La Grande Battaglia d’Autunno è iniziata! Con la dichiarazione
di guerra consegnata alla cancelleria italiana, la Corte di Giustizia ha
solennemente dichiarato che la Legge Gasparri si deve riscrivere. O meglio si
deve scrivere una nuova legge di sistema delle Telecomunicazioni e poi vedremo
chi sarà la buonanima che se la intesterà.
Il bollettino della battaglia quotidiana registra alcuni
movimenti di truppe importanti. Anzitutto un aggiornamento sulla notizia di
ieri a proposito del Cda di Viale Mazzini di domani. Per quanto abbiamo potuto sapere, il CTO Stefano Ciccotti
presenterà una “informativa” e non un “dossier”. Ci siamo chiesti: qual è la differenza? Ci dicono essere sostanziale:
il primo presuppone un progetto (che non
c’è) la seconda presuppone una fotografia di quanto avviene buona solo a
consentire, come abbiamo scritto ieri, a far fare una telefonata per dire “caro
Mise, la partita interessa anche a noi”.
Leggiamo sul Corriere di oggi una
dichiarazione del consigliere d'amministrazione Giampaolo Rossi: “La rete unica
è un asset strategico degli interessi nazionali, anche in funzione della difesa
della Net Neutrality, che dev'essere garantita come pluralismo di accesso,
perciò non può essere affidata a un socio privato”.
Invece su cosa, come e quando si possa o si debba fare per entrare in gioco è tutto da scrivere perché, come ci ha
detto un autorevole inquilino di Viale Mazzini, “…il tema è sempre lo stesso:
non ci sono soldi, il Piano Industriale è congelato e le prospettive sono a dir poco incerte”. Ovviamente, non si
avverte parola sul tema della comunicazione al pubblico della transizione al
DVB-T2, come se l’argomento fosse del tutto irrilevante.
Leggiamo Vincenzo Vita sul Manifesto: “Non c'è traccia della
o sulla Rai nella discussione sulla «rete unica» delle telecomunicazioni, dove
pure lo spazio vi sarebbe … Dunque, perché l'azienda di viale Mazzini non è
ancora tra i protagonisti della vicenda? … Attorno al coinvolgimento della Rai,
dunque, si gioca una sfida strategica, che va al di là delle ragioni o dei
torti del servizio pubblico”. Acciperbacco!!! Vuoi vedere che anche a sinistra
qualcuno si è improvvisamente svegliato ed ha cominciato a riflettere sul fatto
che la sfida sulle tecnologie, sulle
risorse (e dunque sul canone) non è meno importante di quella sulla governance
o sulla riorganizzazione verticale dell’Azienda Rai?
L’articolo, inoltre, ci
informa che dell’argomento ne ha parlato anche il segretario dell’USIGRAI, Vittorio
Di Trapani. Bene: c’è vita sulla terra. Ma se pure il sindacato dei giornalisti
Rai non riesce ad andare oltre le brevi dichiarazioni sulla stampa e a rendere
pubblico il proprio pensiero e farlo divenire oggetto di dibattito, siamo messi
bene!!! Ovviamente, anche Vita come
pure Di Trapani dimenticano il tema DVB-T2, appunto, come se l’argomento fosse
del tutto irrilevante. La transizione è in atto, ora, oggi, domani mentre la
società per la rete unica è tutta da venire. Molto semplice. O no?
Ora, per quanto è evidente, il dibattito si sposta leggermente
sul versante di Rai Way e ne rimette in discussione ruolo, competenze e responsabilità
cioè esattamente quello che non è stato fatto finora, laddove Viale Mazzini ha
lasciato del tutto indisturbata la Società quotata. La nomina di Ciccotti come consigliere a Via
Teulada ha lasciato intendere che ci potranno essere novità in arrivo e
non sarà tanto il banco rete unica
quanto quello più immediato del DVB-T2 ad essere una verifica sulla tenuta e sui
progetti dell’azionista di maggioranza. Ma, al momento, ribadiamo in modo
netto, per quanto è dato sapere, il buio è totale e la sola luce la vedono gli
azionisti che ogni giorno portano a casa la giornata con il titolo che sale in
Borsa.
Dopo di che leggiamo il solito bene informato Andrea Biondi sul Sole 24 ore: “Tv,
la pubblicità non decolla. Già persi 400 milioni di euro. Timori dei broadcaster
su spot e sull'impatto del Covid sulle produzioni. Entro metà del 2022 ci sarà
la spada di Damocle del nuovo digitale terrestre. Da una parte il boom
dell'audience. Dall'altra il trend calante della pubblicità oltre all'avanzata
delle piattaforme on demand, l'entrata nel vivo del processo di refarming
dovuto al trasferimento delle frequenze della banda 700 dai broadcaster alle
telco per far posto al 5G, ma anche tutti i timori sulla tenuta delle
produzioni dinanzi all'emergenza Covid.”
Non c’è dubbio sul fatto che la Grande Battaglia d’Autunno
sul sistema delle TLC stia mescolando le carte in tavola in modo rapido e
imprevisto e che molti sono costretti a
rivedere i piani e aggiustare il tiro. TIM, è verosimile, non aveva previsto la
sentenza di Bruxelles e, di conseguenza, si poteva immaginare che la trattativa
fosse “riservata” ai soli operatori
Telco. Prima il possibile interesse di Mediaset (con l’indiretta maggior
presenza dei francesi di Vivendi) e a seguire quella di Rai, lascia intendere
che la faccenda si complica, allunga i tempi e non poco. Sarà sempre più complicato, infatti, definire esattamente
la soluzione al problema della governance della società incaricata di gestire
la rete unica e il buon Gubi potrebbe avere ora qualche difficoltà in più a ribadire che ne vorrebbe il controllo.
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