L’impalcatura mentale dell’anima candida si nutre di impercettibili
convinzioni che messe tutte insieme, in ordine lineare e forzatamente sequenziale, compongono il quadro
della loro esistenza. Non appena un minuscolo anello della catena minaccia di rompersi
si rischia la crisi esistenziale. Perchè proprio a me doveva capitare tutto
questo? e ora? cosa potrà succedere? Si chiedono spesso “chi” ma non si pongono
quasi mai il “perché”. E la “narrazione” mediatica cavalca l’istinto bestiale
del minimo indispensabile, cerca la scorciatoia semantica utile al titolo della
notizia ma non alla sua spiegazione. Il semplice assioma “prologo, svolgimento,
epilogo” sembra dimenticato in un cassetto polveroso e sacrificato in nome di
una “emergenza” sempre e comunque incombente. E’ mai esistito un momento, un
luogo, un fenomeno sia pure drammatico che nella sua natura intrinseca non sia “emergente”?
E’ nella natura delle cose che ogni evento sia destinato a superare e
modificare quello precedente. E’ nella natura delle cose che ad ogni azione
corrisponde una reazione, sia pure di segno uguale contrario (terzo principio
della Dinamica ovvero terza legge di Newton, 1687).
I lettori di Bloggorai, da oltre quattro anni, conoscono
bene il nostro pensiero: abbiamo poca simpatia per ogni sorta di “uomo solo al comando”
quale che esso sia e magari pure mandato dalla Divina Providenza. Ci
infastidisce il “ghe pensi ‘mi” tanto quanto il Marchese del Grillo. Questione
di scelte. Magari invece molti pensano che sia bene così e che “Ma per fortuna
che c'è il Riccardo … Che da solo gioca al biliardo … Non è di grande compagnia
… Ma è il più simpatico che ci sia”. Per poi scoprire che è nemmeno poi tanto
simpatico e non sa raccontare nemmeno le barzellette.
Eccoci allora all’apertura di una settimana tanto attesa e
temuta nonostante le “anime candide” cercassero in ogni modo di esorcizzarla e
rinviala il più tardi possibile. Ci torna in mente la famigerata conferenza
stampa di Mario Draghi all’esordio del suo governo quando alla domanda su come intendesse
il futuro del Paese rispose sostenendo che non era il tempo per porre un problema del
genere e che, forse, un giorno, se ne sarebbe parlato. Questa settimana potrebbe
essere il momento giusto per farlo. Ci torna in mente la sua teoria del “nonno”
a disposizione del Paese quando si volle candidare a Presidente della
repubblica e sappiamo come è andata a finire.
Ora, come sostengono in molti, ci troviamo sull’orlo del baratro: la pandemia, la guerra, il PNNR, la siccità .. e poi forse le cavallette e chissà quale altro flagello di Dio. Certo che si, certo che la situazione è grave ma lo è certo non dalla scorsa settimana, dal giorno delle sue "dimissioni". Dunque? dove sta la sorpresa? Cosa c’è di sorprendente che un Governo che spazia da Salvini a Letta possa andare in crisi di nervi? Cosa c’è di sorprendente nel constatare che il Paese è sull’orlo del baratro sociale e non lo è certo da pochi giorni? Cosa c’è di sorprendente che tutti i partiti, tutti, sanno bene che da qui poche settimane, mesi, si entrerà nel pieno della grande battaglia elettorale in vista di maggio 2023 e sembra del tutto naturale che ognuno cerchi il suo posizionamento per guadagnare posizioni di maggior visibilità e vantaggio. Tutti nessuno escluso e tutti, nessuno escluso, lo ammetteranno mai nemmeno sotto tortura, vedono come il fumo agli occhi l’invadenza mediatica (e politica) di Draghi che, giocoforza, è la rappresentazione iconica del fallimento organico della politica giunto al suo momento più tangibile e maturo. Attenzione: si tratta dello stesso Draghi che, chissà mai, si potrà intestare la guida di un “nuovo” partito in grado di raccogliere la somma dei vari 2% che si aggirano nei sondaggi elettorali (ci sono precedenti illustri).
Per paradossale che possa apparire,
le tanto temute elezioni anticipate potrebbero essere una soluzione e non il problema
politico che taluni definiscono “avventura” quale possa essere il suo esito,
compreso vedere la Meloni alla Presidenza del Consiglio. Nessuno però si chiede
perché la destra ha acquisito tanto consenso, come sia stato possibile.
Fatte le debite proporzioni, anche per la Rai questa settimana potrebbe essere cruciale. Il prossimo giovedì ci dovrebbe essere una Audizione della Vigilanza sul Contratto di Servizio, Piano industriale e immobiliare. Tutti intorno ad una foglia di rosmarino: viene prima l’uno (il Contratto) e poi il Piano o viceversa? Interrogativo condito con il quesito esistenziale irrisolto e per molto ancora irrisolvibile: su quali risorse la Rai potrà contare?
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