mercoledì 3 febbraio 2021

Draghi, le privatizzazioni e la Rai

Chissà se è mai capitato anche a voi di voler essere un oggetto. Chissà se è mai capitato anche a voi di voler essere inanimato, privo di una sua parte pensante, così, tanto per risparmiarci le angustie della vita e rifugiarsi in un comodo neutralismo naturalista. Quante cose potrebbero raccontare gli oggetti intorno a noi. In questo momento, per quello che ci riguarda, ci piacerebbe essere una cerniera. Si, esattamente una cerniera dei piccoli frigoriferi presenti in tanti uffici dei direttori Rai. Forse molti lettori non lo sanno: ma nelle stanze importanti di Viale Mazzini, nella dotazione d’obbligo, c’è un piccolo frigobar, giusto per una bottiglietta di acqua minerale o per uno yoghurtino per chi fosse a dieta. Magari, qualcuno tra loro, ha in serbo anche una bottiglia di champagne… non si mai.. le cose dovessero mettersi al meglio. In questi giorni, appunto, le cerniere dei frigoriferi non hanno fatto altro che aprirsi e chiudersi a seconda se il barometro della crisi volgeva da una parte piuttosto che dall’altra.

Come è andata ieri sera dopo che Mattarella ha fatto intendere che avrebbe conferito un incarico a Mario Draghi? Cosa potrebbero aver pensato i vertici Rai del suo nome nella prospettiva del loro fine mandato? 

Necessario, quasi obbligatorio, un passo indietro di molti anni. Correvano gli anni 1993-’94 e l’Italia non se la passava granché che bene. Tangentopoli da una parte e la crisi economica dall’altra avevano messo il Paese sull’orlo di una grave crisi.  Il Presidente Scalfaro conferisce un incarico di Governo ad Azelio Ciampi, ex governatore della Banca d’Italia, che poco tempo dopo, tre mesi, su indicazione dei Presidenti delle Camere (Spadolini e Napolitano) nomina il nuovo Cda Rai, quello cosiddetto dei “professori”. Ne fanno parte persone illustri: DG Franco Locatelli, Presidente Claudio Demattè e consiglieri l’editrice Elvira Sellerio,  il filosofo Tullio Gregory, il giornalista Paolo Murialdi, e Feliciano Benvenuti un noto esperto di diritto amministrativo. Qualcuno di loro affermò di non vedere mai la televisione.

Oggi corriamo il rischio di trovarci esattamente, più o meno, allo stesso punto: se mai fosse nominato Draghi a capo del Governo, si troverebbe tra le mani, subito, la grana dei nuovi vertici Rai e non sarebbe del tutto improbabile che possa adottare lo stesso modello del suo illustrissimo predecessore (che poi diventerà Presidente della Repubblica). Vi raccomandiamo fortemente, è molto utile rileggere alcune dichiarazioni di Fabiano Fabiani, allora grande “boiardo di Stato” sulla stagione delle privatizzazioni (tra le quali si voleva includere Rai, controllata dall’IRI) e il ruolo di Draghi, a quel tempo Direttore generale del Tesoro (vedi sul Sole 24 Ore https://www.ilsole24ore.com/art/fabiano-fabiani-quelle-privatizzazioni-1992-finmeccanica-e-no-draghi-ADEdDmu ). 

Anche questo articolo merita attenta lettura: https://st.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Economia%20e%20Lavoro/2008/02/privatizzazioni-debito-draghi.shtml?uuid=c770b528-dacc-11dc-a54d-00000e251029&DocRulesView=Libero

A suo carico, insieme a Ciampi prima e Prodi dopo, pesa  anche la privatizzazione di TIM con quanto poi ne è conseguito e quanto ancora potrà conseguirne per il futuro digitale che interessa  questo Paese. Si capisce bene allora che non sarà questo un nome “neutro” per la Rai e che, anzi, potrà essere gravido di conseguenze importanti.

Allora, la solita semplice domanda: è Draghi l’uomo della Provvidenza, il VII Cavalleria che molti aspettano, la chiave di uscita dalla Fortezza Bastiani ??? Per la Rai cosa potrà significare? L’inizio di una nuova stagione “tecnocratica” a Viale Mazzini? Tagli dei costi, efficienza, riduzione del perimetro di attività, revisione del canone e quant’altro??? Tra l'altro, ricordava sempre il prode Anzaldi, tanto per tirare fuori un sassolino dalla scarpa, si tratta dello stesso Draghi che fu pressoché ignorato dalla Rai alla sua partecipazione al Convegno di Comunione e Liberazione a Rimini la scorsa estate dove pronunciò un discorso importante che merita assolutamente di essere riletto:  https://forbes.it/2020/08/19/cosa-ha-detto-mario-draghi-al-meeting-di-rimini/  .  

Come abbiamo scritto tante volte, quest’anno il crocevia sul quale si trova la Rai, il Servizio Pubblico, è peggio di un giorno di grande traffico sul Raccordo anulare: da un lato la corsia delle risorse, poche e insufficienti, dall’altra corsia, in senso opposto, le tecnologie pronte a far scattare la multa dell’Autovelox del DVB-T2 che da settembre porrà forti limiti di velocità.

Chissà le cerniere dei mini frigoriferi di Viale Mazzini stamattina quanto lavoreranno? Magari, potrebbero fare qualche apertura sperando che il CTS possa dare via libera allo svolgimento di Sanremo in “sicurezza” come da Piano B elaborato last minute senza pubblico in sala, dentro e fuori l’Ariston, gratis o pagato, con buona pace di si era incaponito a dire “o con il pubblico o il Festival non si farà” etc etc… Per parte nostra, speriamo vivamente che insieme all’Ariston, possano riprendere, con pari criteri, tutte le altre aperture sociali del Paese: religiose, artistiche, sportive, turistiche... 

                                                                 bloggorai@gmail.com 

 

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