge. L’opposizione la ritiene inaccettabile e propone un appuntamento a settembre per una sua proposta. Mai avvenuto. Siamo passati da “prima la riforma e poi le nomine” al suo contrario, dal dibattito pubblico agli “esperti” sottotraccia, dal “tavolo di lavoro” agli “uffici legislativi dei partiti”. Degli emendamenti, fino a stamattina alle 12, nessuno sapeva nulla nel merito, ovvero cosa si voleva emendare rispetto al testo base (AS.n.162 NT).

Alla fine abbiamo ricevuto solo quelli dell'opposizione e queste le prime osservazioni. Partiamo subito nel peggiore dei modi. Si propone  un seguito dell’art. 1 del testo base Senato n.162, dove si legge che  che la Rai “appartiene ai cittadini”. Magari!!! Cosa vuol dire? Come si esercita questa proprietà, chi possiede le sue azioni visto che è una SpA? Che senso ha scrivere una cosa del genere se non per fare una generica dichiarazione di principio senza capo ne coda?

Ma la perla di saggezza arriva, sempre nello stesso articolo, nel comma 3 laddove si legge che “Il servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale è gestito attraverso un contratto nazionale di Attività e Risorse nonché sulla base di contratti Attività e Risorse regionali e, per le Province autonome di Trento e di Bolzano, provinciali, con i quali sono individuati i diritti e gli obblighi della società concessionaria. Tali contratti sono rinnovati ogni dieci anni, dopo una consultazione pubblica avviata dalla RAI con tutti gli interlocutori coinvolti direttamente nella sua missione che dovrà avvenire almeno un anno prima della scadenza prevista. Nei nuovi contratti possono essere aggiunte con l´accordo della RAI nuove funzioni o articolazioni delle missioni principali, previa indicazione chiara delle nuove risorse necessarie per poterle espletare per tutta la vigenza dell´accordo”. 

Anzitutto sembra rientrato dalla finestra quello che era stato cacciato dalla porta, ovvero nella precedente versione si parlava di Contratto Obiettivi e Mezzi (il COM), un modello francese/belga già abbandonato e si ripropone la stessa architettura con altre parole ovvero Contratto di Attività e Risorse: invertendo i termini si legano le risorse alle attività sulla falsariga dei famigerati KPI (Key performance Indicator) che tanto successo hanno avuto financo nel Contratto di Servizio attuale, salvo poi dimenticarsene per manifesta inapplicabilità. Anzitutto non si specifica con chi questo Contrato debba essere firmato. Si presume con il Ministero competente? Quale? Poi si legge che “tali contratti sono rinnovati ogni dieci anni” salvo poi leggere l’emendamento all’art. 6 comma b, che il Contratto ha “…base quinquennale e scorrevole anno per anno”. Ribadiamo, Bloggorai è l’ultimo degli arrivati ma non è necessario esser fini giuristi per rilevare che non può reggere che da una parte si parla di dieci anni e dall’altra di 5, come pure il definire il concetto di canone “scorrevole anno per anno” appare con tutta evidenza in contrasto con il principio della certezza delle risorse sulle quali Rai può e deve contare. Chi e come si valuta la “scorrevolezza" del canone e quando verrebbe decisa? Sei mesi prima dell’esercizio finanziario? Con tutta la stima e il rispetto, ci appare una bestialità giuridica: il diritto è una certezza e non “scorre” come piuma al vento. Il canone deve essere certo e garantito.

Infine, l’altra perla si saggezza la leggiamo sempre al comma 3 dell’art.1 laddove si propone che i Contratti (nazionale e regionali) sono “… rinnovati ogni dieci anni, dopo una consultazione pubblica avviata dalla RAI con tutti gli interlocutori coinvolti direttamente nella sua missione”. Cosa vuole dire? La “consultazione” ha qualche potere o consiste solo nell’audizione di pareri e opinioni. Poi, cosa se ne fanno dei pareri?

Veniamo ora al cuore degli emendamenti laddove si toccano i nervi scoperti della Costituzione e laddove si pone il baricentro della riforma Rai, ovvero la nuova governance dell’Azienda di Servizio Pubblico.  Ne parleremo e approfondiremo ancora ma un punto dobbiamo evidenziarlo subito, forte e chiaro. L’art. 64 della Costituzione recita: “ … Le deliberazioni di ciascuna Camera e del Parlamento non sono valide se non è presente la maggioranza dei loro componenti, e se non sono adottate a maggioranza dei presenti, salvo che la Costituzione prescriva una maggioranza speciale”. Punto. La Costituzione non prevede in alcun modo che si possano adottare provvedimenti legislativi con voto di maggioranza “a due terzi”.

Come si può commentare un errore/orrore del genere?

Gli emendamenti di cui parliamo contengono più volte questo riferimento dei “due terzi”: all’art. 2 sulla Vigilanza e all’art.8 sula nomina dei componenti del Cda. Ne consegue, a nostro modestissimo avviso, che se un pilastro così importante degli emendamenti si rivela tanto fragile, inapplicabile e insostenibile tutto il resto assume un carattere proporzionato e conseguente.

C’è ancora molto da dibattere. Ma un’ultima nota è necessaria: questi emendamenti dell’opposizione sono stati presentati last minute, a scatola chiusa, senza lacuna possibilità di fare osservazioni e commenti. Ci sono stati lunghi mesi per poterne dibattere pubblicamente e non è stato fatto. Perchè???

bloggorai@gmail.com

 

Nessun commento:

Posta un commento