martedì 19 luglio 2022

Rai: due misteri (e mezzo)

Foto di Anemone123 da Pixabay

Premessa d’obbligo: prendetevela comoda, fornitevi di acqua fresca e limone e, se ne avete voglia, leggete con attenzione.

Ad alcuni, dentro e fuori Viale Mazzini, potrà venire la puzzetta sotto il candido nasino quando devono pur constatare e mettersi l’anima in pace sul fatto che oggi si occupano di Rai con impegno e costanza solo tre soggetti: lo storico Angelo Zaccone Teodosi (Key4Biz), l’attento  Marco Zonetti (VigilanzaTv) e questo piccolo e anonimo Bloggorai e succede che ci citiamo a vicenda (del resto abbiamo buoni esempi e maestri: i banchieri che chiamano i banchieri, i giornalisti che citano e dibattono con i giornalisti etc). Succede che oggi Vigilanza Tv ha titolato “Rai, si addensano i misteri del Contratto di Sevizio”. Succede pure che in questi giorni siamo  i soli che stanno concentrando le attenzioni su alcuni Misteri Misteriosi che avvolgono la palude Rai e i territori che la circondano.

Pensiamo di fare cosa utile alla vigilia del giorno del Giudizio (si fa per dire) sulle sorti del Governo e poco prima del Cda Rai previsto per domattina e della Vigilanza prevista per giovedì, dare una mano a rinfrescare la memoria a qualcuno che (fa caldo) potrebbe averla indebolita e provare a svelare almeno due  Misteri Gloriosi (più uno complementare). NB: i due momenti potrebbero anche avere qualcosa in comune.

Andiamo con ordine. Primo Misterio Misterioso. Fino a prova contraria, il Contratto di Servizio MISE- RAI 2018-22 è ancora in vigore e, in quanto Contratto (per definizione) si suppone che le parti debbano rispettare quanto previsto e dettagliato. Giova ricordare, ancora un volta, l’art. 25 (Obblighi specifici 1. Ai fini dell’attuazione della missione di servizio pubblico la Rai è tenuta ad assolvere i seguenti obblighi specifici…) con, almeno sommariamente, alcuni punti chiave: “e) Informazione. La Rai è tenuta a: i) presentare alla Commissione, per le determinazioni di competenza, entro sei mesi dalla data di pubblicazione del presente Contratto nella Gazzetta Ufficiale, un piano di riorganizzazione che può prevedere anche la ridefinizione del numero delle testate giornalistiche nonché la riprogettazione e il rafforzamento dell’offerta informativa sul web”… “i) Istituzioni: la Rai è tenuta a presentare al Ministero e alla Commissione, per le determinazioni di competenza, entro dodici mesi dalla data di pubblicazione del presente Contratto nella Gazzetta Ufficiale, un progetto di canale tematico dedicato alla comunicazione concernente le Istituzioni”… “u) Piano industriale: la Rai è tenuta a presentare al Ministero, per le determinazioni di competenza, entro sei mesi dalla data di pubblicazione del presente Contratto nella Gazzetta Ufficiale, un piano industriale di durata triennale che, sulla base della definizione di adeguate risorse, rese disponibili dalle quote di canone destinate al servizio pubblico, per lo svolgimento delle attività di cui al presente Contratto, preveda etc etc etc” e, last but not least “v) Piano editoriale: la Rai è tenuta a presentare al Ministero, per le determinazioni di cui all’articolo 13, comma 2, della Convenzione, entro sei mesi dalla data di pubblicazione del presente Contratto nella Gazzetta Ufficiale, un piano editoriale che: i) sia coerente con la missione e gli obblighi del servizio pubblico; Contratto di servizio 2018-2022 - 23 - ii) possa prevedere la rimodulazione del numero dei canali non generalisti, l’eventuale rimodulazione della comunicazione commerciale nell’ambito dei medesimi canali nonché ridefinizione della missione dei canali generalisti. etc etc etc “.

Ora si da il caso che, ben che vada, qualcosa di quanto disposto non quadra non fosse altro per le clamorose inadempienze (Informazione). Se è vero come è certamente vero che il Contratto di Servizio è ancora in vigore come è possibile che qualcuno possa immaginare di farlo viaggiare insieme al Piano Industriale a meno che non lo si voglia dichiarare decaduto in anticipo rispetto alla scadenza? Delle due l’una: o il CdS è scaduto oppure è in vigore.  È senz’altro vera la seconda e allora giocoforza non è pensabile e sostenibile che i due temi possano “viaggiare insieme” e addirittura che si possano chiudere entro brevissimo tempo (qualche buontempone ha sostenuto pure entro la fine del mese). Ecco allora configurarsi il vero “mistero” che non può essere il CdS ma il Piano Industriale.

