Intendiamoci: cambiare idea, opinione, orientamento politico o religioso non è colpa grave… anzi.. può anche essere indice di saggezza e sanità mentale. Chi vi scrive appartiene a questa categoria, in particolare a quella che ci ha visti da giovani particolarmente agitati e ora, da pensionati, un tantinello rilassati. Chi vi scrive appartiene ad una generazione che ha alle spalle un momento importante della vita politica italiana quando si aveva l’opportunità di poter mangiare pane e politica già dai primi anni del liceo. Chi vi scrive è stato in eccellente compagnia: da Paolo Gentiloni a Ferruccio De Bortoli, da Gino Strada e Tito Boeri e tanti altri ancora più o meno noti, tutti appartenenti allo stesso Movimento marxista leninista degli anni '70. Tutto questo per dire che Draghi potrebbe essere del tutto diverso da quello degli anni ’90, quello delle grandi privatizzazioni, quello del famoso discorso sul Britannia ancorato nel porto di Civitavecchia e magari somigliare più al Draghi del discorso di Rimini al meeting di Comunione e Liberazione. Basta saperlo, prenderne atto a andare avanti.
A questo proposito, ieri ci è tornata alla mente una dichiarazione di Di Maio dopo le prime consultazioni con Conte per il tentativo del Conte bis: “…abbiamo definito 10 punti irrinunciabili …” e, tra questi il quarto, recitava: “Una legge sul conflitto di interessi e una riforma della Rai ispirata al modello Bbc”. Mentre la parte sulla legge del conflitto di interesse ci era ben nota (sulla quale mai impegnato), quella sul modello BBC era sfuggita. Allora ci siamo chiesti se lo stesso vigore propositivo, la stessa energia politica verrà messa nel confronto con Draghi. Già, confronto: ci siamo chiesti pure: chi si confronta con chi? Sul tema Rai, Servizio Pubblico e sistema Radiotelevisivo in generale, per quanto abbiamo potuto ricercare nel WEB, non ci risultano pensieri di Draghi. Magari sarà un Illuminato, però prendiamo atto che, al momento non si sa proprio su cosa e con chi si dovrà fare un nuovo Governo. Per quanto a noi noto, al di là delle brevissime parole di circostanza pochi minuti dopo il conferimento dell’incarico di Mattarella (emergenza, piano vaccini, lavoro etc) non si sa pressoché nulla su come il candidato Presidente del Consiglio potrà mettere mano alla difficilissima situazione del Paese, figuriamoci alla Rai. Ma facciamo un piccolo passo indietro: la riforma della Rai avendo a modello la BBC??? Ma sanno di cosa parlano? Sanno come funziona la televisione britannica, di come è strutturata al suo interno, di quali rapporti intercorrono con il potere politico, di quante risorse possiede, a quanto ammonta il suo canone etc??? Lasciamo perdere… per non dire del conflitto di interesse: su questo tema non ci sono riusciti governi ben più forti nemmeno a scalfire di una virgola figuriamoci in queste circostanze.
Noterelle a margine: è prevedibile che Rai debba soffrire la penalizzazione dei mancati introiti da canone speciale, non ancora quantificati, ma certamente rilevanti (si parla di decine di milioni che gli esercenti attività commerciali penalizzate dal Covid non pagheranno). Si potrà pensare ad un “ristoro” anche per Viale Mazzini? Se così fosse, Draghi si dovrà esporre quanto prima, non c’è molto tempo da perdere. Nel frattempo, dovrà cominciare a pensare ad un sostituto di Salini, visto che ormai, con l’uscita di Conte, l’ultimo giapponese che proteggeva l’AD, gli "amici" di Viale Mazzini si sono assottigliati al lumicino. Conte ora si potrà occupare di altro (ieri ha cominciato a circolare un interessante retroscena: la sua possibile candidatura a Sindaco di Roma, come suggello di un patto PD M5S). mancano poco più di due mesi alla presentazione del bilancio e da quel momento in poi, si potrà procedere ad attivare le procedure di nomina dei nuovi vertici. Cominciano a circolare nomi di “tecnici” che, ovviamente, servono solo a saggiare il terreno come pure sembrano avviate piccole manovre per il candidato dei dipendenti Rai. Vedremo.
Noterelle a margine 2: il potere delle immagini. Si tratta di un titolo che suggeriamo per la lettura del fine settimana: Augusto e il Potere delle immagini di Paul Zanker, ed. Bollati Boringhieri. Assolutamente di grande attualità: uno strumento indispensabile per comprendere la formazione dei fenomeni di comunicazione ai quali assistiamo. Ci hanno colpito due immagini dei giorni scorsi. La prima è quella della conferenza stampa di Conte di fronte a Palazzo Chigi e la seconda, pubblicata da Dagospia, sul “facciario” utilizzato da Draghi per i suoi incontri istituzionali.
Sulla prima c’è tutto un alfabeto dei segni da decifrare: la piazza, il palazzo, il tavolino etc che dicono molto di più di quanto Conte ha dichiarato (vedi quanto scritto prima a propositivo della sua possibile candidatura a Sindaco di Roma). La seconda, riferisce di un candidato premier che non conosce i volti delle persone che dovrà incontrare (del resto, si può comprendere, è nota la sua scarsa familiarità con la politica spoliticata).
C’è solo da augurarsi che non abbia bisogno pure di una specie di manuale Cencelli per dosare i quasi impossibili equilibri politici che dovrà raggiungere. C’è da augurarsi che non gli possa servire un abbecedario naturalistico per individuare le varie bestie cha animano la giungla dei partiti, a partire dai vari camaleonti pronti a mimetizzarsi ovunque ci sia da trarre profitto. C’è, infine, da augurarsi, che possa comprendere rapidamente che Roma non è Bruxelles: è meglio e peggio allo stesso tempo. È meglio intanto perché è semplicemente Roma con la sua infinita ed eterna bellezza, è meglio perché le liturgie della politica hanno oltre 2000 anni di storia alle spalle (Augusto docet) mentre può essere peggio perché, a differenza delle nebbie lussemburghesi, qui a Roma non si perdona, siamo abituati al pollice verso del Colosseo, dove basta una disattenzione e il primo gladiatore che passa ti trafigge senza pietà.
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Sinceri complimenti a chi ha "vergato" il pezzo sul potere delle immagini (6 debbraio)
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