Stanchezza patologica. Abbiamo scoperto l'esistenza di questo fenomeno
proprio stamattina all’alba, ascoltando la radio (che non è Radio Rai). Abbiamo scoperto che si tratta di un ramo importante di studio delle neuroscienze. Improvvisamente
ci si è illuminata la scena. Abbiamo scoperto la causa che spesso impedisce di andare
avanti con lucidità ed entusiasmo. Tutto appare faticoso, anche i semplici
gesti mentali ci preoccupano per l’impegno che richiedono. E, purtroppo, sembra,
che non ci sono terapie in grado di funzionare. Fintanto che si tratta di
fatica muscolare, magari è sufficiente un buon riposo o una pasticcona di reintegratori
vitaminici e ti rimetti in sesto. Ma per la stanchezza mentale è altro problema
e non è determinata solo dall’età che avanza implacabile.
Seguire costantemente i “fenomeni” e le vicende Rai e del
Servizio Pubblico è stancante, faticoso e poco divertente. Non parliamo poi delle
persone, di coloro che “fanno” o dicono le cose. Fanno passare ogni briciolo di
buona volontà: come puoi commentare le frasi di “Cora” sui palestinesi che si mitragliano da soli, cosa vuoi dire delle
battutine di De Martino, come vuoi valutare chi ha deciso l’ulteriore rinvio
della messa in onda di No Man’s Land? Cosa vuoi dire di più sulla riforma Rai
che potrebbe rappresentare la Caporetto del Servizio Pubblico e non per sola colpa
della destra di Governo? Cosa vuoi pensare quando vedi che alla manifestazione sulla libertà di stampa c'erano otto gatti e pure "diversamente giovani"?
Tanto per capirci, ieri sera, per l’ennesima volta, su Rai Uno
è andata in onda la replica della replica di Montalbano. Siamo rimasti
paralizzati con il telecomando in mano: ci è preso un attacco violento di
stanchezza patologica a tal punto che facevamo fatica a cambiare canale. Come al
solito, ci siamo chiesti perché tutto il mondo audiovisivo, tutta la televisione,
tutto il panorama delle mille offerte editoriali disponibili in mille device va
avanti in tutte le direzioni, solo la Rai e segnatamente Rai Uno va indietro e
non riesce ad andare oltre la nostalgia di un recente o lontano passato. Da Techedeche
al prossimo Sandokan, da Benigni a Celentano, lo sguardo è sempre rivolto al bel tempo che fu. Il presente di RaiUno è una chimera e il futuro è solo una astratta declinazione verbale.
Ed ecco che arriva la stanchezza patologica che non è più solo un fenomeno
individuale ma interessa milioni di persone. Un fenomeno che facilmente e
fatalmente si estende dai consumi televisivi ai comportamenti elettorali o
viceversa. Rai Uno, la rete ammiraglia del Servizio Pubblico, non ha un programma
di approfondimento/dibattito/confronto giornalistico sui grandi temi di
attualità e quello che ha lo ha consegnato “in appalto esterno” a Bruno Vespa. Amen.
Tanto per capirci ancora. Bloggorai appartiene a quella
categoria umana in via di estinzione che ancora preferisce leggere la carta
piuttosto che lo schermo. A Bloggorai piace andare all’edicola e salutare Maurizio
dove incontro qualche amico di quartiere con il quale subito dopo prendere il
caffè in piazza. A Bloggorai piace il rumore dei fogli che girano tra le mani, avvertire
il “profumo” dell’inchiostro. A Bloggorai piace segnare le frasi o i titoli più
interessanti con una vecchia matitona a mina bicolore rossa e blu (ministeriale)
e magari poi ritagliare gli articoli. Certo, poi usiamo il tablet, il PC e lo
smart phone. Ma i due mondi, per nostra intima fortuna, sono ancora ben distinti.
È successo allora che ieri mattina quando abbiamo aperto il Corriere abbiamo
avuto una sorpresa: abbiamo trovato due prime pagine perfettamente uguali. Abbiamo
subito scoperto il trucco: era una invenzione pubblicitaria di Netflix che ha comprato
ben quattro pagine intere per promuovere il suo prossimo prodotto. Geniale! Non
sappiamo quanto efficace ma certamente geniale. Ed è in questi momenti che
cerchiamo in quale recondito anfratto si cela la “genialità” del Servizio Pubblico.
Per oggi ci siamo stancati. Per fortuna non ci sono altri stimoli
interessanti di cui occuparci. I medici e i filosofi (Schopenhauer e Kant) raccomandano
di passeggiare. Già, una buona passeggiata anche se il tempo non è proprio dei migliori,
forse, ci restituisce un filo di energia.
Bloggorai@gmail.com

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