Ieri abbiamo titolato “Imbarazzante silenzio” e ci siamo
riferiti a quanto Rai NON adempie su uno specifico obbligo da Contratto di
Servizio. Tanto per essere chiari e ricordare a quanti lo avessero dimenticato:
Art. 17, “Informazione al pubblico in
relazione al rilascio della banda 700MHz 1. La Rai garantisce
l'informazione al pubblico in ciascuna area tecnica nel corso dell’attuazione
della tabella di marcia nazionale per la liberazione della banda 700MHz, utilizzando
le emissioni televisive e radiofoniche e il web. Tale informazione dovrà essere
fornita senza interruzioni fino a quando le attività non saranno ultimate in
tutto il territorio nazionale”.
Finora l'informazione Rai al suo pubblico si è limitata semplicemente e sostanzialmente a mandare in onda
uno spot in accordo con il MISE a dicembre/gennaio scorsi, dove si parlava della campagna (breve e limitata) per gli
incentivi all’acquisto di nuovi televisori o decoder. Si tratta però di ambiti
e competenze diverse: semplicemente, in
capo a Rai si pone un obbligo inderogabile che potrebbe e dovrebbe essere assolto
anche indipendentemente da quanto il MISE ha fatto, sta facendo e intende fare.
Certo, ci possono essere dei passaggi di opportunità, coordinamento ed
efficienza della comunicazione, ma questo non giustifica ritardi o negligenze. Non
ci sono scuse, attenuanti o scappatoie. RAI lo deve fare, deve comunicare e dialogare con il
suo pubblico, ma soprattutto gli conviene farlo. Sull’obbligo non c’è nulla
aggiungere, sulla convenienza si tratta semplicemente di convenire sul fatto
che di questa transizione il Servizio Pubblico, i suoi utenti, i cittadini, potrebbero
essere quelli maggiormente penalizzati. Non è difficile da capire, salvo non
dover constatare che, visto il calendario, qualcuno più o meno consapevolmente,
possa ritenere che questo è un problema che non lo riguarda in quanto, il primo
settembre 2021, potrebbe essere in tutt’altre faccende affaccendato.
Bene. Questo l’imbarazzante silenzio che è divenuto un coro
non tanto e non solo su questo specifico argomento che è comunque grave e
rilevante per il futuro del Servizio Pubblico. Ma il silenzio è relativo a
tutto il futuro della radio e della televisione, al suo ruolo e alle sue responsabilità.
Tacciono le forze politiche e, per primo il Governo, che aveva posto la
riforma del sistema delle TLC come uno dei punti di programma, salvo poi
limitarsi ora al solo tatticismo sulla rete
unica. Tacciono i partiti. Tacciono i sindacati. Tacciono gli amministratori di
Viale Mazzini. Tacciono le varie associazioni, enti, ricercatori universitari di
ogni genere e grado, gruppi di dibattito e riflessione e compagnia cantando. Un
coro di silenzio al quale, forse, anche questo blog prima o poi dovrà aderire.
Nel frattempo, anche nel resto d’Europa le cose non è che
vadano granché meglio: vedi quanto succede alla BBC dove l’arrivo del nuovo AD,
Tim Davie, è stato salutato con un rinnovato attacco al pilastro dell’emittente
britannica, il canone, che Boris Johnson ha nel mirino. Da leggere con attenzione l'articolo sul Il Foglio Inserto, a firma Cristina Marconi, con il titolo "La BBC spiegata alla Rai". E' tutto un programma !!!
bloggorai@gmail.com
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