Cerchiamo di riavvolgere la pellicola. Il Piano attuale è stato formalmente approvato il 6 marzo 2019 ed ha validità tre anni e quindi in scadenza quest’anno. Se non che, come noto, a marzo 2020 il Cda Rai ha deciso “… all’unanimità, di rinviare l’implementazione del piano industriale e delle direzioni per generi. Questo significa che fino al 31 dicembre le Reti opereranno secondo le modalità attualmente in vigore. Anche il budget 2020 sarà rinviato di conseguenza”. Se ne potrebbe dedurre, a rigor di logica e norma, che di fatto il Piano sia stato prorogato nella sua “implementazione” e che dunque  potrebbe avere fondamento l’ipotesi che possa considerarsi a scadenza non già quest’anno ma bensì il prossimo. Sarebbe, inoltre, una ben fortunata coincidenza poter disporre dei due documenti con la stessa base programmatica temporale. In questo caso certo che si potrebbe invocare il vantaggio della simultaneità dei due documenti laddove l’uno è la cornice dell’altro.

Se non che, appare un Mistero in subordine: il Piano  Immobiliare (stimato circa 473 mln di Euro). A seguito degli incontri che il vertice aziendale ha avuto nei giorni scorsi con i sindacati dei lavoratori Rai, il sindacato dei giornalisti e quello dei dirigenti, è emerso con chiarezza che nella fervida mente di AD e Presidente il Piano Industriale si riassume e condensa nel suo derivato, ovvero il Piano Immobiliare ormai pressoché considerato l’ultima spiaggia per portare a casa qualche soldo ed applicare la famigerata teoria del “pareggio di Bilancio” tanto cara a Fuortes&C. Ora il mistero potrebbe anche infittirsi perché si da il caso che del Piano Industriale, formalmente, non se ne dovrebbe sapere  nulla in quanto non ancora visionato in Vigilanza (come da tempo è stato ripetutamente richiesto) e non ancora approvato in Cda. Seppure  già note in tutta l'Azienda le sue linee guida almeno da alcuni  mesi:


Allora, anche in questo caso delle due l’una: o queste linee guida sono note ed approvate da tempo e nessuno le ha viste o sono frutto di fantasia e allora non si capisce chi e perché illustra qualcosa non ancora visionato ed approvato. Metti caso che ci possa essere una maggioranza di consiglieri (vedi lettera recente firmata Laganà, DiMajo, Bria e Agnes) che voglia sollevare obiezioni e proporre cambiamenti? Metti che la Vigilanza possa o voglia proporre un Atto di indirizzo? Misterio Misterioso.. ovvero mica poi tanto …

Mistero Misterioso n, 2: il canone. Tutti ne parlano (sottovoce) e nessuno sa bene cosa dire. Lo si vuole abolire, aumentare o diminuire? Lo si vuole riscuotere tramite il bollo automobilistico o attraverso una tassazione sull’uso dell’abitazione (proprietà o affitto)? Lo si vuole far rientrare attraverso la fiscalità generale?  A domanda risponde con “lui nella parte di lei” e viceversa (vedi il duetto Fedeli vs Fuortes in Vigilanza) o lui nella parte di lui che sul tema glissa come un anguilla (a scelta … il ministro Giorgetti). Fatto sta che, fino a prova contraria, è la minaccia più prossima e incombente su futuro della  Rai in quanto, fino a disposizione contraria (che ancora non esiste) già dal prossimo anno si dovrebbe riscuotere il canone in modo diverso da quello attuale. Lasciamo il caffè pagato se qualcuno è in grado di citare o proporre qualcosa o qualcuno che sul tema è uscito allo scoperto.

Mistero Misterioso n. 3: il tema dei KPI. A quanto ci risulta sembra che sia assai caro alla Presidente Soldi che lo vorrebbe tanto introdurre nel nuovo CdS e per quale motivo nessun lo sa. divertente constare che, per quanto abbiamo potuto verificare, a Viale Mazzini ben pochi sanno bene di cosa si tratta. Ovvero, forse è facile intuirlo: magari almeno la Presidente ha in mente un modello di Servizio Pubblico che a noi è ignoto. Magari si può pensare a qualche forma di misura delle  “performance” del Tg1 o di Sanremo o di una replica di Montalbano che noi umani non  sappiamo nemmeno immaginare come possa avvenire (un televoto con il cellulare?). Magari ha visto “… navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, e ha visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser”. Magari ha visto un Servizio Pubblico che potrebbe, un giorno non lontano, cominciare a diventare leggermente privato. Magari.. chissà .., potrebbe pure avere qualche ragione.

bloggorai@gmail.com

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