martedì 4 ottobre 2022

Il sonno della ragione di chi ha perso e di chi ha vinto, dentro e fuori la Rai

Foto di Terry da Pixabay

Il lungo sonno della ragione si è impadronito di chi ha perso le elezioni e potrebbe iniziare pure per chi le ha vinte. Chi la ha perse, da tempo, non è stato capace di balbettare qualcosa di significativo, di rilevante, di vago spessore sul futuro del Servizio Pubblico e, quando è successo, è meglio non ricordarlo (vedi il famoso duetto in Vigilanza tra la Fedeli e Fuortes sul canone).  

Chi le ha vinte non sa da che parte iniziare: gli stanno per cadere addosso scelte strategiche che interessano la Rai senza avere la più pallida idea della portata che assumono. Per ora, lasciano trapelare vaghe idee di sostituzioni di Tizio con Caio, con Sempronio a posto di Pasquale. Ad onor del vero, qualche idea su alcuni temi potrebbero pure averla e forse molto più chiara di quante non le hanno i loro avversari.

Ma il sonno della ragione sembra aver colpito, e profondamente, anche chi è dentro la Rai. Come abbiamo scritto pure ieri sono tutti intanati sotto coperta in attesa degli eventi, bene che vada alle prese con i like di FB che non mancano mai, e se ne guardano bene da prendere una iniziativa quale che sia. Eppure, ne dovrebbero avere di timori e preoccupazioni.

Mah…

Comunque, Bloggorai, nel suo piccolo fa quello che può e non si presta al giochetto del totonomine che un giorno si (ieri il Fatto Quotidiano e oggi Il Messaggero) e l’altro pure si propone ai lettori su chi andrà a dirigere qualcosa dentro la Rai. 

Ci limitiamo a riproporre i 5 grandi temi sui quali nessuno, nessuno, azzarda a dire una parola che non sia una sacrosante, generica e vaga dichiarazione di principio.  Perché i consiglieri Rai non pongono con la dovuta forza all’AD il tema del canone?

Questo abbiamo scritto il 5 agosto scorso sui Misteri Gloriosi della Rai:

Primo Mistero Glorioso. Il canone Rai è un problema ormai di emergenza: perché l’AD non esce allo scoperto su questo argomento e propone una sua soluzione che gli permetta di dire, ora e subito prima del 25 settembre “Cara Politica, prima ancora di sapere chi tu sarai e cosa vorrai fare, ti proponiamo una soluzione su come si dovrà riscuotere il canone Rai a partire del prossimo anno. Questa la nostra idea: xxx...yyy...zzz. Fateci sapere, siamo a disposizione. Cordiali saluti”. Il Mistero è aggravato dal fatto che Fuortes sul tema non ha interlocutori mentre sappiamo solo i vaghi pensieri che si agitano nella mente di alcuni: da Salvini che vuole abolirlo o ben che vada regionalizzarlo (Zaia) a Calenda da par suo che vorrebbe privatizzare la Rai e risolvere così alla radice il problema. Il PD ha ben altre faccende di cui occuparsi e, giustamente, non ha tempo da perdere con queste sciocchezzuole.

Last Minute: ci giunge ora notizia di un articolo di Giovanni Valentini sul Fatto Quotidiano con il titolo "Abolire il canone Rai significa abolire il servizio pubblico". Ottimo !!!

Secondo Mistero Glorioso (multiplo). Gli ascolti della Rai non sembrano andare gran che bene e nessuno batte ciglio. Il Tg1 perde telespettatori come l’aria di una gomma bucata e nessuno sembra accorgersene. RaiNews24 viaggia sul predellino di un calesse mezzo sgangherato con ascolti da prefisso telefonico e la cosa non sfiora l’anticamera del cervello di alcuno. Il fantasmagorico sito di news Rai non viene nemmeno quasi più citato tanto è in fondo alle classifiche. Sic transit Gloria Mundi.

