lunedì 8 febbraio 2021

Draghi, la Rai e questo Blog

Nel suo piccolo, anche questo Blog si vuole considerare una “parte sociale” e, in quanto tale, vorrebbe essere consultato entro le prossime ore dal candidato presidente del Consiglio Draghi. Ovviamente, non ci permettiamo di interferire con i grandi temi della politica (riforme istituzionali e rielezione del Presidente della Repubblica e dei sindaci delle grandi città), non azzardiamo proposte su come affrontare la pandemia, non ci avviciniamo lontanamente ai grandi numeri della finanza con i 209 mld in arrivo dal Recovery plan, non osiamo nemmeno immaginare come verranno distribuite le centinaia di nomine che si dovranno fare nelle tante consociate e controllate dallo Stato (alcune di rilevanza di assoluto valore strategico come CdP).

Ci consentirà, speriamo, gentile Presidente, di usare talvolta un tono colloquiale, quasi gergale, come usava sostenere Pirandello “con l’italiano si esprime la ragione, con il dialetto il sentimento”, perché in questo modo cerchiamo di andare diritti al cuore dei problemi, senza tanti giri di parole.

Quindi, nel momento in cui saremo convocati da Draghi a Palazzo Chigi, ci limiteremo ad esporre alcuni punti programmatici che ci interessano in modo particolare. Attenzione: non è che ciò di cui parleremo è meno rilevante di tanti altri problemi, anche drammatici e incombenti, che sono oggetto di confronto. Si tratta del sistema delle telecomunicazioni del nostro Paese, cioè di un “assett” strategico di pari rilevanza con altri sistemi sui quali regge l’economia del Paese. Magari, e di questo chiederemo venia in anticipo, siamo leggermente più attenti al perimetro Servizio Pubblico radiotelevisivo, al futuro della Rai.

Allora, con ordine, parleremo di e cercheremo di sapere Draghi cose ne pensa di tre grandi aree di intervento:

1) Riassetto normativo: si vuole fare o meno una revisione della Legge Gasparri e delle sue successive evoluzioni e aggiornamenti? In particolare, si vuole rivedere la Legge del 2015 sui criteri di nomina del Cda Rai che, di fatto, ha posto sotto il tallone del Governo il controllo della Rai? A questo proposito: come intende procedere per il rinnovo del Cda RAI in scadenza nei prossimi mesi? I nuovi amministratori di Viale Mazzini saranno tutti “tecnici “ a sua immagine e somiglianza oppure saranno presi nel mucchio selvaggio dei tanti “in quota” a questo o quel partito?

Poi, si vuole dare seguito a quanto disposto dalla sentenza della Corte di Giustizia europea che ha imposto al nostro Paese la revisione del SIC? Si vuole adempiere a quanto, sempre di fonte EU, disposto dalla Direttiva 2010/13 sui servizi di media audiovisivi per la quale, proprio nei giorni scorsi, è arrivata un “warning” di inadempienza del nostro Paese? Infine, la madre di tutte le domande su questo ambito: Signor Presidente (considerati i  suoi precedenti), ritiene che la Rai debba essere, del tutto o in parte, domani o nel prossimo futuro, privatizzata? O anche una parte restante di essa come Rai (superamento del vincolo di controllo pubblico sulla Società)? In sostanza, a quale modello di Servizio Pubblico ci si vuole ispirare?

2) Risorse economiche: ci sono in discussione due grandi filoni. Il primo riguarda il canone: il suo utilizzo, la sua destinazione, la sua entità e la sua stabilità. Lo si vuole mantenere, modificare e addirittura annullare oppure sostituirlo con una qualche specie di “abbonamento”, di pay per view sul modello del quale si dibatte in Gran Bretagna? L’Azienda, come tutte, ha bisogno di certezze stabili nel tempo e il canone non può essere sottoposto a trattativa ogni anno, come pure non può esser distolto per altre destinazioni come la Legge espressamente vieta e come invece è avvenuto recentemente. Il secondo riguarda la pubblicità. È noto che il mercato, causa Covid ma non solo, per il settore radio-tv è in calo progressivo. La torta non è sufficiente per tutti e sono necessari interventi di redistribuzione. Come si intende intervenire? Togliere una parte di pubblicità alla Rai per reimmetterla nel mercato?

3) Competizione tecnologica: anzitutto la transizione al DVB-T2 (siamo fissati con questo argomento) e poi la rete a banda larga. Quest’anno, a partire dal prossimo settembre, alcuni milioni di italiani potrebbero trovarsi lo schermo del vecchio televisore tutto in nero. La nuova ripartizione delle frequenze imporrà o l’acquisto di un nuovo Tv o un nuovo decoder. Chi non lo farà sarà fuori e abbiamo scritto tante volte che chi corre rischi maggiori sarà la Rai che potrebbe perdere per strada qualche milione di telespettatori. Come intende, Signor Presidente, affrontare questo problema? È ipotizzabile un rinvio del 21 settembre e, nel frattempo, imporre a Viale Mazzini di alzare le chiappe e darsi da fare in modo più energico (come impone il Contratto di Servizio) per informare gli utenti, gli abbonati, i cittadini, di questo importante appuntamento? È noto che il canone è dovuto per quanto nei propri apparati di ricezione sia presente o meno un sintonizzatore che, invece, in molti device (smart tv, tablet etc) potrebbe non esserci. È evidente che ci possa essere un forte interesse a sostenere la diffusione di tali apparati in grado di veicolare la Web Tv a scapito di quella digitale terrestre. Su questo tema, non ci sono margini di incertezza: la coesistenza tra i due sistemi regge solo in quanto la prima cannibalizzerà inevitabilmente la seconda, è solo questione di tempo.

In questo ambito, sullo sfondo, si sta giocando la partita della rete unica. Come intende procedere il suo nuovo Governo per l’avvio di AccessCo? Che natura avrà, prevalentemente sotto il controllo pubblico (Cdp) o prevalentemente sotto il controllo privato (TIM &Co) ???

Nel ringraziarLa della Cortese attenzione, Le rivolgiamo un  cordiale Augurio di buon lavoro (ne siamo certi, ne avrà tanto… tanto bisogno). Siamo sempre a disposizione per un gratuita collaborazione.

bloggorai@gmail.com

2 commenti:

  1. Caro Bloggorai, anche se non ti chiamassero a Palazzo Chigi hai fatto bene a scrivere questa nota, che è un promemoria utilissimo.

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