Popolo di Bloggorai … leggete, ascoltate, osservate…godete… divertitevi … gioite… e pensare che siamo solo all’inizio …
slurp slurp !!!
Questa mattina non sappiamo da che parte iniziare e allora inevitabilmente ci tocca partire da ieri al Senato dove la potenza della televisione ci ha regalato immagini sublimi. L’icona del giorno è una semplice parola che racchiude tutto: è un quadro linguistico di grande spessore, un simbolo, un segno, un significato e un significante, una sintesi perfetta, un grumo di emozioni e sentimenti, una manciata di sabbia negli occhi, un colpo basso dove fa tanto male, un brontolio profondo e intimo quasi inconfessabile, un malmostio di pensieri confusi, un agglomerato di accidia e perfidia, un venticello di rabbia e desiderio di vendetta buono per tutti e per ogni gusto e appetito. Alla fin fine, forse, si tratta di un monumento linguistico nazionale, unificante per l’intero Paese: VAFFANCULO. Lo ha detto Berlusconi rivolto a La Russa ma, è verosimile, che sia ben accompagnato da tanti connazionali, elettori o astensionisti, vincitori e vinti, traditi e traditori. Chi non si merita un vaffanculo di prima mattina?
Non è il nostro lavoro addentraci nei meandri fumosi e fangosi di quanto è successo, ma sul perché e sul per come e non siamo nemmeno stupiti più di tanto. È tutto scritto nel nostro antico DNA: i nostri attenti lettori sanno bene quanto siamo affezionati al Giulio Cesare e alla sua tragedia. La trama, il complotto, la congiura e il tradimento fanno parte del nostro intimo tessuto morale e culturale. Tanto per capirci e rimanere ai giorni nostri, uno dei segreti meglio custoditi della storia della Repubblica è quello dei 101 parlamentari che hanno pugnalato Prodi alle spalle per la sua corsa al Quirinale e nessuno saprà mai nemmeno uno, uno solo, dei nomi dei congiurati e figuriamoci se ora si saprà se tra i 16 che hanno “votato” La Russa ovvero tradito il proprio partito sarà mai stato un eletto del PD o un renziano di cui si legge possa aspirare alla Vigilanza Rai o chissà chi altro che magari aspira alla benevolenza futura della Meloni per un posto al Quirinale quando si renderà libero. Mentre scriviamo, mancano pochi minuti all’inizio delle votazioni alla Camera dove ci si aspetta di peggio, in tutti i sensi.
Cosa abbiamo fatto di male per meritarci tutto questo e quanto di peggio potrà ancora accadere? Tanto, troppo: tutti colpevoli (qualcuno lo è di più… tanto di più) e, appunto, non stupisce affatto quanto avviene.
Gli elettori sanno nome, cognome e indirizzo di chi è stato padre e madre di questo sfacelo: la colpa non è di chi ha vinto le elezioni ma di chi lo ha concesso, di chi ne è stato complice. Sono stati castigati ma il prezzo lo pagano tutti.
Veniamo alla Rai: per una volta ne parliamo bene. Ieri sera sui tre canali generalisti erano in onda, rispettivamente: Rai Uno le indagini della Tataranni, Rai Due un Doc sul giallo di Unabomber e RaiTre con un thriller. Come raramente accade, il Servizio Pubblico era in perfetta sintonia con il resto del Paese: il genere crime e suspence. Tutti con il fiato sospeso in attesa di sapere come andrà a finire. Sarà preso il colpevole? Il caso Unabomber è significativo: mai saputo chi era e il crimine è rimasto impunito. Il Paese è con il culo per terra? Si ma nessuno se ne assume le responsabilità.
Ancora sulla Rai: leggiamo stamattina una notizia che è nell’aria da tempo: potrebbe perdere Sanremo come scrive MF: “Una norma del Tar accerta che il marchio del festival appartiene al comune. Sanremo può lasciare la Rai. La tv di Stato versa circa 5 milioni all'anno per gestire l'evento. Ma la città ligure può aprire un bando per l'assegnazione. L'importante, segnala l'Agcom, è che vada a un'emittente nazionale”. Cosa c’è di nuovo più di quanto era già noto da tempo? Cosa c’è di nuovo per quanto non è stato fatto per tempo dalla Rai per fronteggiare questa minaccia nota e prevedibile?
Ecco che il quadro comincia a comporsi: sul fronte economico c’è il grosso guaio del canone, sia per la quota residua 2022 che per la futura modalità di riscossione; sul fronte degli ascolti, come abbiamo scritto anche ieri, sembra innescata una crisi che non si sa chi e come si potrà fronteggiare; sul fronte tecnologico la transizione al DVB-T2 rimane avvolta nel mistero per quanto potrà colpire la Rai e, infine, sul fronte normativo, ci sono in ballo Contratto di Servizio e Piano industriale tutti fermi ad un elenco di buone intenzioni.
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