La relativa “fortuna” o successo che dir si voglia di
Bloggorai dopo sette anni e qualche mese di ininterrotte pubblicazioni consiste essenzialmente nell’avere mantenuto costante il suo focus sulla Rai e sul Servizio
Pubblico ed aver sempre posto domande, sollevato problemi e obiezioni, proposto
confronti, dibattiti e approfondimenti. Talvolta abbiamo ottenuto risultati e
spesso purtroppo abbiamo macinato aria fresca e molte domande sono rimaste insolute.
Come rispondevano al compianto Riccardo Laganà quando chiedeva chiarimenti all’AD
di turno: “Faremo sapere” e ovviamente tutto cadeva nel buio.
Ora, ci siamo interessati al mondo di Radio Rai e, giorno
per giorno, man mano che andiamo avanti ci si sta confermando un sospetto che ci
ha indotto ad occuparcene: potrebbe essere una voragine che a molti conviene
tenere nascosta. Tanto per capirci: ieri abbiamo posto interrogativi ed uno
in particolare ha destato piccola attenzione: “perché l’Ufficio Studi Rai non
si è mai occupato di Radio?”. In effetti, la domanda era mal posta e avremmo
dovuto scrivere “perché l’Ufficio Studi Rai non si è mai occupato di Radio Rai?”.
Fatto sta che ieri sera abbiamo appreso, con viva e vibrante emozione, che l’Ufficio
Studi dell’ex Viale Mazzini si è occupato di molto del mondo Radio ma poco, sembra di Radio Rai.
Nel 2023 è stato pubblicato un poderoso (oltre 800 pagine) volume con il fascino
titolo “Ecosistema, Audio-Suono”. Abbiamo appena avuto modo di scorrere
il sommario della versione inglese disponibile sul Web e, notoriamente,
Bloggorai non è molto avvezzo con le lingue forestiere e a mala pena si adatta
al dialetto dei trattoristi umbri. Sicchè il termine “Rai” non siamo proprio
riusciti a trovarlo. Magari, chissà, con l’aiuto di un traduttore o dell’IA si potrà
trovare qualche riferimento. Come era già
successo in una precedente pubblicazione dell’Ufficio Studi Rai sull’IA ed
abbiamo constatato che pure quella volta l’Azienda Rai era in sottofondo, talmente
in sottofondo che quasi era ignorata e i suoi prestigiosi collaboratori a
malapena conoscevano l’esistenza di quanto Rai è coinvolta nell’IA. Allo stesso
modo, questo volume non sembra occuparsi di Radio Rai. A farla breve: sembra
che dopo il post di ieri qualcuno (tre o quatto persone) si sono “risentiti”
del fatto che Bloggorai ha ignorato cotanto impegno dell’Ufficio Studi Rai mentre
tanti altri hanno scoperto, forse per la prima volta, della sua esistenza. Eppure
i lettori e le lettrici normalmente sono molto bene informati e sanno quasi
tutto, ma di questo volume definito pomposamente “… uno dei più autorevoli
studi sul futuro della Radio …” non ne sapeva nulla quasi nessuno. Amen. Ovviamente
non una risposta su nessuno degli altri interrogativi ben più rilevati che
abbiamo posto. Così vanno le cose del mondo.
Nota a margine (e nemmeno di poco conto) il volume dell’Ufficio
Studi Rai è stato pubblicato nel 2023 quando in Rai era presidente la Soldi e Roberto
Sergio era AD, lo stesso che poco dopo il suo insediamento ha deciso di fare
uscire la Rai da TER (Tavolo Editori Radio) il 14 giugno 2023 e da allora gli ascolti
di Radio Rai sono diventati un Mistero Glorioso. Provare per credere: chiedete
in modo più o meno ufficiale e vedete cosa trovate e cosa vi rispondono. Nel caso,
fate sapere.
Andiamo avanti. Come vi abbiamo detto, ci stanno arrivando
montagne di informazioni da studiare e verificare. Abbiamo iniziato con la Relazione
Annuale della Corte dei Conti, esercizio 2023 pubblicato a maggio scorso. Di Radio Rai
non se ne parla proprio: il termine “radio” non lo vediamo comparire in nessuna
parte. Gli unici dati interessanti riguardano la consistenza del personale e il
suo costo. quando pure si affronta il tema testate giornalistiche, quella radiofonica è scomparsa. Strana anomalia.
Passiamo ad Agcom: si parla di Radio nella parte della relazione
annuale al capitolo 2.1.3 dove si legge “ Nel 2024, il settore radiofonico
conferma l’espansione dei ricavi che ha contraddistinto gli ultimi anni,
passando da 649 milioni di euro nel 2023 a 656 milioni nel 2024, con una
crescita dell’1,1%” e “Nel 2024, la radio è stata ascoltata in media dal 67,2%
degli italiani". Nonostante si registri una contrazione del 3,5% rispetto ai
consumi dell’anno precedente”. Interessante osservare che il Report trimestrale
di AgCom sulle comunicazioni poi ignora del tutto la radio.
Quanti sono i radioascoltatori in Italia? Secondo gli ultimi
dati TER (prossima Audiradio con ERA) questi i numeri: “la radio ha registrato
una flessione del 3,5% nel 2024 rispetto all’anno precedente. Gli ascoltatori
nel giorno medio sono scesi a 35.077.000, rispetto ai 36.343.000 del 2023”. La classifica
delle prime radio nazionali più ascoltate (escluso Rai) è la seguente: (Radioter,
primo semestre 2024), RTL 102.5 è la radio più ascoltata in Italia nel giorno
medio, seguita da RDS 100% Grandi Successi, Radio Deejay e Radio Italia Solo
Musica Italiana con numeri che vanno dai quasi 6 milioni di RTL a poco meno di
5 per Radio Italia solo musica italiana. Per quanto riguarda RadioRai i numeri di
ascoltatori di cui disponiamo, relativi sempre al 2023 su fonte TER per il giorno
medio, sono: Rai Radio1: circa 3.004.000, Rai Radio2 circa 2.601.000, Rai
Radio3 circa 1.050.000 e Rai Isoradio circa 544.000 ascoltatori. Per quanto
abbiamo potuto solo “intuire” o riferito a bocca stretta, questi dati negli
ultimi due anni sono peggiorati e non di poco. Forse, per questo sono ritenuti
segregati come il Terzo Mistero di Fatima.
Chiudiamo con una piccola nota a margine: il Messaggero oggi
in edicola titola “Più cultura pop, meno politica: così cambia la voce di Radio1
Rai” e scrive “Radio 1 è tutto e di più, da sempre e più di sempre”. Un vero
fenomeno.
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