mercoledì 13 luglio 2022

RAI: la clamorosa novità tra farsa e tragedia


Ci possono essere tre modi per raccontare quanto avvenuto ieri mattina al CNEL dove si è dibattuto del nuovo Contratto di Servizio. Il primo può essere sulla tonalità del “serio”. Non ce la sentiamo, difficile prendere in seria considerazione una batteria di troppi luoghi comuni, banalità del genere “…i giovani … i giovani … Tik Tok … la Media Company ...l’informazione pluralista …”, omissioni, ripetizioni di testi già noti da tempo, approssimazioni, divagazioni su tema (clamoroso la presidente Rai che propone un video che nessuno ha capito bene cosa c’entrava), il sindacato dei giornalisti Rai che invita altri giornalisti moderati da un giornalista a parlare con i giornalisti che si salutano affettuosamente tra loro per darsi un nuovo appuntamento a settembre (con il fresco è meglio) e infine esponenti istituzionali che leggono un foglietto già consunto dall’uso ripetuto come un Kleenex dopo una giornata di stranuti e via cantando.

Il secondo registro del racconto potrebbe essere quello della comicità. Non ce la sentiamo, almeno per il rispetto e la stima per una persona, Giacomo Mazzone, che sul tema è competente e autorevole per la sua lunga esperienza sul piano internazionale (e infatti Fuortes ha pensato bene di destinarlo ad occuparsi di immobili e terreni agricoli di proprietà Rai !!!). Poi, non ce la sentiamo di buttarla in caciara perché dobbiamo ammettere che molti di loro sono più bravi di noi: ognuno interveniva per la sua strada, ignorando o facendo finta di ignorare chi lo ha preceduto, chi lo avrebbe seguito e i documenti già noti. La perla di comicità assoluta è stata quando, alla fine, prima Fuortes sostiene che “…stiamo per approvare il Piano Industriale…” ignorando completamente quanto gli era appena stato ripetuto poco prima e da tempo sulla necessità che debba almeno prima essere presentato in Vigilanza e poi, comunque, debba essere almeno contestuale al Contratto di Servizio. Al che, conclude Macheda (Usigrai, quello che ha sottoscritto il Patto della Tgr Regionale su Web … dove tutti ancora stanno in attesa di sapere e di capire di cosa si tratta), che dice più o meno “Siamo tutti d’accordo che Contratto di servizio e Piano industriale viaggiano insieme”. Allora, come si dice a Roma “… nun se capimo!!!”. Se i due documenti debbono viaggiare insieme come logica e norma vorrebbe, giocoforza è comico sentire ripetere che “sta per esser approvato”. E via sghignazzando … ma, ovviamente, la materia è troppo seria per essere trattata con il sorriso sulla bocca.

Infine, c’è una terza via (come al solito): ignorare quanto avvenuto e sperare che si stato solo un “errore di percorso” nei tempi e nella forma. Forse è stato solo un errore aver forzato la mano proprio in questi giorni, alla vigilia dell’approvazione del testo finale di AgCom. Già, poi forse solo un errore aver voluto forzare la mano ad organizzare un incontro su questo tema con il solo “marchio di fabbrica” Usigrai. Forse è stato solo un errore da parte di Fuortes e Soldi non aver voluto rendere pubblico quanto già noto dallo scorso gennaio sulle linee guida del Contratto di Servizio e fare finta che nulla ci fosse. Forse è stato solo un errore non avere voluto riassumere i contenuti dei tre testi disponibili e noti (uno appunto di Rai, il secondo di AgCom di marzo e il terzo del Governo) e tentare di proporne una sintesi unica, ragionata e convergente su puti qualificanti ed essenziali. Forse è stato solo un errore (il più grave a nostro avviso) non avere preso di petto la minaccia più grave che si prospetta sul futuro della Rai: l’incertezza delle risorse e, segnatamente, quella del canone. A cosa serve evocarne i rischi se non si è in grado di proporre una soluzione? Ancora ieri, nessuno, nessuno e men che meno il Governo con Giorgetti, ha sollevato un battito di ciglio su come si potrà riscuotere il canone nel 2023. Verrebbe voglia di ritornare al racconto comico.  Ma, forse, gli “errori” non sempre sono incidenti occasionali e fortuiti… forse… viene il dubbio che a qualcuno convengono.  

Da osservare che la terza via dell’ignorare quanto avvenuto ieri al CNEL sembra ampiamente condivisa dalla stampa nazionale che già da ieri era tutta invaghita dalla notizia del “giovane” Gianni Morandi (77 anni) che condurrà il prossimo Sanremo insieme ad Amadeus (by the way: chi è l’agente di Morandi? Elementare Watson… un certo Lucio Presta) mentre oggi la notizia del giorno è che Giorgino lascia il Tg1. Siamo appena tornati dal Circolo Arci della Bassa Val Tiberina per il solito caffè di prima mattina e abbiamo trovato facce contrite e silenzio imbarazzato. Qualcuno, ha intravisto Peppe (noto campione di briscola) pensoso, che si chiedeva mormorando tra se e se: “Perché? Perché .. cosa ha fatto di male??? Povero Giorgino”. Una sola riga, una di numero, invece la si legge sul Sole 24 Ore ma si riferiva a ben altro tema: il Piano immobiliare e la lettera inviata da Laganà, DiMajo, Bria e Agnes all’AD e Presidente chiedendo che sia il Piano Industriale che quello immobiliare debbano essere preventivamente condivisi con gli stakehoder istituzionali e sindacali. Corre il dubbio che Fuortes non ha avuto tempo per leggerla e tutto preso dall’entusiasmo di partecipare al Convegno Usigrai gli è sfuggita la battuta su “…stiamo per approvare …”.

Speriamo ci possa essere perdonata una parafrasi della frase di Angelo Guglielmi tanto ricordata in questi giorni: “Il Contratto di Sevizio non è una cosa ma un modo di fare il Servizio Pubblico”. Abbiamo la vaga impressione che questo “nuovo modo di fare Servizio Pubblico” non sia ancora ben chiaro e, come ci ha ben sintetizzato un nostro lettore presente all’incontro “Semplicemente, si aggirano tutti ancora intorno ad un vuoto di idee, di progetto e di visione perché ancora non sanno bene cosa dire e cosa fare e, allora, facit’ ammuina”.

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