Questa mattina Bloggorai è ondivago. Per un verso è preda di
un’ondata di entusiasta ottimismo per l’autunno incombente. Il cambio di
stagione, il primo fresco e la passata eclisse di luna rendono l’arietta assai frizzante.
Per altro verso, siamo sull’orlo di un baratro di acuto pessimismo, fastidioso
e urticante. Le nostre “antenne” sulla Rai, sul Servizio Pubblico, avvertono che tante cose non vanno per il verso
giusto e ci inducono a temere che non potrà andare meglio. Iniziamo la settimana
lasciandoci andare in questo cupo presagio.
Ieri abbiamo proposto l’immagine di una “barca” Rai quasi immobile,
in un mare calmo e piatto come l’olio. Tanti anni addietro abbiamo proposto la
metafora di un pensiero di De Rita riferito al Paese: un vascello a vele senza
vento, senza nocchiere e senza una mappa necessaria a trovare un porto dove
dirigersi. Sembra ancora una metafora valida. Desolante.
Nei giorni scorsi, come altre volte, ci siamo soffermati su
una considerazione di “contesto” riferita al Paese dove questo Servizio Pubblico,
questa Rai, si trova ad operare. L’ISTAT lo certifica. È un Paese sempre più “vecchio”:
gli indicatori demografici misurano l’evoluzione e la struttura della
popolazione. Le trasformazioni demografiche avvenute in Italia, negli ultimi
anni, hanno messo in evidenza fenomeni rilevanti: la diminuzione della
fecondità, l’innalzamento della vita media e il tendenziale invecchiamento
della popolazione. L'indice di vecchiaia in Italia, nel 2024, ha raggiunto
quota 199,8, significando che ci sono circa 200 anziani (over 65) ogni 100
giovani (under 15), e rappresenta il valore più alto tra i paesi dell'Unione
Europea. Questo valore è in continuo aumento, passando dai 193 anziani
ogni 100 giovani nel 2022”. L’Italia è “vecchia” e la Rai la rappresenta in quanto
tale, le sue scelte editoriali, il suo linguaggio, i suoi prodotti sono cotti e
stracotti e non è un caso che la punta di diamante del palinsesto estivo sia
Techedeche condito da repliche di repliche di Don Matteo &C. Vedi pure un
recente articolo di Alessandro Rosina su La Stampa: “In una popolazione
italiana in declino demografico l'unica fascia a crescere è quella anziana” e
fa il paio con l’analisi della composizione del pubblico Rai certificato da Auditel
dove si legge che il 71% è nella fascia over 45.
Il Paese non sa dove dirigersi: questo Governo di destra
cialtrona e maldestra non ha una prospettiva se non quella della sua sopravvivenza
e, pari pari, nell’ex Viale Mazzini (da ora in poi via Severo) non sanno più
che pesci prendere e pure il “gallinello” dei pacchi d’azzardo su RaiUno non fa
più uova d’oro. Non hanno una prospettiva se non la sopravvivenza al pari
della Meloni, non hanno un progetto editoriale e non parliamo dell'informazione, non hanno un Piano Industriale che si regga in piedi (non
ci sono i soldi) mentre è scomparsa la Digital Media Company (non di Servizio Pubblico) mentre annaspano negli ascolti che calano e la chiusura dell’accordo
Sanremo sul bordo della capitolazione totale a favore del Comune. Quando hanno
parlato di “nuovo che avanza” alla presentazione dei palinsesti autunnali di Napoli,
si sono riferiti al “ritorno” di Benigni e all’arrivo di Woopi Goldberg ad un Posto
al Sole. Nel frattempo dietro le quinte si scannano tra loro per occupare
poltrone e direzioni. Ieri è stato pubblicato un lungo articolo a firma Lisa Di
Giuseppe con il titolo “Il fuoco amico dei camerati. La Rai tra veleni e crisi
nera”. A qualcuno sarà venuto uno stranguglione. Un quadretto desolante,
macerie nella palude.
In questa palude e tra queste macerie, a quanto sembra,
navigano benissimo. Sono abilissimi nel far passare quasi inosservata la
mancanza del presidente del Cda, sono maghi nel tenere sotto silenzio l’affare
Maggioni e far sfumare l’accordo nefasto di Sanremo mentre gli è “sfuggita” di mano
la notizia di Chiocci dal Tg1 a Palazzo Chigi perché “lo vuole la Meloni”
giusto per creare zizzania tra loro.
Ma quello che più ci spinge verso l’abisso del pessimismo
è l’horror vacui dell’opposizione. Non battono ciglio. Non battono ciglio sul
prodotto, non battono ciglio sul tema presidente (Mattarella a fine luglio
ha dichiarato “È sconfortante la paralisi della commissione di Vigilanza per
l'elezione del presidente Rai” e nessuno ha raccolto il messaggio) e,
infine non battono ciglio sul tema “riforma” mentre il Governo si appresta a
sostenere il suo testo unificato in attesa di emendamenti. Del “tavolo di
lavoro” dell’opposizione previsto per settembre non ci sono notizie: i “quattro, forse cinque, amici
al bar” non si sa se e quando torneranno a vedersi tra loro per scrivere un
nuovo articolato con o senza COM (Contratto Obiettivi e Mezzi). Forse senza, magari lo hanno messo in premessa a loro insaputa.
Bloggorai vorrebbe tanto essere ottimista ma non ci riesce e
nessuno gli dà una mano.
ps: a proposito di Sanremo, un attento lettore ci ha segnalato che nei giorni scorsi abbiamo scritto “… ora Rai dovrà pagare 6,5 mln in più rispetto allo scorso anno”. Ha ragione, non è corretto: si tratta “solo” di 1,5 mln in più rispetto ai 5 del precedente accordo. Comunque, non è proprio una cosetta da poco.
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