L’oggetto di questo Blog è il futuro della Rai prossima ventura e quindi cerchiamo sempre di leggere gli avvenimenti, le vicende che gli succedono dentro e fuori, intorno ad essa, in relazione a quanto queste possano o meno influire sul suo futuro. Sono molti anni che facciamo questo “mestiere”, per molto tempo da dentro il Palazzo e da pochi mesi da “fuori”. Abbiamo cercato di ricordare se mai è avvenuta una singolare circostanza di sovrapposizione, di contemporaneità, tra il Destino del quadro politico e quello dell’Azienda di Servizio Pubblico. Non ci è venuto in mente nulla di paragonabile: forse mai è successo che le dinamiche e le scadenze del Governo si intrecciassero così direttamente con quelle della Rai. Tutti e due i soggetti, infatti, già dalle prossime ore e giorni, potrebbero entrare in una nuova dimensione che ne segnerà, inevitabilmente, il proprio futuro.
Se verrà costituito e meno un nuovo Governo è ancora assai azzardato pronosticare. La sponda del Piave che sembra invalicabile consiste nell’evitare nuove elezioni. Ma ancora non è assolutamente scontato che questa possa resistere. Il Piano A dunque è: resistere!!! Il Piano B, per quanto noto, è incerto e confuso. Poniamo allora ad intrecciare. Anzitutto, ancora una volta un singolare coincidenza temporale: domani il Presidente della Camera Fico, riferirà al Quirinale e, sempre domani si dovrebbe sapere il parere del CTS sulla questione di Sanremo.
È verosimile immaginare che domani si andrà avanti: Mattarella potrebbe concedere un incarico per la formazione del nuovo Governo e vedremo se con o senza Conte come pure è verosimile che il CTS possa definire “paletti” stringenti per far svolgere il Festival in sicurezza anche se questo potrebbe scatenare qualche problema per tutti gli altri settori dello spettacolo e dello sport. Il passaggio in “zona gialla” di buona parte del Paese avvenuto questa mattina potrebbe indurre a far ben sperare. in un "alleggerimento" valido per tutti.
Nel frattempo, dalle parti di Viale Mazzini, altri incubi si materializzano: il primo è la richiesta di rinvio, sospensione o addirittura abolizione per quest’anno del canone speciale che egli esercizi commerciali devono pagare alla Rai entro la fine di gennaio (rinviato ad oggi perchè ieri domenica) per la diffusione dei programmi all’interno dei loro esercizi (bar, ristoranti alberghi etc). Per le casse del Servizio Pubblico sarebbe un bel salasso che aggraverebbe non poco il deficit previsto per il 2021. D’altra parte, sembra del tutto ragionevole la richiesta: da quasi un anno è pressoché tutto chiuso e per un settore già in ginocchio anche questa gabella è un ulteriore minaccia alla loro sopravvivenza. Allora? Decide il Governo (Patuanelli) che in questo momento non si sa bene chi sia. In questo stesso Governo, formalmente, sono ancora in carica i ministri Speranza e Franceschini che hanno espresso chiaro e tondo il loro pensiero su Sanremo. Sarà interessante sapere se il CTS vorrà sconfessarli fermo restando il DPCM attualmente in vigore e andare contro buona parte dei tanti soggetti che si sono espressi per il rinvio.
Detto questo, rimane il grande problema di come verrà composto il nuovo Governo e di chi ne farà parte. Ieri il Presidente di Confindustria Bonomi ha fatto un chiaro endorsement per il Ministro Gualtieri, non proprio lo stesso pensiero che si agita dalle parti di Viale Mazzini. Se rimane lui come azionista di maggioranza della Rai, per non dire dei due Ministri citati (ai quali si potrebbero anche aggiungere Boccia e Patuanelli sul tema canone) i bagagli sono dietro l’angolo. Viceversa, si potrebbero aprire altri giochi e si vedrà con quali giocatori (appoggio esterno del partito di Mediaset???).
Per paradossale che possa apparire, per alcuni, la sola prospettiva di sopravvivenza è nel combinato disposto di implosione del quadro politico (elezioni entro giugno) e di esplosione del caso Sanremo (rinvio). Lo scioglimento possibile delle Camere renderebbe, di fatto, assai complicato procedere alla nomina di un nuovo Cda Rai entro i termini previsti del prossimo giugno come prevede la Legge del 2015. Come pure, l’ipotesi di un rinvio del Festival potrebbe generare un corto circuito di carattere economico che indurrebbe a concedere ulteriore tempo a questo Cda al fine di evitare ulteriori danni all’Azienda.
Infine, per quanto riguarda Sanremo, invitiamo chi non lo avesse fatto, a rileggere quello che abbiamo pubblicato ieri. Non abbiano altro da aggiungere se non riportare una suggestione proposta da un nostro lettore: è tutta polvere destinata a sollevare attenzione sull’evento, creare aspettativa e curiosità su come andrà a finire. Va tutto bene purché se ne parli. L’ipotesi è suggestiva certamente ma appare poco credibile: richiederebbe una “regia” occulta sofisticata che, francamente, non vediamo proprio chi possa essere in grado di gestire.
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