martedì 23 settembre 2025

SPECIALE: la TV tracolla e la Riforma arranca


by Bloggorai ©

Merita grande attenzione l’articolo pubblicato oggi sul sito del Sole24 Ore a firma Andrea Biondi che riporta dati dello Studio Frasi ripresi da fonte Auditel. Questo il titolo “Tv, inizio in rosso per la stagione (e per i Tg)”. Leggiamo alcuni passaggi: “Comincia male, malissimo, la nuova stagione televisiva. …gli ascolti complessivi scendono del 7,7% nel giorno medio e del 7% in prima serata. Significa, in quest’ultimo caso, che nella settimana fra 14 e 20 settembre, facendo un confronto con l’anno precedente 1,3 milioni di spettatori hanno scelto di spegnere il televisore o magari di rifugiarsi nello streaming, nei social o in qualche distrazione parallela”

... Ma il vero colpo al cuore non è nei varietà che zoppicano o nelle fiction che arrancano. È nei telegiornali, le liturgie laiche del dopocena. Anche qui, la frana è generale: tutti e otto i notiziari serali, nessuno escluso, hanno meno pubblico della stessa settimana di un anno fa. … All’appello mancano 1,6 milioni di spettatori … i Tg appaiono latitanti, sbiaditi rispetto al rumore del mondo. Troppo rapidi, troppo superficiali, troppo uguali. Mentre fuori infuriano gli eventi, dentro si replicano formule che con ogni probabilità appaiono vecchie: titoli, servizi, collegamenti, lo schema che conosciamo da decenni. Ma intanto, l’informazione ha cambiato passo, è diventata istantanea, frammentata, talvolta caotica.

Per generazioni, il telegiornale delle 20 è stato il campanile della comunità nazionale...Oggi quella campana suona un po’ a vuoto. Non è solo una questione di linguaggio, è di fiducia ...”. Amen !!!

Se il buongiorno della stagione si vede da questi primi giorni c’è di che essere preoccupati. Non è più solo un tema di soprasso del Tg5 sul Tg1 o dei “pacchi” di RaiUno franati sotto la Ruota della Fortuna di Canale 5. È un tema di offerta editoriale complessiva che tracolla, che è sempre meno attraente e competitiva con il resto del mondo audiovisivo. Se le cose vanno male per i broadcasters privati pazienza, ce ne faremo ragione, ma se vanno male per il Servizio Pubblico (e rischiano di andare peggio) è un problema grave. Che però, come scriviamo da tempo, non sembra preoccupare gran che una parte della “politica” e segnatamente dell’opposizione tutta presa invece ad arginare il secondo tema sul quale ora vi aggiorniamo: la riforma della Rai che arranca e che in queste ora sta rischiando di spalancare la prateria al governo della destra sulla Rai per i prossimi anni.

Allora, non foss’altro per uno “scrupolo esistenziale” prima del baratro, Bloggorai con il supporto di qualche esperto giurista, propone una bozza di riflessione sugli emendamenti da sottoporre a qualche “parlamentare” volenteroso che poi possa proporlo in VIII Commissione Senato prima del 2 ottobre.

Gli articoli del testo di maggioranza sui quali ci concentriamo sono il 2 e il 9 che contengono lo stesso “meccanismo” di assoluto rilievo per la modifica della governance Rai laddove, nell’art. 2 si propone di esprimere il parere vincolante sul Contratto di Servizio con “maggioranza assoluta” dopo due votazioni andate a vuoto con la maggioranza dei due terzi e nell’art. 9 si consente di nominare i consiglieri di amministrazione con lo stesso criterio. Questo meccanismo consente alla maggioranza di turno di modellare la Rai a sua immagine e somiglianza prima con il Contratto di Servizio e poi con la nomina dei consiglieri. L’emendamento da proporre dovrebbe quindi ristabilire il principio di parità tra maggioranza e opposizione e di rispetto del pluralismo. I passaggi indicati nei due articoli andrebbero quindi emendati in modo determinante. In particolare poi questo tema emerge con evidenza nel comma 1, b, a, laddove si propone che i consiglieri siano 7 di cui 6 eletti da Camera e Senato. Il numero “dispari” fa la differenza perché impone, a seguito del meccanismo anzidetto, che la maggioranza possa prendere tutto. Si propone invece di ridurre a 4 il numero degli eletti dalle Camere, uno dalle rappresentanze sindacali maggiormente rappresentative tra i dipendenti dell’Azienda e uno espresso da una qualificata e riconosciuta Associazione rappresentativa degli Utenti.

Ci sarebbe poi ancora da proporre un emendamento sull’art. 4 laddove si parla di “cedere quote” Rai nelle società controllate specificando bene che debba essere mantenuto il controllo “anche£ nele società quotate come Rai Way.   

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