Nelle vicende di questi giorni, sia sul piano internazionale che su quello nazionale, ci pare di cogliere “assonanze” tra il destino di Draghi e le sorti della Rai e di chi la governa. Tanto il primo vacilla e si regge in piedi con la colla debole dell’acqua di rose, tanto l’Ad Fuortes sembra camminare su un tappetino liso e untuoso steso sotto i piedi di un’Azienda che perde acqua da tutte le parti (con questi tempi poi!) come accenniamo al secondo argomento che proponiamo oggi e la sola zattera di salvataggio la va a pescare nella cantina di Viale Mazzini con la ristrutturazione per generi.
In questi giorni Bloggorai si trova sempre esitante se riprendere la sua tradizione di post quotidiani oppure attendere che la polvere si depositi per cercare di capire cosa si nasconde sotto il tappeto. A chi ci ha chiesto perché siamo tornati dopo appena pochi giorni di pausa la riposta è semplice: “quando ce vò ..ce vò!!!”. E pure questa mattina difficile resistere alla tentazione di proporre un paio di riflessioni.
Però prima ci sia perdonata una piccola concessione: un plauso ad un coraggiosa giornalista de La7, Adriana Bellini, che ha avuto il coraggio (raro) di fare il suo mestiere: fare domande scomode e imbarazzanti al premier Draghi. Altri (Tg1) invece hanno chiesto ieri pomeriggio in conferenza stampa se il capo del Governo sia ancora ottimista. La riposta è “Si..sono ancora ottimista”. Grazie. Ne terremo conto.
Allora: difficile resistere alla tentazione di non trattare tre argomenti. Il primo viene da lontano e riguarda la minaccia più grave e incombente sul futuro della Rai: il canone. Ne avevamo già dato notizia: si riferisce allo sciopero avvenuto lo scorso 28 giugno in Francia contro la proposta di abolire il canone Tv proposta dal Governo Macron. Da ricordare che si accompagna ad una notizia analoga che proviene dalla Gran Bretagna dove “La Segretaria di Stato alla Cultura, Nadine Dorries, ha annunciato che il canone sarà congelato per i prossimi due anni, poi avrà un leggero aumento prima di essere abolito completamente nel 2027” (da Europa Today). Per quanto ci riguarda potremo essere vicino ad una situazione simile in vista dell’applicazione delle direttive europee sulla concorrenza che prevedono il ritorno all’esazione del canone come avveniva in passato e conseguente ritorno ad una massiccia evasione.
Sul tema, ovviamente, a Viale Mazzini se ne guardano bene di aprire bocca ed emettere un sussurro.
Il secondo argomento lo prendiamo con una frase alla fine di
un lungo ed interessante documento della Corte dei Conti “Determinazione e relazione sul risultato del controllo eseguito sulla
gestione finanziaria della Rai -Radiotelevisione italiana s.p.a. 2020 Determinazione
del 31 maggio 2022, n. 60”. Si legge “A fronte della situazione complessiva sopra illustrata, in particolare,
dell’emersione di perdite di conto economico per il terzo anno consecutivo,
questa Corte conferma la necessità che
Rai S.p.a. realizzi ogni misura organizzativa, di processo e gestionale idonea
ad eliminare inefficienze e sprechi, onde assicurare un maggior
contenimento dei costi – sebbene nell’anno in esame siano diminuiti, risultano
superiori rispetto ai ricavi – nell’ottica di un recupero dell’equilibrio
economico e gestionale”. Un documento che merita di essere letto attentamente nei
dettagli. Da ricordare quanto ha scritto e denunciato Riccardo Laganà “…un
massiccio ricorso a collaboratori esterni e produzioni in appalto totale,
parziale o acquisto diritti di ripresa riferibile alle solite grandi società di
produzione; addirittura la sperimentazione che si sviluppa su Rai2 è per la
stragrande maggioranza prodotta in appalto totale o parziale”.
Il terzo
argomento è strettamente correlato. Leggiamo sulla stampa quotidiana che PierSilvio
Berlusconi ha dichiarato “Io tifo Rai e sul grande cambiamento in atto rispetto
al lavoro che sta facendo sto a guardare e rifletto. In fin dei conti loro sono un nostro concorrente fino a un certo punto.
Spero che la Rai faccia passi avanti sull'organizzazione dell'offerta. Ci sono tanti sprechi e, viste le risorse
in campo, credo che si possa fare di più. Lo dico da cittadino”. Un vero
fenomeno, un probo cittadino che paga il canone che, evidentemente, ha letto
attentamente la relazione della Corte dei Conti. Stupendo, da incorniciare e,
si legge poi: “Dalla Rai al momento nessuna reazione”. Già e come potrebbero
reagire? Cosa potrebbero opporre? Su quali temi o argomenti possono essere in
contrasto o in confronto? Hanno scritto i sindacati Rai (tutti ma non l’Usigrai)
non più tardi di due giorni addietro “… La Rai perde ormai sistematicamente 10
punti di share nei confronti della concorrenza …” che non ci risulta smentita. Si
legge pure che Mediaset vedrebbe con grande interesse la possibile fusione tra
Ei Towers e Rai Way perché, in tal modo, si liberebbero risorse utile da
reinvestire in altri settori. Grazie, a Via Teulada hanno preso nota. Andiamo avanti
e leggiamo ancora: “Mediaset è leader
nei video visti sui device digitali tra
gennaio e maggio 2022 con una media di 1,745 milioni di video visti al giorno
rispetto ai 530.000 della Rai e di 89.000 di La7”. Amen. Ora abbiamo capito
perché tanto silenzio su Auditel Total Audience.
Infine, come
abbiamo già scritto, non scriviamo tutto quello che sappiamo e prima di
scrivere cerchiamo di capire e verificare. C’è qualcosa di nuovo sul Contratto di
Servizio, in verità è proprio poco e quel poco è pure alquanto contraddittorio
sul rapporto con il Piano Industriale ma utile da leggere. Ne parleremo non
appena fatto un confronto.
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