Per la “politica” la perversione con la Rai è più sottile e non meno fascinosa e la prova provata ci viene fornita periodicamente con le audizioni in Vigilanza. Ieri è stato il turno del ministro Giorgetti chiamato a recitare il ruolo di se stesso nella parte di lui medesimo. Avrebbe dovuto illustrare ai parlamentari la posizione del Governo in merito al prossimo Contratto di Servizio. Colpo di scena: ha letto esattamente quanto scritto nell’Atto di indirizzo del Governo reso noto lo scorso maggio e, per la precisione, ha ribadito gli undici punti che caratterizzano il documento. La “politica” ha ascoltato in trance, ha preso atto e ringraziato vivamente per la cortese disponibilità del Ministro. Magari se avessero avuto l’accortezza di leggere il documento già noto da tempo si potevano risparmiare la levataccia alle 8.30 del mattino. Però, vuoi mettere il “fascino della diretta” seppure Web.
Come al solito, ci sarebbe materia per scrivere un capitolo di Enciclopedia ma, purtroppo, non abbiamo spazio e tempo. Ci limitiamo a sommarie osservazioni.
A: è più rilevante ciò che non si dice che non il contrario. Non una parola sul futuro del canone se non per ribadire che l’Azienda ha bisogno di risorse che da qualche parte si dovranno trovare. Non un fiato, un sibilo, un debole rantolo su come verrà riscosso il prossimo canone. Nessuno ha il coraggio di affrontare l’argomento. Tanto per tenere a mente: nelle prossime settimane in Francia il canone sarà abolito.
B: ne consegue l’idea (Giorgetti dixit fresca fresca) di immaginare un possibile acquirente di Rai Way con Cassa Depositi e Prestiti. Geniale, non ci aveva pensato nessuno. Vedi vexata questio della rete unica: ancora tutti in attesa.
C: una cosetta del genere, si suppone, debba trovare adeguato segno e contesto in un Piano Industriale che i poveri parlamentari lamentano di non sapere nulla (sono in buona compagnia). Ma finchè siamo solo noi ad esserne all’oscuro passi ma che la Vigilanza sia ignorata appare “indelicato” e segno di scarso “garbo istituzionale”. Però, sembra, pare, dicono, che una volta che Fuortes se ne possa intestare la paternità sarà sua cura girarlo a San Macuto e liberarsi così dell’orrendo fardello del suo predecessore Salini.
D: c’è molta fibrillazione per cercare di chiudere la partita del Contratto di Servizio nel più breve tempo possibile. La solita attentissima senatrice Fedeli (PD) addirittura ha sollecitato di anticipare i tempi. Se non che, come abbiamo scritto, sui tempi e sui contenuti dei due documenti c’è ancora molta confusione e disordine sotto il cielo di Roma. Pochi azzardano ad abbozzare un criterio di priorità e sostenibilità e tutti amabilmente concordano nell’ignorare un altro Piano che al solo pensiero li vedi tutti a grattarsi freneticamente colti da orticaria fulminante: il Piano editoriale e, segnatamente quello sull’informazione. L’Usigrai tra un accordo e l’altro sull’informazione regionale (sul Web ..of course…) medita, riflette e dibatte.
A rigore, per quanto riguarda il CdS le prossime tappe dovrebbero essere: anzitutto l’approvazione delle Linee Guida di AgCom elaborate lo scorso marzo (prevista entro la fine di luglio) e poi a seguire come si legge da questa scaletta:
Con tutti questi soggetti in campo, con questi chiari di luna (governo appeso ad un filo) ce la faranno “i nostri eroi misteriosamente scomparsi in Africa” a tornare a casa con un risultato apprezzabile entro la fine dell’anno (ovvero della legislatura)??? Per come la vediamo e per quanto ne sappiamo, la vediamo dura, molto dura. Si obietta: ma Draghi non vuole rogne sulla Rai e almeno su questo fronte vorrebbe chiudere in bellezza. Fuortes è d’accordo e, da par suo, si limita al Piano Industriale. Oggi, venerdì 8 luglio, con la luna nel primo quarto, la vediamo dura, molto dura.
Tenete a mente questo acronimo: KPI… ne parleremo .. divertente.. interessante…
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ps. a giorni più o meno alterni compaiono articoli con questo titolo:
"L'AD di Viale Mazzini al capolinea.
Draghi si è rotto Fuortes della Rai" (oggi su TPI).
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