Il secondo registro del racconto potrebbe essere quello
della comicità. Non ce la sentiamo, almeno per il rispetto e la stima per una
persona, Giacomo Mazzone, che sul tema è competente e autorevole per la sua
lunga esperienza sul piano internazionale (e infatti Fuortes ha pensato bene di
destinarlo ad occuparsi di immobili e terreni agricoli di proprietà Rai !!!). Poi,
non ce la sentiamo di buttarla in caciara perché dobbiamo ammettere che molti
di loro sono più bravi di noi: ognuno interveniva per la sua strada, ignorando
o facendo finta di ignorare chi lo ha preceduto, chi lo avrebbe seguito e i
documenti già noti. La perla di comicità assoluta è stata quando, alla fine,
prima Fuortes sostiene che “…stiamo per approvare il Piano Industriale…”
ignorando completamente quanto gli era appena stato ripetuto poco prima e da
tempo sulla necessità che debba almeno prima essere presentato in Vigilanza e
poi, comunque, debba essere almeno contestuale al Contratto di Servizio. Al che,
conclude Macheda (Usigrai, quello che ha sottoscritto il Patto della Tgr
Regionale su Web … dove tutti ancora stanno in attesa di sapere e di capire di cosa si tratta), che dice più o meno “Siamo
tutti d’accordo che Contratto di servizio e Piano industriale viaggiano insieme”.
Allora, come si dice a Roma “… nun se
capimo!!!”. Se i due documenti debbono viaggiare insieme come logica e norma
vorrebbe, giocoforza è comico sentire ripetere che “sta per esser approvato”. E
via sghignazzando … ma, ovviamente, la materia è troppo seria per essere trattata
con il sorriso sulla bocca.
Infine, c’è una terza via (come al solito): ignorare quanto
avvenuto e sperare che si stato solo un “errore di percorso” nei tempi e nella
forma. Forse è stato solo un errore aver forzato la mano proprio in questi giorni,
alla vigilia dell’approvazione del testo finale di AgCom. Già, poi forse solo
un errore aver voluto forzare la mano ad organizzare un incontro su questo tema
con il solo “marchio di fabbrica” Usigrai. Forse è stato solo un errore da
parte di Fuortes e Soldi non aver voluto rendere pubblico quanto già noto dallo
scorso gennaio sulle linee guida del Contratto di Servizio e fare finta che nulla
ci fosse. Forse è stato solo un errore non avere voluto riassumere i contenuti
dei tre testi disponibili e noti (uno appunto di Rai, il secondo di AgCom di marzo
e il terzo del Governo) e tentare di proporne una sintesi unica, ragionata e
convergente su puti qualificanti ed essenziali. Forse è stato solo un errore
(il più grave a nostro avviso) non avere preso di petto la minaccia più grave
che si prospetta sul futuro della Rai: l’incertezza delle risorse e, segnatamente,
quella del canone. A cosa serve evocarne i rischi se non si è in grado di
proporre una soluzione? Ancora ieri, nessuno, nessuno e men che meno il
Governo con Giorgetti, ha sollevato un battito di ciglio su come si potrà
riscuotere il canone nel 2023. Verrebbe voglia di ritornare al racconto comico.
Ma, forse, gli “errori” non sempre sono
incidenti occasionali e fortuiti… forse… viene il dubbio che a qualcuno convengono.
Da osservare che la terza via dell’ignorare quanto avvenuto
ieri al CNEL sembra ampiamente condivisa dalla stampa nazionale che già da ieri
era tutta invaghita dalla notizia del “giovane” Gianni Morandi (77 anni) che
condurrà il prossimo Sanremo insieme ad Amadeus (by the way: chi è l’agente di
Morandi? Elementare Watson… un certo Lucio Presta) mentre oggi la notizia del
giorno è che Giorgino lascia il Tg1. Siamo appena tornati dal Circolo Arci
della Bassa Val Tiberina per il solito caffè di prima mattina e abbiamo trovato
facce contrite e silenzio imbarazzato. Qualcuno, ha intravisto Peppe (noto
campione di briscola) pensoso, che si chiedeva mormorando tra se e se: “Perché?
Perché .. cosa ha fatto di male??? Povero Giorgino”. Una sola riga, una di
numero, invece la si legge sul Sole 24 Ore ma si riferiva a ben altro tema: il
Piano immobiliare e la lettera inviata da Laganà, DiMajo, Bria e Agnes all’AD e
Presidente chiedendo che sia il Piano Industriale che quello immobiliare debbano
essere preventivamente condivisi con gli stakehoder istituzionali e sindacali. Corre
il dubbio che Fuortes non ha avuto tempo per leggerla e tutto preso dall’entusiasmo
di partecipare al Convegno Usigrai gli è sfuggita la battuta su “…stiamo per
approvare …”.
Speriamo ci possa essere perdonata una parafrasi della frase
di Angelo Guglielmi tanto ricordata in questi giorni: “Il Contratto di Sevizio
non è una cosa ma un modo di fare il Servizio Pubblico”. Abbiamo la vaga
impressione che questo “nuovo modo di fare Servizio Pubblico” non sia ancora ben
chiaro e, come ci ha ben sintetizzato un nostro lettore presente all’incontro “Semplicemente,
si aggirano tutti ancora intorno ad un vuoto di idee, di progetto e di visione perché
ancora non sanno bene cosa dire e cosa fare e, allora, facit’ ammuina”.
bloggorai@gmail.com
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