martedì 23 febbraio 2021

Tra Fiction, Sport e Reality show: l'ultima spiaggia Rai

È da tempo non sospetto che su questo blog sosteniamo che il baricentro del futuro della televisione, della Rai, del Servizio Pubblico, si colloca esattamente nell’intreccio di tecnologia, di contenuti e di risorse. Si sta definendo un nuovo mercato con nuovi paradigmi e prospettive e la legislazione in vigore non è sufficiente a regolamentarlo. In altre parole, si tratta di offrire al grande pubblico un’ampia offerta dei migliori prodotti, su piattaforme e device efficienti al minor costo possibile. Il soggetto, o i soggetti aggregati, che saranno in grado di riassumere tutto questo in un solo pacchetto potranno passare alla cassa e riscuotere il premio. Abbiamo posto non a caso al primo posto la tecnologia perché giocoforza sarà il primo terreno sul quale verranno decisi i nuovi equilibri tra vecchi e nuovi operatori e sarà il primo e più ravvicinato campo di battaglia che interesserà la Rai nei prossimi mesi.

Vi abbiamo accennato nei giorni scorsi ad un processo, in corso ormai da tempo, che vede i due principali protagonisti della televisione generalista, Rai e Mediaset, contendersi gli ascolti su due grandi generi. Rai vince con le fiction e Mediaset con i Reality show. Con una differenza sostanziale: per Rai la fiction rappresenta una specie di “ultima spiaggia” in quanto gli altri generi di forte attrazione ormai sono abbandonati da tempo come lo sport più diffuso e il grande cinema in prima serata. Altro discorso per Mediaset che, in quanto soggetto privato, ha una libertà di movimento sul mercato che gli consente di spaziare tra opzioni diverse, compresa quella internazionale dove cerca di proporsi come operatore digitale free europeo. Per non dire poi dell'altro tema che abbiamo accennato e sul quale torneremo: come si "racconta" il Paese attraverso la fiction e/o il reality show.

A questo proposito, la notizia del giorno è relativa alla partecipazione di TIM alla gara per l’assegnazione del pacchetto di Serie A del Calcio, dove già l’operatore telefonico è main sponsor, al fianco di DAZN. Infatti, un elemento che potrebbe pesare sulla trattativa è esattamente l’affidabilità tecnologica della rete di diffusione che proprio agli esordi ha penalizzato DAZN e che invece ora, con l’affiancamento di TIM potrebbe risolvere il problema in modo decisivo. Dunque: contenuti e tecnologia si coniugano per affrontare una fetta di mercato (risorse) di grande rilevanza e che coinvolge una parte del pubblico di notevole interesse. Superfluo ricordare che si tratta che oltre al contenuto calcio, stiamo parlando della piattaforma di diffusione in streaming, il diretto e frontale antagonista del digitale terrestre.

Tanto per ricordare: nei mesi scorsi abbiamo proposto ai nostri lettori un Report sulla CDN dove si evidenziava trattarsi di un fonte aperto sul quale si gioca una parte fondamentale dello sviluppo tecnologico di Rai. Il Servizio Pubblico non la possiede e paga un salato noleggio ad un operatore privato, Akamai. Se l’Azienda non investe su questo fronte (e si tratta di cifre ingenti), presto i costi del trasporto potrebbero rivelarsi difficili da sostenere, a tutto scapito di Rai Play, la piattaforma di diffusione dei prodotti Rai nel Web.

Come abbiamo spesso ricordato, a partire dal prossimo 21 settembre quando, con la transizione al DVB-T2, qualche milione di italiani dovrà necessariamente cambiare il proprio Tv o dotarsi di un nuovo decoder per evitare di trovarsi gli schermi neri. Sappiamo per certo che nelle abitazioni sono presenti più di un apparato (chi vi scrive ne ha tre) e sarà difficile pensare che le famiglie possano provvedere a questo aggiustamento in tempi rapidi. Mancano pochi mesi ormai al break down e nessuno ne parla, nonostante l’impatto devastate che potrà avere per tutto il sistema. Non ne parla anzitutto chi ne subirà le conseguenze più rilevanti, la Rai, che invece potrebbe e dovrebbe farlo (perché il Contratto di Servizio lo impone in modo forte e chiaro).  Lo ripetiamo: si tratta di un silenzio colpevole, complice di un danno futuro che ci potrà essere a carico di tutto il Servizio Pubblico e a tutto vantaggio delle nuove piattaforme di distribuzione. È immaginabile, infatti, che la “rottamazione” del vecchio tv potrà transitare con l’utilizzo di un altro device già ampiamente diffuso nelle abitazioni degli italiani: il PC che, peraltro, privo di sintonizzatore, è anche esentato dal pagamento del canone.

Domani, come noto, l’AD Salini sarà ascoltato in Vigilanza Rai. Qualche autorevolissimo nostro lettore, ai piani alti di Viale Mazzini, ieri ci ha commentato: “… si va bhe… tanto la Vigilanza non conta nulla (eufemismo)…”. Forse, per certi aspetti, ha pure ragione. Al Capo Azienda di Viale Mazzini gli potrebbe essere presentato un conto per vari argomenti più o meno fondati. Ma questo conto del quale vi abbiamo appena accennato sulla transizione al DVB-T2 come pure della CDN proprietaria, in quella sede fatica ad emergere mentre, paradossale, assume grande rilievo un tema (le trasmissioni di Striscia la notizia) che certamente non segnerà il futuro della Rai. Qualcosa non torna. Se qualcuno avesse voglia di “processare” questo Cda Rai, di tirare le file di questa esperienza, potrebbe avere buoni argomenti, solidi e robusti, sui quali chiedere conto dei tre anni trascorsi.

                                                        bloggorai@gmail.com

ps: il pizzettaro sotto casa ha messo la pasta a lievitare per le pizze di domani sera, alle 19 

 

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