Anche un piccolo petardo nel silenzio della notte può
diventare un botto clamoroso. È appena uscita una notiziola, riportata
InvestireOggi, che parla di una proposta di ridefinire il canone Rai su base
regionale. A questa geniale quanto ancora fumosa idea della quale siamo in caccia di informazioni più dettagliate, sembra che abbia
dato un contributo il consigliere Rai Igor De Blasio, in quota Lega. E la cosa
spiega cosa. Siamo nel pieno della
campagna elettorale prima ancora che abbia inizio. Provate a digitare su Google
“Salvini e canone rai” e nella migliore delle possibilità esce fuori “Pagare
il canone Rai? Ma non ci penso neanche. Io non ho il televisore. Arriva il
bollettino da una vita e faccio la raccolta differenziata, da buon
cittadino". (Ansa, ottobre 2015). Magari, nel frattempo, potrebbe aver
cambiato idea e aggiustato il tiro. Il bello è che si trova in ottima compagnia
di due gentiluomini come Renzi e Calenda: il primo vorrebbe abolire del tutto
il canone Rai e il secondo vorrebbe privatizzare completamente l’Azienda
(leggete questo divertente siparietto tra Anzaldi e Calenda: https://www.ilfoglio.it/politica/2018/01/05/news/calenda-smonta-le-promesse-del-pd-sul-canone-rai-171759/
). Da tenere bene a memoria per i prossimi dibattiti elettorali.
Come ormai noto pure ai muti e ai muri, dal prossimo anno la
riscossione del canone dovrebbe avvenire in modo diverso da quello attuale e il
bello à che nessuno sa ancora come potrà avvenire. Da oltre un anno tutti sanno del pericolo incombente e nessuno parla. Il primo
muto è stato il Governo che non ha perso occasione di glissare sull’argomento
per bocca del ministro Giorgetti/foglietti e, a seguire, muti tutti i suoi compari
dove spicca per particolare evidenza l’AD Rai che è ancora in attesa di una
risposta dalla senatrice Fedeli in Vigilanza che, a sua volta, aveva chiesto lumi
lei a lui e ancora la scenetta viene proposta alle scuole di comicità surreale.
A farla breve: la minaccia è grave ed imminente e la gravità è ancor più nella
mancanza più totale di proposte alternative che nessuno, nessuno, finora ha
avanzato.
Ci sarebbero diverse possibilità: riscuotere il canone
attraverso in aggiunta alla tassa sull’automobile, oppure sull’uso di una abitazione
che sia in proprietà o in affitto, oppure abolirlo del tutto (vedi Francia e
Gran Bretagna) per farlo rientrare in una sorta di “fiscalità generale”. Infine,
ora è spuntata questa idea del canone regionale che tanto bene si adatta alla
visione delle Regioni con sempre maggiore autonomia amministrativa. Le prime
due ipotesi si configurano ovvero verrebbero percepite come un aumento della tassazione
specifica e quindi difficili da “comunicare” ai cittadini che già per conto
loro sono sufficientemente tartassati. La terza appare assai pericolosa in quanto
spingerebbe ulteriormente il Servizio Pubblico nelle braccia del controllo
governativo che, in assenza totale di una nuova lege in grado di superare la
220 del 2015, potrebbe configurare di fatto una Tv di Stato. La quarta ipotesi della
quale non siamo ancora stati in grado di sapere/capire le sue finalità, prefigura
una visione del Servizio pubblico spezzato in due tronconi, editoriali e amministrativi,
che mimano profondamente la sua attuale concezione come disposta dall’attuale Contratto
di Concessione.
Il Governo Draghi ci lascia tante eredità: questa è una
chicca della quale gli siamo eternamente grati.
bloggorai@gmail.com
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