mercoledì 17 settembre 2025

RAI: catastrofe in corso e "me ne frego" !!!

by Bloggorai ©

Bollettino della Caporetto Rai: ieri, addi 17 settembre in Milano, ore 10.20 circa, Auditel pubblica i dati degli ascolti della sera precedente. Questi i numeri della disfatta in prima serata e nel day time:

Rai Uno (replica Montalbano)   2.492  16,27%

Rai Due (Freeze)                            722     4,85%

Rai Tre (omaggio Redford)           601     3,33%

A seguire Linea Notte Tg3             218     2,36%

Day time:

Rai                                                   2.598  34,06%

Mediaset                                        2.902  38,06%

Ricordiamo che il Consigliere Natale, in accordo con la Floridia, presidente della Vigilanza Rai, avevano chiesto giustamente la variazione del palinsesto per dare modo, in prima serata, ai telespettatori di essere informati e poter comprendere bene quanto sta accadendo a Gaza, dove ormai bisognerà trovare e usare un altro termine oltre il “genocidio”. I numeri citati sono la risposta del vertice Rai (note bene i numeri del Tg3).

Ma la disfatta non è solo nei numeri impietosi di Auditel quanto lo è nei contenuti di quello che è andato in onda. Rai Uno inizia la serata con il consueto gioco d’azzardo in aperto sostegno alla ludopatia (e ormai è costantemente in perdita rispetto alla concorrenza di Canale 5, un vero “problemino”). Ora, per cercare di arginare la debacle, si sono inventati la partecipazione di concorrenti “belli”: se non sembrano modelli/e non li vogliono, non è più sufficiente essere fortunati o semplicemente telegenici, devono essere volti da copertina. Bene, a seguire, l’ennesima replica di Montalbano che nonostante tutto un paio di milioni di “giovani “telespettatori di Villa Arzilla se li porta sempre a casa.

Lo “sfondamento” avviene però in modo drammatico su Rai Due con la nuova trasmissione a forte marca Telemeloni: Freeze. Una delle “cose” più imbarazzanti, indecenti e indecorose mai viste in Tv. La scena madre era quando ai concorrenti veniva fatto annusare uno straccio imbevuto di sudore di un corpulento signore appena uscita da una sauna. Oggi il Corriere scrive “Il sospetto, ripeto è solo un sospetto, è che le grandi case di produzione approfittino dell'inesperienza della Direzione Rai Intrattenimento Prime Time per rifilarle fondi di magazzini, format giapponesi senz'anima e senza scrittura, progetti inespressi. Lo show di Rai2 presentato con molto impegno da Nicola Savino, e da Rocío Muñoz Morales (ma fatico a capire quale sia il suo ruolo, certo per colpa mia), è di una banalità sconcertante” e Repubblica invece scrive “Con "Freeze" si va indietro di decenni”. Attenzione, solo pochi giorni prima sempre su Rai Due è andata in onda un’altra “chicca” degna di nota: “Bella ma” di cui si può solo concordare con il titolo di Repubblica “La Tv più bruta degli ultimi anni”.

Veniamo a Rai Tre. Robert Redford è stato certamente un grande attore che resterà nella storia del cinema, peraltro anche sempre impegnato in buone e giuste cause. Ma era proprio indispensabile mandare in onda il suo film? Non si poteva rimandare visto che non c’era nessun obbligo e vincolo contrattuale di nessun genere?

La domanda di Natale e Floridia non sembra aver ricevuto alcuna risposta: qualcuno fascisticamente parlando può aver pensato “me ne frego”.

Ma la Caporetto, debacle e disfatta Rai non si legge solo nei numeri di una giornata drammatica come quello dell’invasione/massacro di Gaza. Si legge ormai quasi ogni giorno e, ripetiamo, non solo nei numeri Auditel. Non è più solo un problema di “sorpasso” di Mediaset sul Day o Prime Time, del Tg5 sul Tg1, ma su quello che va in onda, sul prodotto, sull’offerta editoriale. Nell’ex Viale Mazzini ne sono consapevoli e basta leggere il famigerato documento di febbraio scorso: non è un progetto ma un testamento sulla fine della riforma per generi, una certificazione di impotenza prima concettuale e poi economica. Vogliamo chiudere e fare un esempio significativo? Vogliamo parlare del ritorno di Miss Italia in Tv, tenuta pure sottobanco su Rai Play tanto poteva essere l’imbarazzo di mandarla su una rete generalista? Stendiamo un velo pietoso di cemento armato con i tondini di ferro del 24, belli rugosi e pesanti.

Infine apriamo un capitolo inedito, del quale ci occupiamo poco: la radio Rai. Ci riferiscono di una situazione drammatica, oltre l’immaginabile in termini di costi e in termini di ascolti. Sarà difficile trovare dati certi ma li cercheremo per verificare.

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