Questa mattina ce la prendiamo comoda e il post completo potrebbe arrivare nel pomeriggio. Cerchiamo di decifrare la visione panoramica dei titoli dei quotidiani di oggi: nei titoli principali non compare mai il nome di Draghi.
Nel frattempo, vi sottoponiamo alcuni interrogativi/riflessioni.
Pax politica = uguale Pax televisiva? Il governo Draghi gode di un ampio consenso parlamentare che evidenzia un “accordo” di tregua tra le principali forze politiche. Questo “clima” si potrà trasferire anche sulla Rai, sul sistema delle telecomunicazioni, sulla ripartizione della torta pubblicitaria?
Il nuovo governo segna la riscrittura della mappa geografica (ancora non del tutto completa) dei soggetti amici/nemici del Servizio Pubblico. Si tratta di un criterio di lettura forse superato, simile a destra/sinistra, ma è ancora utile per comprendere cosa potrà avvenire nel futuro della Rai?
Nei giorni scorsi è stato pubblicato dall’Ansa un Report dello Studio Frasi, diretto da Francesco Siliato con la fotografia degli ascolti di Rai e Mediaset nel 2020 con dati molto interessanti. Siamo in grado di sapere esattamente quali generi hanno avuto maggiore rilevanza e quali meno e come sono stati ripartiti tra le due emittenti. Alcuni tra questi tipicamente commerciali, altri più da “servizio pubblico”. Sarà interessante sapere come a Viale Mazzini si intende lavorare in questo campo, ben sapendo che la traccia è ben scritta: il Contratto di Servizio.
Provate prima a digitare su Google “the future of television” e dopo “il futuro della televisione” e fate un confronto con i risultati che si ottengono: impietosi. In Italia questo argomento sembra interessare pressoché nessuno. Il solo ambito che, da sottolineare “sembra”, ha suscitato qualche attenzione è stato quello della riforma della Governance con un paio di proposte di Legge e la raccolta di oltre 1200 firme ottenute con il Manifesto per un Nuova Rai ( https://manifestonuovarai.wordpress.com/ ) .
In ultimo, la notizia di ieri è che a Sanremo andrà la conduttrice Mediaset Barbara Palombelli. Nulla di nuovo: già la De Filippi ha fatto scuola. Il criterio è "bene o male, purché se ne parli". Se il pubblico da casa non capisce più la differenza tra televisione commerciale e pubblica sembra essere del tutto irrilevante. che poi la Palombelli è nella "scuderia" del noto agente Presta, anche questo sembra essere del tutto irrilevante. Già .. del tutto irrilevante ...
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