Terzo mistero Glorioso. Presto, è probabile, che i diretti interessati (i fondi azionari e i vari intrallazzatori finanziari) torneranno alla carica sul tema Rai Way. Come abbiamo scritto e pure letto nei giorni scorsi la partita interessa (tanto) a Berlusconi che non vede l’ora di avere un suo ministro in grado di pilotare il dossier e chiudere definitivamente la partita. Lui ne può avere ben d’onde ma la Rai? Faranno sapere: per i primi di settembre sono stati attivati i consulenti per “fare il punto” e studiare il percorso (al centro la governance della futura società).

Quarto Mistero Glorioso (recente). L’affare con Sky è avvolto in un densa foschia di silenzio. Il solo pensiero noto è il comunicato di Fuortes che ha dichiarato “L'azienda di servizio pubblico potrà far vedere a un numero ancora più ampio di utenti le sue trasmissioni e renderà più ricca l'offerta multimediale della televisione italiana”. In che modo “renderà più ricca l’offerta mutimediale della televisione Italiana” non è dato sapere: per come l’ha detta e per come la si può intendere, lascerebbe supporre che Sky possa cedere contenuti alla “televisione italiana” ovvero alla Rai? Non sono noti i termini economici dell’accordo ovvero come sono state valorizzate le poste in oggetto. Quanto “vale” la posta Rai rispetto a quanto “vale” la platea di telespettatori che offre Sky? Il diretto concorrente Rai non se la passa molto bene anche da questo punto di vista. Inoltre, Rai Play si vede, gratis, anche sul web. Il Mistero è molto fumoso per essere solo un mistero. I Misteri veri si potrebbero offendere.

Quinto Mistero Glorioso (antico e trasversale). Siamo venuti a sapere ( e lo abbiamo scritto in un post di oltre un anno fa) che tempo addietro Rai e Mediaset stavano valutando l'opportunità e la convenienza di attivare una CDN nazionale condivisa. Sembrava un’ottima idea che poi, appunto misteriosamente, venne fatta cadere. Leggiamo quanto abbiamo scritto il 18 aprile 2021: “Oggi sul Sole 24 Ore, a firma di Andrea Biondi, si legge esattamente di questo argomento: “La Rai scalda i motori per la rete unica”. Prima di leggere qualche stralcio è necessario fare un breve passo indietro. Allo fine dello scorso agosto riprende con vigore il dibattito sulla possibilità di creare una rete unica nazionale sulla banda larga. Per un lungo momento sembrava di essere vicini a questa svolta di rilevante interesse strategico nazionale. Si è poi tutto arenato quando, come al solito, si trattava di decidere ala sua natura primigenia: a prevalente interesse pubblico o privato. Si tratta dell’eterno dilemma Stato/mercato. Nel frattempo sono intervenuti tanti fattori di carattere politico anzitutto e poi economico finanziario, compresa la crisi del governo Conte e l’arrivo di Draghi che cambiano costantemente le carte in tavole. Buon ultimo fattore è la necessità di consegnare a Bruxelles entro il 30 aprile il Recovery Plan. Bene, ora leggiamo: “La Rai scalda i motori in vista della (eventuale) rete unica che potrebbe nascere dal matrimonio tra Fiber Cop (TIM) e Open Fiber. E lo fa con un progetto che guarda ai fondi del Next Generation EU”. Leggiamo poi un passaggio di grande rilievo: “All’interno della Tv pubblica, però, un gruppo guidato dal Chief Technology Officer, Stefano Ciccotti, ha prodotto un primo risultato portato all’attenzione del Cda: un piano in cui tutto parte dalla possibile realizzazione di una “CDN proprietaria”. Quel progetto è stato per ora è stato solo illustrato. Nessuna decisione è stata presa. Ma entro l’anno le riserve andranno sciolte. A farlo non sarà sicuramente questo Cda, al rinnovo dopo l’approvazione del bilancio in un quadro politico nuovo dopo la nascita del Governo Draghi”. E' trascorso solo poco più di un anno. Cosa si vuole fare? Toc ..toc ..c’è nessuno a bordo? Il Cda, da allora è cambiato ma l’argomento è rimasto sul tavolo della Sala Orsello...o forse no?

Ce ne sono molti altri ancora...

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