domenica 21 settembre 2025

Il buco nero di Radio RAI

by Bloggorai ©

La relativa “fortuna” o successo che dir si voglia di Bloggorai dopo sette anni e qualche mese di ininterrotte pubblicazioni consiste essenzialmente nell’avere mantenuto costante il suo focus sulla Rai e sul Servizio Pubblico ed aver sempre posto domande, sollevato problemi e obiezioni, proposto confronti, dibattiti e approfondimenti. Talvolta abbiamo ottenuto risultati e spesso purtroppo abbiamo macinato aria fresca e molte domande sono rimaste insolute. Come rispondevano al compianto Riccardo Laganà quando chiedeva chiarimenti all’AD di turno: “Faremo sapere” e ovviamente tutto cadeva nel buio.

Ora, ci siamo interessati al mondo di Radio Rai e, giorno per giorno, man mano che andiamo avanti ci si sta confermando un sospetto che ci ha indotto ad occuparcene: potrebbe essere una voragine che a molti conviene tenere nascosta. Tanto per capirci: ieri abbiamo posto interrogativi ed uno in particolare ha destato piccola attenzione: “perché l’Ufficio Studi Rai non si è mai occupato di Radio?”. In effetti, la domanda era mal posta e avremmo dovuto scrivere “perché l’Ufficio Studi Rai non si è mai occupato di Radio Rai?”. Fatto sta che ieri sera abbiamo appreso, con viva e vibrante emozione, che l’Ufficio Studi dell’ex Viale Mazzini si è occupato di molto del mondo Radio ma poco, sembra di Radio Rai. Nel 2023 è stato pubblicato un poderoso (oltre 800 pagine) volume con il fascino titolo “Ecosistema, Audio-Suono”. Abbiamo appena avuto modo di scorrere il sommario della versione inglese disponibile sul Web e, notoriamente, Bloggorai non è molto avvezzo con le lingue forestiere e a mala pena si adatta al dialetto dei trattoristi umbri. Sicchè il termine “Rai” non siamo proprio riusciti a trovarlo. Magari, chissà, con l’aiuto di un traduttore o dell’IA si potrà trovare qualche riferimento.  Come era già successo in una precedente pubblicazione dell’Ufficio Studi Rai sull’IA ed abbiamo constatato che pure quella volta l’Azienda Rai era in sottofondo, talmente in sottofondo che quasi era ignorata e i suoi prestigiosi collaboratori a malapena conoscevano l’esistenza di quanto Rai è coinvolta nell’IA. Allo stesso modo, questo volume non sembra occuparsi di Radio Rai. A farla breve: sembra che dopo il post di ieri qualcuno (tre o quatto persone) si sono “risentiti” del fatto che Bloggorai ha ignorato cotanto impegno dell’Ufficio Studi Rai mentre tanti altri hanno scoperto, forse per la prima volta, della sua esistenza. Eppure i lettori e le lettrici normalmente sono molto bene informati e sanno quasi tutto, ma di questo volume definito pomposamente “… uno dei più autorevoli studi sul futuro della Radio …” non ne sapeva nulla quasi nessuno. Amen. Ovviamente non una risposta su nessuno degli altri interrogativi ben più rilevati che abbiamo posto. Così vanno le cose del mondo.

Nota a margine (e nemmeno di poco conto) il volume dell’Ufficio Studi Rai è stato pubblicato nel 2023 quando in Rai era presidente la Soldi e Roberto Sergio era AD, lo stesso che poco dopo il suo insediamento ha deciso di fare uscire la Rai da TER (Tavolo Editori Radio) il 14 giugno 2023 e da allora gli ascolti di Radio Rai sono diventati un Mistero Glorioso. Provare per credere: chiedete in modo più o meno ufficiale e vedete cosa trovate e cosa vi rispondono. Nel caso, fate sapere.  

Andiamo avanti. Come vi abbiamo detto, ci stanno arrivando montagne di informazioni da studiare e verificare. Abbiamo iniziato con la Relazione Annuale della Corte dei Conti, esercizio 2023 pubblicato a maggio scorso. Di Radio Rai non se ne parla proprio: il termine “radio” non lo vediamo comparire in nessuna parte. Gli unici dati interessanti riguardano la consistenza del personale e il suo costo. quando pure si affronta il tema testate giornalistiche, quella radiofonica è scomparsa. Strana anomalia.

Passiamo ad Agcom: si parla di Radio nella parte della relazione annuale al capitolo 2.1.3 dove si legge “ Nel 2024, il settore radiofonico conferma l’espansione dei ricavi che ha contraddistinto gli ultimi anni, passando da 649 milioni di euro nel 2023 a 656 milioni nel 2024, con una crescita dell’1,1%” e “Nel 2024, la radio è stata ascoltata in media dal 67,2% degli italiani". Nonostante si registri una contrazione del 3,5% rispetto ai consumi dell’anno precedente”. Interessante osservare che il Report trimestrale di AgCom sulle comunicazioni poi ignora del tutto la radio.

Quanti sono i radioascoltatori in Italia? Secondo gli ultimi dati TER (prossima Audiradio con ERA) questi i numeri: “la radio ha registrato una flessione del 3,5% nel 2024 rispetto all’anno precedente. Gli ascoltatori nel giorno medio sono scesi a 35.077.000, rispetto ai 36.343.000 del 2023”. La classifica delle prime radio nazionali più ascoltate (escluso Rai) è la seguente: (Radioter, primo semestre 2024), RTL 102.5 è la radio più ascoltata in Italia nel giorno medio, seguita da RDS 100% Grandi Successi, Radio Deejay e Radio Italia Solo Musica Italiana con numeri che vanno dai quasi 6 milioni di RTL a poco meno di 5 per Radio Italia solo musica italiana. Per quanto riguarda RadioRai i numeri di ascoltatori di cui disponiamo, relativi sempre al 2023 su fonte TER per il giorno medio, sono: Rai Radio1: circa 3.004.000, Rai Radio2 circa 2.601.000, Rai Radio3 circa 1.050.000 e Rai Isoradio circa 544.000 ascoltatori. Per quanto abbiamo potuto solo “intuire” o riferito a bocca stretta, questi dati negli ultimi due anni sono peggiorati e non di poco. Forse, per questo sono ritenuti segregati come il Terzo Mistero di Fatima.    

Chiudiamo con una piccola nota a margine: il Messaggero oggi in edicola titola “Più cultura pop, meno politica: così cambia la voce di Radio1 Rai” e scrive “Radio 1 è tutto e di più, da sempre e più di sempre”. Un vero fenomeno.

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