Tranquilli: oggi meno di niente sulla stampa da segnalare, a
meno che vi possa interessare il fatto che Bianca Berlinguer su Rai Tre sia
stata insultata in diretta da un suo ospite. Vi proponiamo allora qualcosa di
meglio.
“Content is
the King …” (Bill Gates, 11996) e aggiungiamo noi “Money and tecnology the
Queens”. Difficile produrre e competere senza risorse e piattaforme di
distribuzione adeguate. Tutto qui, come
al solito, i grandi problemi si semplificano quando si riducono ai minimi termini.
Questo piccolo blog deve parte della sua fortuna al fatto di
avere costantemente una presa diretta con i suoi lettori. Ogni giorno telefonate,
mail e messaggi Whatsup lo arricchiscono e lo riforniscono di argomenti utili
al dibattito e alla riflessione. Ovviamente, ci sono anche tanti messaggi che
ci raccontano la Rai dal suo interno, su cosa avviene e cosa non avviene.
Spesso non si tratta di notizie ma di commenti, di letture sulle dinamiche interne,
sui contenuti, sulle procedure, sulle relazioni tra le persone. Tutto questo
fornisce un patrimonio di conoscenza, un quadro dinamico, mutevole, di grande
interesse (tutto rigorosamente custodito in un file criptato con DES a
64 Bit) in grado di consentire la lettura dell’Azienda di Servizio Pubblico
per come è più che per come la si vorrebbe che sia.
Sono infatti le persone, con i loro caratteri, le loro
pulsioni, le loro capacità di essere in sintonia con il proprio ambiente umano
e professionale, a determinare l’evoluzione o la stagnazione dei processi. A sua
volta, è l’Azienda Rai che si misura con la sua “connessione” con la rete
sociale, non virtuale, con le persone, con i cittadini che ancora pagano il
canone. Se dovessimo solo dar conto di una parte di quanto ci viene riportato,
la sintesi sarebbe molto semplice: l’Azienda Rai riesce a vivere con fatica il
presente ma non riesce a comprendere e intervenire sul suo futuro. Il suo
vertice, il management, non sembra in grado di intercettare le grandi sfide,
appunto, sui contenuti, sulle risorse economiche e sulle tecnologie che potrebbero
impattare sul suo futuro.
Provate a misurare: quali riflessioni, quale
dibattito è in corso sulle nuove produzioni, sui nuovi linguaggi televisivi
(non solo quelli delle fiction ma anche dell’informazione e dell’intrattenimento)?
Come si intende affrontare la grave crisi economica che già è nota sui conti
dei prossimi anni? Quando avverrà il recupero dei famosi 40+40 milioni di canone
“scippato”? Come si potrà compensare la diminuzione degli introiti pubblicitari
che non sembrano dare segnali di ripresa? Infine, repetita iuvant, come e
quando si intende affrontare il cataclisma prossimo venturo del passaggio al DVB-T2
e, come abbiamo scritto ieri, con quali risorse economiche?
L’altro giorno abbiamo usato la metafora dell’auto che
viaggia nella corsia centrale dell’autostrada, superata a destra (non si deve
fare) e a sinistra. Ci viene fatto notare, sempre in metafora, che questa macchina
in realtà è rimasta ferma al casello e non riesce a partire, mentre tutti gli altri
competitors dotati di formidabili Telepass sfrecciano come siluri.
Cosa contraddistingue la Tv lineare da quella non lineare? Semplifichiamo:
la presenza di un canale di ritorno. Con la diffusione digitale terrestre o
satellitare al telespettatore tutt’al più è concesso di cambiare canale, aumentare
il volume o modificare l’intensità di colore. Con la connessione in rete, il “consumatore
di tempo” può giocare in tempo reale con un avversario dall’altra parte del
mondo, interrompere un film e riprenderlo dove e quando vuole e non solo su un
televisore, esprimere un gradimento su un determinato prodotto o personaggio e
in qualche modo indirizzare lo svolgimento di un racconto e così via. Più o meno,
succede la stessa cosa con Viale Mazzini. Quale pensate possa essere il più efficiente
“canale di ritorno” utile a comprendere cosa succede intorno al Palazzo? Ben che
vada è il bollettino Auditel delle 10 del mattino quando si leggono gli ascolti
della sera precedente per sapere se la 28a replica di Montalbano ha battuto
Maria De Filippi.
A proposito, date un occhio al grafico allegato e confrontatelo con quelli dei mesi precedenti).
Quando poi si cerca di interpretare il comportamento futuro
degli italiani, stendiamo un velo pietoso
(vedi recenti sondaggi elettorali, sballati oltre ogni ragionevole misura). Anche in questo caso semplifichiamo: la Rai possiede
adeguati e sufficienti “canali di ritorno” in grado di percepire e quindi
accompagnare la temperatura sociale del Paese?
bloggorai@gmail.com
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