mercoledì 10 febbraio 2021

Il piacere dell'attesa e le inutili chiacchere

“L'attesa del piacere è essa stessa il piacere”. Ma quanto è bella questa citazione (Gotthold Ephraim Lessing)? Quanto risponde alla fluida sensazione di sospensione del pensiero, della paralisi dello spirito? Sembra di essere, tanto per rimanere nel nostro ambito, di fronte ad un racconto seriale di Netflix: in attesa di sapere come andrà a finire, si vorrebbe che le puntate non finissero mai perché, una volta concluso il racconto, chissà cosa verrà dopo.

Più o meno avviene la stessa cosa in questo periodo o forse, meglio ancora, si tratta di uno stato perenne: tutto è sempre un divenire e nel suo svolgimento nulla è mai uguale a se stesso. Non vogliamo scomodare Platone e Aristotele, ma … alla fin fine, tutto si riduce sempre ai minimi termini. Ecco allora che assistere alle consultazioni propedeutiche alla nascita del nuovo Governo può provocare un sottilissimo senso di inquietudine e molti sono li a chiedersi: Draghi ce la farà (tutti in coro a dire si!) e, in subordine, per quanto tempo?

A proposito di attesa, per molto tempo, anche chi vi scrive, è stato lì ad attendere la Parola, il Pensiero, Il Progetto, dell’AD Rai Fabrizio Salini su qualsiasi cosa o argomento che potesse aiutare a comprendere meglio quale sia la “visione” di Servizio Pubblico, dell’Azienda che lui governa (cha ha governato finora). Questa mattina, in modo solerte e alquanto anomalo ai limiti del sospetto, si è premurato di far pubblicare sul Sole 24 Ore una lunga e dettagliata lettera dove si legge “Audiovisivi: dalla Rai 320 milioni di investimenti” e giù a sostenere che “la Rai c’è stata, c’è e sarà sempre al fianco dell’industria culturale italiana”. Dopo di che snocciola una raffica di cifre che dovrebbero servire a contestare quanto sostenuto recentemente da Giancarlo Leone (Presidente Produttori Audiovisivi) che lamentava una riduzione dell'impegno Rai sulla fiction, non prima di averlo sentitamente ringraziato per aver sostenuto la Rai nella richiesta e ottenimento degli 80 milioni sottratti dall’extragettito da canone. Non sono pochi coloro che pensano, più o meno a ragione, che questa operazione sia frutto, in parte o per intero, dell’operato di Leone a tutela degli interessi che rappresenta, più ancora che di quelli della Rai (che poi, in un certo senso, coincidono).  Scrive Salini: “ ..il 2021 beneficerà di un introito di circa 63 mln di euro, una cifra ben lontana dai 200 mln ai quali si sarebbe arrivati se fosse stato riportato in Rai l’intero extragettito che avrebbe consentito all’Azienda di ampliare ancora di più il perimetro dei suo investimenti”. Allora il tema è esattamente quello che abbiamo posto più volte: quanta energia, quanta forza e determinazione è stata posta finora nei confronti della politica che ottenere ragione di quanto spetterebbe alla Rai? Quanta opposizione è stata fatta nel respingere con forza il principio che con i soldi del canone, da questi 80 mln in poi, saranno impiegati per altri scopi (sostegno alla piccola editoria e al pluralismo) quando invece il canone è una tassa di scopo indifferibile? Per questa operazione c’è ben poco da ringraziare chicchessia, anzi, c’è solo da battere i pugni sul tavolo per pretendere, per intero, ciò che spetta di diritto. Conclude Salini “ .. nel contesto della pandemia da Covid-19, il Budget 2021 prevede, nonostante tutti i saving che stiamo effettuando, un risultato in perdita”. Il problema non è tanto su ciò che è stato fatto sul fronte "saving" quanto più su ciò che NON è stato fatto. Esempio: perché non pensare per tempo a fare pressione sul Governo Conte Bis per tamponare le prevedibile perdita sul Canone speciale, magari richiedendo un “ristoro” urgente in conto capitale? 

La sola semplice osservazione che si può fare (che si doveva fare da tempo, forse dal momento dell’insediamento di questo Cda) in proposito è avviare una riflessione esattamente concentrata sul perimetro di ciò che si deve fare, di quanto alla Rai è chiesto espressamente di volgere dal Contratto di Servizio, con quanto si può fare in relazione alle risorse che gli vengono assegnate. in soldoni: con i 2 mld tra canone e pubblicità sono in grado di "reggere" un sistema produttivo con tre reti generaliste, canali tematici, un canale news con circa 200 giornalisti che produce lo 0,6% di ascolti etc etc etc??? Altro esempio: il canale inglese e istituzionale: il piano industria prevedeva 60 milioni in tre anni, cioè 10mln/anno a canale. Abbiamo scritto in epoca non sospetta che con cifre del genere ci compri a malapena le carta per le  fotocopie. Come pure la Direzione Documentari della quale Salini si vanta molto, che gode di un budget a mala pena sufficiente a comprare o coprodurre qualcosa (vedi Pompei e simili).

A nostro modesto avviso, è stato perso troppo tempo e non è stato impostato correttamente questo ragionamento già a partire, appunto, dal Piano industriale (il cui desino è sospeso tra il cestino della carta straccia e lo scongelamento temporaneo dal frigorifero). Salini sa bene, o dovrebbe sapere, infine, che la cultura in televisione costa e anche tanto. Abbiamo scritto che per produrre in proprio un mini documentario di 10 minuti con due leoni che fanno pipì sotto un boabab ci vogliono tanti soldi che Rai non ha e non potrà avere in queste determinate condizioni e nessun governo Draghi in arrivo è in grado di garantirgli. Lo stesso ragionamento vale per l’innovazione tecnologica. Non ci ripetiamo ancora sul DVB-T2 (un caro lettore, per stemperare la nostra fissazione, si è offerto di fare gentile omaggio di un decoder dal modico costo) ma riproponiamo un tema che abbiamo affrontato a suo tempo con un Report Speciale: se è vero come è vero che la battaglia per lo streaming si poggia su una CDN proprietaria  (e non in “affitto costoso come avviene ora)  per realizzarla occorrono una montagna di milioni. Non ci sono “saving” che tengano. Occorre semplicemente un progetto una visione, qualche idea di Servizio Pubblico Prossimo venturo ragionevole, credibile e sostenibile. Come si dice a Roma: “le chiacchere stanno a zero”. 

                                                     bloggorai@gmail.com

Nessun commento:

Posta un commento