martedì 2 febbraio 2021

La sottile eleganza dell'imbarazzo

Ci possiamo ritenere fortunati (chi vi scrive e voi che leggete) perché certamente non ci annoiamo e, in un certo qual senso, siamo anche bravi nel vedere la sfera di cristallo, consultare gli aruspici, frequentare maghi e fattucchiere. Speso e volentieri, siamo in grado di predire un futuro piccolo piccolo che fatalmente si avvera. Basta rileggere i post dei giorni scorsi e averne prova.

Prima di proseguire la lettura, vi consigliamo di ri/leggere una delle ultime Bustine di Minerva sull’Espresso firmate da Umberto Eco nel 2014:  https://espresso.repubblica.it/opinioni/la-bustina-di-minerva/2014/08/22/news/bonga-bonga-1.177489.

Vedi il tema Governo. Nei giorni scorsi erano tutti impegnati a scrivere un nuovo programma che sia in grado di soddisfare tutti gli appetiti e rendere possibile arrivare allo scavalcamento di giugno ed evitare elezioni anticipate e così sembra andare (che poi ci riescano è altro discorso). Allo stesso modo, per singolare coincidenza, al settimo piano e al quinto di Viale Mazzini hanno passato il sabato e la domenica a predisporre un Piano B da sottoporre oggi al CTS con la speranza di avere il via libera per Sanremo.

In verità, qui comincia ad essere necessario saper guardare indietro piuttosto che avanti e allora, come al solito, ci vengono sempre in mente le piccole e semplici domande. Lasciamo da parte per un momento il piano politico (un nuovo programma???) e vediamo Sanremo. La domanda è: era proprio necessario, vista causa e contesto, arrivare oggi a tutto questo?

Andiamo con ordine. Ieri Viale Mazzini rilascia un comunicato dove si legge: ” La Rai … ritiene che la 71esima edizione del Festival di Sanremo, prevista dal 2 al 6 marzo, debba concentrarsi esclusivamente sull’evento serale al Teatro Ariston. Per tale motivo domani l’Azienda presenterà al Cts il protocollo organizzativo-sanitario che non prevede la presenza del pubblico al Teatro Ariston… Non sono previsti eventi esterni e la presenza a Sanremo di programmi collegati al Festival…”.

Questa mattina sulle colonne de La Stampa, con la firma di Michela Tamburino, solitamente bene informata con solide fonti interne a Viale Mazzini (non molto diverse dalla nostre), si legge che a Viale Mazzini ci sarebbero stati “dietrofront imbarazzanti “ e che, comunque, “Eppure, leggendo dietro le righe, questa potrebbe essere non una resa ma un modo per andare a vedere e smascherare il bluff” e chiude “Però, chissà se sotto data qualcosa, per quanto riguarda il pubblico, possa ancora cambiare. Chi la sa lunga in Rai è pronto a scommetterci”. Accipicchia che roba! “vedere e smascherare il bluff” ??? e chi sarebbe il soggetto che avrebbe messo in piedi tale ardita e proditoria mossa d’azzardo? I ministri allarmisti Speranza e Francschini? Vedremo. Rimane però sconcertante e sorprendente non tanto e non solo il “dietrofront” o meglio, semplicemente, prendere atto che c’è un DPCM in corso al quale è necessario adeguarsi ma che fino ai giorni scorsi non c’era un Piano B, uno C o qualsiasi altra idea in grado di portare a casa capra e cavoli. Disarmante ma non sorprendente.

Da leggere poi Francesco Merlo (anche lui cita Eco) su Repubblica a proposito del pubblico “…non era mai stato un granché questo pubblico del teatro Ariston, 1200 posti, con la nomenklatura della Rai schierata nelle prime file, qualche vip e moltissimi semivip, e tutti quegli assessori, presidenti, direttori, almeno trecento posti divisi tra prefettura, procura, questura, e poi il Tribunale di Imperia, la Provincia, due abbonamenti a testa per ogni consigliere comunale e i biglietti omaggio «destinati a soddisfare - dicevano i protocolli del cerimoniale Rai - le esigenze istituzionali». Insomma è sempre stato un pubblico di figuranti plaudenti anche se non scritturati, ciascuno con il proprio biglietto nominale, con la propria poltroncina rossa, non importa se pagata o in omaggio perché sempre e comunque offerta”. Chi vi scrive ve lo può confermare in prima persona: in anni lontani ha partecipato più volte alla cerimonia della “pesa” e della distribuzione dei biglietti omaggio.

Nota bene. Da leggere interessante articolo di Claudio Plazzotta su Italia Oggi che aggiorna le stime su Sanremo: per la Rai vale ricavi per circa 41 milioni di contratti pubblicitari con un utile netto previsto di circa 25 milioni. Una posta in palio di tutto rispetto per un anno di Viale Mazzini dove il tema risorse economiche sarà cruciale per la sua sopravvivenza. C’è da crede che abbiano dovuto fare “retrofront”. Qualcuno però con un filo di imbarazzo, un termine gentile per non dire altro, forse più volgare ma certamente più significativo.

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