mercoledì 24 febbraio 2021

La Rai che vorrei ma non posso o che potrei ma non voglio

Le categorie umane si dividono in tanti generi: ai primi posti coloro che “vorrei ma non posso” seguiti a ruota da coloro che “potrei ma non voglio”. Alla prima categoria si iscrivono tutti coloro che hanno ambizioni, sogni, desideri, disegni e progetti ma per circostanze oppositive non possono realizzarle. Costoro, vivono in genere in stato sospeso tra rassegnazione e determinazione nel cercare, comunque, quello che desiderano. Alla seconda categoria invece appartengono coloro che hanno concrete possibilità di realizzazione, di costruzione, di attuazione di un qualcosa che gli è concesso e che pure invece non intendono, non vogliono o non possono compiere. Talvolta, il loro atteggiamento è ostinato oppure, in subordine, è determinato da circostanze avverse dove potrebbero agire ma preferiscono rimanere fermi. Perchè questo avviene è un mistero glorioso. E così via.

Bene, veniamo alla cronaca. Ieri sul sito di Beppe Grillo è comparso un suo personale programma di governo, evidentemente non ancora concordato con Draghi e i suoi partiti “alleati” . Leggiamo la parte che ci interessa particolarmente: “E’ dal 2013 che parliamo di queste cose. L’informazione è uno dei fondamenti della democrazia e della sopravvivenza individuale. Se il controllo dell’informazione è concentrato in pochi attori, inevitabilmente si manifestano derive antidemocratiche… Il cittadino non informato o disinformato non può decidere, non può scegliere. Assume un ruolo di consumatore e di elettore passivo, escluso dalle scelte che lo riguardano… E’ arrivato il momento di mettere in atto queste proposte:

– Riscrittura legge Gasparri in base alla nuova direttiva europea SMAV (modifica affollamento pubblicitario, ridefinizione quote di mercato, regole anche per i giganti del web);

– Passaggio al nuovo digitale terrestre di seconda generazione secondo i tempi previsti (entro giugno 2022);

– Riforma della radiofonia in ottica radio digitale (DAB+);

– Riforma della RAI sul modello BBC, con un canale senza pubblicità, riforma governance Rai con consiglieri indipendenti dalla politica, soppressione Commissione Vigilanza RAI;

Alla faccia del Kilimangiaro !!! Champagne per tutti !!! Perseverance ci dice che c’è vita su Marte!!! In verità, non sappiamo bene da che parte prendere in considerazione queste affermazioni. Per essere alla sua altezza, bisognerebbe buttarla a ridere. Però non siamo bravi come lui e siamo quindi costretti e prenderla sul serio. Come ha scritto Grillo, è dal 2013 che sostengono queste idee e pur avendo le leve del potere in mano in tutti i recenti governi, non ne hanno portata avanti nemmeno una. Tanto per dire: il M5S per quanto riguarda la RAI ha avuto in mano il MISE con Patuanelli, ha espresso l'AD, assegnato "in quota" 5S, hanno una consigliera in Cda che si fatica a ricordare pure come si chiama. Hanno (avevano?) il gruppo parlamentare più forte e dunque? Cosa è successo? Cosa ha impedito di fare qualcosa di significativo? Ricordiamo che giace ancora nei cassetti la proposta di Fico di riforma della Rai, presentata il 9 marzo 2015, successivamente ripresa dal Senatore 5S Di Nicola a novembre 2019. A qual categoria ascriverli: potrei ma non voglio, o meglio potrei ma non vorrei … oppure mi piacerebbe tanto ma forse non è il momento???

Ciò detto, ci limitiamo a prendere atto che è il solo, in questo momento che ha sollevato questo tema. A questo proposito, non ci dimentichiamo del PD che merita una riflessione a parte (ha presentato una/due proposte di riforma della governance Rai, Fedeli e Orlando).

Per concludere su Grillo, ci interessa in particolare il primo punto (sul quale da tempo stiamo insistendo): la riforma della Legge Gasparri è una riforma di sistema (lo stesso che si voleva affrontare con il precedente governo Conte al punto 14 del suo programma). La Rai è parte integrante di un complesso meccanismo dove agiscono diversi soggetti interconnessi e interdipendenti strettamente tra loro. Difficile toccarne uno senza che un altro ne possa risentire. Dunque, non solo la legge 112 deve essere riformata perché si riferisce ad un sistema ormai per buona parte superato e non solo perché l’Europa ce lo ha chiesto, ma perché in primo luogo è necessario, è opportuno e conveniente per il Servizio Pubblico che questo avvenga prima possibile. L’alternativa è la giungla dove vige la legge del più forte e la Rai, oggi più che mai, ha il fianco esposto ai predatori che la cingono d’assedio.

Per quanto poi riguarda la riforma della Rai sul modello BBC, se ne può parlare ad un condizione: che si esca allo scoperto su quale “modello” si intende realizzare. La Rai non potrà mai somigliare alla BBC anzitutto perché radicalmente diversi i modelli, sostanzialmente diversa la sua missione. Allora, si cominci a dibattere sulla Missione del Servizio Pubblico Radiotelevisivo in Italia per i prossimi anni e tutto il resto verrà di seguito.

Per tornare alla comicità: ci divertiremo quando i ministri 5S, o sottosegretari, che partecipano al governo Draghi cominceranno a parlare di tutto questo con i loro colleghi che hanno ben altri interessi e “missioni” da tutelare che non sono e non saranno certamente quelli della Rai. Attenzione: lo spettacolo inizia oggi alle 19 in Vigilanza. 

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